Le zone d'ombra di Fufi
Hanno gli occhi dolci, soprattutto da cuccioli. Occhi a cui è difficile resistere. Tanto che negli ultimi anni gli animali domestici in Svizzera sono talmente aumentati da raggiungere la cifra record di 1,8 milioni di gatti e 500 mila cani. Numeri mai visti prima. Che probabilmente cresceranno ancora. Perché una popolazione sempre più anziana, non solo in Svizzera (dove entro il 2050 le persone con oltre 65 anni aumenteranno di oltre il 50%), ma in tutto il mondo, ha bisogno anche di compagnia. Di un amico dagli occhi dolci con cui condividere i momenti della propria vita. Soprattutto in città, dove già oggi vive la maggior parte della popolazione. Tra le mura amiche di un appartamento. Ma numeri da capogiro significano anche più animali domestici da curare, tra malattie e infortuni. E così negli ultimi anni in Svizzera sono «esplosi» anche gli studi e le cliniche veterinarie. Spuntati come funghi quasi a ogni angolo di strada. Assieme a loro sono spuntate però anche alcune zone d’ombra.
Le zone d’ombra
«In Ticino non abbiamo una legge che regola le specializzazioni veterinarie - spiega Andrea Togni, presidente dell’Ordine dei veterinari del Canton Ticino - così chiunque può fregiarsi di una specializzazione senza che nessuno controlli». Ma non è tutto. Togni lamenta anche un certo lassismo nel caso dell’apertura di ospedali e cliniche veterinarie. «Oggi posso aprire un ospedale veterinario in un monolocale senza che qualcuno ritenga di fare qualcosa. Altrove non è così. Negli altri Cantoni gli ospedali veterinari si definiscono tali quando sono collegati alle università, come a Zurigo e a Berna». Togni insomma lamenta un’opacità a più livelli. «Con leggi più precise verrebbe garantita la necessaria trasparenza nei confronti dei proprietari». Sì, perché un veterinario oggi può autodefinirsi specialista in qualsiasi ramo senza che nessuno batta ciglio, come sembra il caso oggi, secondo quanto sostiene il presidente dell’Ordine dei veterinari del Canton Ticino. «Servirebbero più trasparenza e informazione a beneficio dei proprietari e dei loro amati animali - ripete Togni - anche perché il rischio è quello di accorgersi delle conseguenze troppo tardi».
Cure e trattamenti di qualità comunque non mancano. Anzi, sono la regola. Anche perché l’organizzazione della medicina veterinaria oggi si avvicina a quella della medicina «umana». Al punto che attrezzature e macchinari sono spesso gli stessi per uomini e gatti.
Le specializzazioni
Da qui l’espandersi delle specializzazioni. Ad esempio in oncologia, medicina interna, chirurgia, anestesia, diagnostica per immagini, neurologia... Specializzazioni che a livello europeo sono riconosciute da un organismo certificatore (l’EBVS) a patto di aver superato con successo una rigorosa formazione post-laurea (della durata di 4 anni) e tutta una serie di esami e istruzioni. In Svizzera esiste invece la specializzazione FVH post-laurea di almeno 3 anni organizzata e riconosciuta dalla Società delle veterinarie e dei veterinari svizzeri.
Nulla di improvvisato, insomma. Anche perché i numeri di capogiro registrati in Svizzera fanno il paio con quelli europei. Dove si sta assistendo ormai da anni alla corsa al gattino. E di conseguenza nascono e si diffondono anche regole e regolamenti. Come quelli che in Austria, Germania, Italia e Francia obbligano i veterinari a iscriversi al proprio Ordine nazionale. Cosa che in Svizzera invece non avviene. «Perché non c’è alcun obbligo», precisa Togni.
Un mercato mondiale in crescita
Di sicuro a livello generale il settore sta vivendo un periodo di continua crescita. Perché più animali da compagnia significano più studi e cliniche veterinarie. E con più datori di lavoro nascono anche molti nuovi impieghi. Tanto che il settore lamenta una carenza di personale. Anche qualificato. Così come è emerso a inizio dicembre in un convegno organizzato a Costanza dalle associazioni di veterinari svizzere, austriache e tedesche. «La medicina veterinaria è un mercato in crescita mondiale - ha detto in quell’occasione Hanspeter Weber, presidente dell’Associazione dei veterinari svizzeri - che può essere realizzato solo con personale adeguato e formato per soddisfare le possibilità e le esigenze dei clienti».