L'architetto dei giochi da tavolo
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Tobia Botta ha sempre giocato. «Soprattutto a carte, all’Università», dice. Poi un giorno del 2005 ha «scoperto» i giochi di società e la felicità di condividere con altre persone il piacere di giocare, e non si è più fermato. Fino a passare dall’altra parte, dalla parte di chi i giochi li crea da zero e li vende. Un salto notevole. Fatto però un passo alla volta. Che l’ha portato oggi a essere con i suoi giochi nelle librerie e nei negozi della Svizzera italiana ma anche della Francia, della Germania, dell’Italia e persino della Tailandia. «Se va tutto bene, presto saremo anche in Spagna, Portogallo e Sudamerica», annota orgoglioso, prima di specificare che in realtà i Paesi «conquistati» sono molti di più. Così come sono alte le vendite (si parla di diverse migliaia di pezzi). Tutto questo in pochissimi anni. Tre, per l’esattezza.
Botta non usa il plurale a caso. Perché per Naivina, questo il nome scelto per la sua azienda con sede a Mendrisio, lavorano in tre: lui, una grafica e un’illustratrice. Un lavoro di squadra, dunque. Che sta dando i suoi frutti. Perché la voglia di giocare attorno a un tavolo non passa mai di moda. Di più. «È aumentata, soprattutto con l’avvento di internet e dei telefonini - chiarisce -. Il bisogno di incontrare fisicamente altre persone è un bisogno innato ed è cresciuto proprio con la diffusione dei telefonini, dei social media e delle piattaforme di streaming». Sembra un paradosso, ma non lo è. «È proprio questa sovraesposizione a mettere in condizione le persone di volersi incontrare e condividere dei momenti ludici».
A fare da spartiacque tra un prima e un dopo, Botta ne è sicuro, è stato il Covid. «Tutti noi eravamo stufi di vedere persone via zoom e di stare davanti agli schermi tutto il tempo. Questo perché c'è un limite all’assenza di persone, all'assenza di frequentazioni». Se a questo si aggiunge che anche l’esperienza con il gioco è cambiata negli anni, ecco spiegato il successo dei giochi da tavola 2.0. Che non sono appunto come quelli del secolo scorso. «Che erano quasi tutti centrati su un lancio di un dado» e quindi sulla fortuna, come ad esempio Monopoli. I giochi di oggi sono infatti molto diversi da quelli del passato.Che hanno fatto dunque il loro tempo.
«Se c’è una definizione del game design contemporaneo - continua Botta - è quello di mettere di fronte il giocatore a delle scelte interessanti. Scelte individuali che pongono il giocatore di fronte a una decisione, giusta o sbagliata che sia. Questo perché la generazione di oggi si distingue per il fatto di voler essere protagonista. Oggi i ragazzi non vogliono più essere passeggeri ma autisti della propria vita. Tutti vogliono affermare la propria personalità». Da qui nascono i giochi moderni che ricreano situazioni anche molto normali, come quella di trovare le migliori condizioni meteorologiche per le vacanze dell’ultimo minuto. Un obiettivo quest’ultimo offerto da «Meteo», uno dei giochi da tavola inventato appunto da Botta, che si è specializzato nella creazione di giochi «tascabili» e della durata di al massimo 15 minuti.
Prima di arrivare dov’è ora, Botta, che è architetto come il padre Mario, è passato dal cinema e dal teatro, dimostrando una creatività quasi innata. «Come formazione sono architetto, però ho sempre coltivato una passione per la cultura pop, quindi per fumetti, musica, graffiti, cinema e proprio nel cinema ho trovato un po’ il riassunto di tutte le forme d’arte, perché c’è scrittura, immagine, musica, colori e fantasia». La settima arte è stata comunque un espediente per continuare a giocare. «Quando ho presentato il mio primo lungometraggio nel 2003, mi ricordo che già allora avevo distribuito agli spettatori una citazione che parlava del gioco e senza stare a parlare del mio vecchio film, sotto sotto il messaggio della pellicola era quello del «stiamo giocando al cinema». Questo per dire che ho sempre vissuto il cinema come una forma di gioco».
È stato però durante il Covid che Botta ha dato la sua ultima svolta alla sua vita creativa. «Non ho più potuto vedere i miei amici e i miei attori, ci si è un po’ divisi,ognuno è andato per la sua strada e quindi ho cominciato a sfogare la mia creatività in un altro modo, iniziando a fare questi giochi che sono venuti sempre meglio ed oggi eccoci qui», sottolinea, prima di spiegare nel dettaglio le regole di una delle sue creature. Quali? Per saperle non resta che acquistarle.