Il personaggio

L'atleta che prepara il cous-cous più alto del Ticino

Il corridore Elhousine Elazzaoui ha passato l'estate alla capanna Brogoldone, sopra Lumino, a prepararsi per la grande gara a Locarno
Davide Illarietti
01.09.2024 06:00

Ogni mattina Elhousine esce alle sette, quando il sole è appena sorto sul pizzo di Claro, e inizia a correre. In giro ci sono solo marmotte, qualche capra e il lupo. «Mi è capitato di vederlo, una volta, e si è messo a correre anche lui» racconta. «È stato bellissimo».

Da due estati, la capanna Brogoldone è diventata la base di Elhousine Elazzaoui per allenarsi ad alta quota. A 1910 metri di altitudine le condizioni sono perfette per il suo corpo leggero : aria fresca, salite e discese, la stessa pace del deserto.

Ieri è tornato un po’ prima dalla corsa e si è messo ai fornelli. Da quando è ospite fisso all’alpe il sabato è il giorno della tajina: polenta e brasato lasciano il posto a cous-cous e polpette di capra, le spezie arrivate direttamente dal Marocco - «le prepara mia madre con le sue mani» - riempiono l’aria montana di profumi lontani. «È il mio modo per ricambiare l’ospitalità e il supporto che ricevo» racconta Elhousine, che tutti chiamano «Hassan». A volte indossa il turbante e una lunga tunica berbera, versa il tè agli escursionisti come faceva un tempo tra le sabbie del Sahara. «Per la gente è una sorpresa - sorride - lo apprezzano sempre molto».

Dal Marocco al Ticino

Quello di preparare la tajina più alta della Svizzera - probabilmente d’Europa - non è il solo record che il 32enne ha accumulato da quando, sei anni fa, è arrivato in Ticino. Da mesi è in testa alla classifica della Golden World Trail Series, il campionato mondiale di corsa in montagna. L’anno scorso ha stabilito un primato imbattuto proprio a Claro, nella leggendaria Claro-Pizzo che si tiene ogni anno a inizio ottobre: 2.500 metri di dislivello, 9,2 km di percorso da mozzare il fiato (letteralmente). Ci ha messo un’ora e 31 minuti, come fosse in pianura.

foto Cdt - Putzu
foto Cdt - Putzu

Forse anche per questo il campione marocchino è così legato ai monti del Bellinzonese, oltre che per i rapporti umani che ha creato negli anni. «Tanti atleti nella mia disciplina vanno ad allenarsi a San Moritz, sulle Dolomiti o a Livigno» spiega. «Per me sinceramente non c’è posto migliore di questo. Il territorio è impareggiabile, la gente fantastica, sono circondato da affetto e supporto e questo per me è importantissimo» ringrazia. «Da solo, non arriverei da nessuna parte».

«Correte, correte tutti»

Prima di arrivare in Ticino Elazzaoui accompagnava i turisti nelle escursioni nel Sahara, nell’altipiano di Zagora vicino al confine con l’Algeria. Un’attività che la sua famiglia, di etnia berbera e nomade per tradizione, pratica ancora assieme alla pastorizie.

«Mai avrei pensato di diventare un atleta. Per me correre era una cosa naturale, fin da bambino» racconta. Il talento straordinario di Elhousine è stato scoperto un po’ per caso: la cultura della corsa in montagna è arrivata in Marocco solo di recente. «Sono cresciuto senza scarpe da corsa, il contapassi o le attrezzature moderne con cui oggi si preparano gli amanti di questo sport per me erano cose sconosciute» spiega. «Sono venute dopo».

A non essere cambiato è il rapporto di Elhousine con la natura, un legame fortissimo che lo unisce alle montagne di Claro come a quelle dell’Atlante, e prima di lui i suoi antenati nomadi. «Per me la natura e la corsa rappresentano una sola cosa: la libertà» confessa. «È una filosofia di vita a cui vorrei condividere con più persone possibile. Lo dico sempre a tutti: correte, correte, correte».

La grande gara

A sentire lui sembra facile. In realtà dietro al veloce entusiasmo di «Hassan» oggi c’è una preparazione costante, un team di amici e supporter che lo seguono - dal lato sportivo a quello sanitario-psicologico, «non smetterò mai di ringraziare tutti» - e un’enorme motivazione che si alimenta di gara in gara.

Elhousine non ha partecipato all’ultima competizione svizzera nella sua disciplina, la Sierre-Zinal di agosto - ha però contribuito a far gareggiare tre atleti marocchini, una «grande soddisfazione» per lui - e ha deciso di concentrarsi su altre sfide. Partirà per la California l’11 settembre - due gare, a San Francisco e Mammoth Lakes - dove conta di accumulare punti in classifica in vista del grande appuntamento: la finale mondiale Golden World Trail che si terrà a Locarno dal 17 al 20 ottobre. «Un evento importantissimo, è la prima volta che si svolge in Ticino» dice Elhoussine pieno di emozione. «Non posso assolutamente deludere le tante persone che finora hanno creduto in me».

Zafferano, curcuma, cumino, zenzero. I segreti del talento di Elhoussine si nascondono, forse, nella sua tajina. «Sono cresciuto nel deserto a datteri e tè, non mi sono mai abituato alle diete sportive che avete qui» confida sorridendo. Non tutti gli escursionisti che accorrono alla capanna Brogoldone, il sabato, vanno via con la stessa leggerezza. Ma sorridono come Elhousine e gli augurano mille e una vittoria.

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