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L'amaro Natale dei parrucchieri

Il 24 e il 31 dicembre quest'anno cadono proprio di domenica: i parrucchieri saranno chiusi – Decisione loro? Assolutamente no – «Gli altri sono aperti, noi restiamo chiusi e nessuno sa perché»
© CdT/ Chiara Zocchetti
Giorgia Cimma Sommaruga
03.12.2023 13:15

Arrivano le festività natalizie, grandi cene, appuntamenti in famiglia, momenti di condivisione e felicità. E poi Capodanno: un’altra bella occasione per festeggiare, magari con amici e partner. Ma… fermi tutti. Quante donne hanno l’abitudine di andare dal parrucchiere la vigilia di Natale in vista della cena con tutta la famiglia o del pranzo del 25? E il 31 dicembre in vista del veglione con gli amici? Beh, dispiace, quest’anno bisognerà armarsi di bigodini e arricciacapelli. Non sarà possibile fare tagli o pieghe. Infatti il 24 e il 31 dicembre stavolta cadono proprio di domenica. E quindi? I parrucchieri saranno chiusi. Decisione loro? Assolutamente no. Un disservizio sorvolabile? Probabilmente sì. Una mancata occasione per lavorare e arrotondare il bilancio di fine anno? Sicuramente sì. Tant’è che alcuni parrucchieri di Lugano non ci stanno: «Gli altri anni abbiamo sempre lavorato la vigilia, è una data molto richiesta da tutte le nostri clienti», spiega abbattuto Alessio Caglioni, titolare di Primaclasse in Via Peri, che osserva: «Quel giorno tutti i negozi in via Nassa saranno aperti per permettere a chi ha necessità di fare gli ultimi acquisti natalizi, perché noi non possiamo lavorare?». E poi: «Qui non si tratta di aperture domenicali tout court: semplicemente di due date davvero importanti». 

«Non verranno rilasciate autorizzazioni»

E allora, saranno pur sempre due date, verissimo, ma si tratta comunque di due domeniche: e perché i parrucchieri non possono aprire - perlomeno il 24 - e i negozi sì? Il motivo in realtà lo sanno - ancora - in pochi. La Polizia comunale di Lugano in una email inviata ai saloni che hanno chiesto chiarimenti specifica: «Da parte nostra non verranno rilasciate specifiche autorizzazioni in merito», per poi precisare: «A seguito delle modifiche legislative entrate in vigore ad inizio 2020 ed applicate a tutti gli effetti a partire dal 1° gennaio del corrente anno, i negozi di parrucchiere, di pettinatrice e simili, non rientrano più quale categoria sottoposta al rispetto della nuova base legale», ovvero non sono più equiparati ai negozi, bensì, rientrano nella categoria «cura del corpo». E questa categoria non sottostà alle deroghe comunali in merito alle aperture domenicali. «Del motivo di tale decisione non bisogna rivolgersi a noi, se mai alle associazioni di categoria e all’ufficio del lavoro», dicono. E infatti la direzione del Dipartimento delle finanze e dell’economia (DFE) ribadisce: «Con l’entrata in vigore della nuova Legge sull’apertura dei negozi (LAN), i saloni di parrucchiere non sono più considerati dei negozi e, pertanto, sono esclusi dal campo d’applicazione della citata Legge. La possibilità di apertura è dunque unicamente disciplinata da eventuali regolamentazioni comunali» - ma a Lugano non pare ci siano come specifica la Polizia comunale - e poi viene messo in luce un altro nodo alla questione: è vero, qualora le ordinanze comunali ci fossero il salone potrebbe rimanere aperto, tuttavia, continua il DFE: «Precisiamo che l’occupazione del personale alla domenica o nei giorni festivi parificati alla domenica è vietata, tranne che per il titolare».

Una deroga, tante richieste

Ergo: anche a deroga data, solo il titolare può svolgere l’attività in negozio. Praticamente impossibile visto il numero di richieste di appuntamenti che tartassano i parrucchieri per il 24 e il 31 dicembre. «Le prenotazioni sono iniziate ad arrivare già a fine ottobre - spiegano i titolari di alcuni saloni di Lugano - ma visto che non sapevamo se potevamo tenere aperto o meno le abbiamo tenute in stand-by». E, concordano, se dovessimo annullarle tutte sarà un bel danno a livello economico oltre che un disservizio alle nostre clienti».

«Non tirateci in ballo»

Ma non è finita qui. Perché - menzionate dalla Polizia comunale - pare c’entrino in questa scelta anche le associazioni di categoria che dovrebbero svolgere un ruolo di primo piano quando al tavolino delle decisioni con i sindacati si discute di contratti collettivi. Ma: «Non c’entriamo assolutamente niente!», sentenzia subito Davide Bianco, presidente dell’associazione Coiffure Suisse, Sezione Ticino, e spiega: «Come associazione di categoria non siamo competenti in materia di legislatura. Nell’articolo 27 del Contratto Collettivo di Lavoro (CCL) ramo parrucchieri «Lavoro domenicale e durante i giorni festivi legali» viene appunto fatto riferimento all’art. 19 della Legge federale sul lavoro (LL). L’Ispettorato del lavoro del Canton Ticino ci ha comunicato che i saloni di parrucchieri, con l’entrata in vigore della nuova Legge sull’apertura dei negozi (LAN) del 23 marzo 2015 e relativo Regolamento di applicazione (RLAN) del 18 dicembre 2019, contrariamente alla vecchia Legge cantonale sul lavoro (art. 17 cpv. 1 lett. c.), non sono più assoggettati alla legge cantonale sugli orari di apertura dei commerci. Di conseguenza è ammessa la presenza unicamente dei titolari nelle domeniche o nei giorni festivi parificati alla domenica (ben inteso che nel caso di società gli stessi titolari dei saloni devono figurare iscritti come tali a Registro di commercio). E dunque l’occupazione del personale ai sensi della Legge federale sul lavoro (LL), è ammessa dal lunedì al sabato, tra le ore 6:00 e le ore 23:00».

Fatta allora chiarezza sulla posizione delle associazione di categoria, Bianco prosegue: «Mi permetto - inoltre - di precisare che in qualità di Associazione attiva per gli imprenditori parrucchieri, se fossimo stati nella posizione di poter decidere in tal senso, avremmo certamente favorito gli imprenditori stessi e sostenuto l’apertura domenicale nel periodo prenatalizio anche per il nostro settore». 

Ovviamente Coiffeure Suisse è una associazione privata, dalla parte del padronato, effettivamente perché non dovrebbe essere a favore delle aperture domenicali. E allora «les jeux sont faits» signore, tirate fuori spazzole arrotondate e phon: questo Natale la messa in piega ve la dovrete fare da sole.

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