A spasso nel tempo

L'eccezionale telescopio nel deserto cileno di Atacama

1. aprile 1999
i quattro telescopi che ai 2.635 metri del Cerro Paranal formano il «Very Large Telescope». © ESO
Nicola Bottani
Nicola Bottani
06.04.2025 06:00

Era il 1. aprile 1999, ma non era uno scherzo ciò che è accaduto quel giorno nel deserto cileno di Atacama, considerato il più arido del mondo e il cui cielo, quindi, è eccezionalmente limpido. Un grande atout per fare osservazioni astronomiche e difatti, ai 2.635 metri di quota del Cerro Paranal, è situato il VLT, acronimo di «Very Large Telescope». È gestito dall’ESO, ossia l’Osservatorio europeo australe, organizzazione nata nel 1962 e nella quale sono rappresentate 16 nazioni del Vecchio Continente, fra cui la Svizzera. Il quartier generale dell’ESO è a Garching, nei pressi di Monaco di Baviera. Torniamo però al primo giorno di aprile di 26 anni fa. È infatti in quella data che ha iniziato la sua vita operativa il VLT, che così viene descritto dall’ESO: «Il VLT è un basato sulle più recenti tecnologie. Non è costituito da un solo telescopio, ma è una serie di quattro telescopi [...], ciascuno dotato di uno specchio principale di 8,2 metri di diametro. Con uno di questi telescopi si sono ottenute immagini di corpi celesti molto deboli, fino a magnitudine 30, dopo esposizioni di un’ora. Questo equivale a vedere oggetti 4 miliardi di volte meno luminosi di quelli visibili a occhio nudo. Completano il VLT quattro telescopi ausiliari mobili, di 1,8 metri di diametro». Ora, nel deserto di Atacama, l’ESO sta costruendo uno strumento ancora più potente, l’«Extremely Large optical/infrared Telescope». Ossia un telescopio ottico e a infrarossi il cui specchio primario ha un diametro di ben 39 metri.

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