L'ex disc-jockey che ipnotizza il mondo
Paul McKenna ha 60 anni, è nato ad Enfield, a nord di Londra, ed è uno dei più famosi ipnoterapisti al mondo. I suoi libri hanno venduto più di 10 milioni di copie e sono stati tradotti in oltre 30 lingue. McKenna è l’autore di saggistica più venduto in Gran Bretagna ed ha da poco pubblicato il suo ultimo volume Success For Life. Achieving Your True Potential. Oggi dirige la più grande organizzazione di terapia d’ipnosi ma, forse, molti non sanno che arriva dal mondo dello spettacolo. Nasce infatti come showman. E l’ipnosi era parte di uno show comico in cui usava le sue doti per convincere il pubblico a comportarsi in modo buffo sul palco. Alla fine degli anni ‘80 è arrivata la svolta, e ha iniziato a impiegare l’ipnosi per aiutare le persone a migliorare la propria vita e se stessi: dimagrire, smettere di fumare, star meglio.
Ma come è cominciata la tua carriera?
«Facevo il disc jockey in Gran Bretagna, tra l’altro, se ricordi bene - dice sorridendo - lo facevo proprio con te su Radio Caroline. Un giorno andai ad intervistare un ipnotizzatore che mi propose di essere ipnotizzato da lui per conoscere meglio il suo modo di lavorare. Io, ovviamente, accettai».
Perché ovviamente?
«All’epoca stavo attraversando un periodo difficile, mi ero separato dalla fidanzata, a livello lavorativo non funzionava molto bene e la situazione non era rosea neanche con i miei co-inquilini. Tanto vale provare, mi son detto: non poteva andare peggio di così!».
E come andò a finire?
«È stata un’esperienza fantastica. Grazie a questa persona sono riuscito a capire che tutti i miei problemi erano risolvibili e che avrei potuto star bene fin da subito. Gli chiesi di prestarmi un libro sull’ipnosi. Me ne diede uno di Richard Brandler, colui che scoprì la Programmazione Neuro Linguistica e che diventò in seguito anche il mio mentore».
Da qui partì tutto?
«Grazie a innumerevoli studi, determinazione e alle mie «doti» di cui ero a conoscenza ma che non sfruttavo appieno, imparai l’ipnosi e incominciai a sperimentare sui miei amici al punto di arrivare a fare piccoli show nei bar e nei club in giro per l’Inghilterra».
C’è stata una svolta. E quando?
«Sì. In seguito mi trasferii a Londra dove la radio per la quale lavoravo possedeva, in centro, un grande teatro. A quel punto, era la fine degli anni ’80, mi venne l’idea di creare uno spettacolo basato sull’ipnosi che ebbe un enorme successo. Fui notato da un produttore televisivo che mi invitò a condurre una trasmissione settimanale che presto diventò il programma più seguito in Gran Bretagna nei primi anni Novanta».
L’ipnosi è spesso vista con sospetto. Come sei riuscito a superare questo scetticismo?
«È vero. Fino a circa 40 anni fa l’ipnosi era considerata una specie di pseudo-scienza. Quasi come il voodoo! Ma nel frattempo è stata fatta tanta ricerca e numerosi studi anche a livello universitario. Oramai è considerata una terapia sicura ed efficace. Oggi l’ipnosi è riconosciuta anche scientificamente come terapia, funziona per la maggior parte della gente. È sicura ed efficace ed è stata anche approvata da enti come The American Psycological Association».
È stato difficile far comprendere questa disciplina a un pubblico vasto?
«Dopo gli spettacoli divertenti ho cominciato a realizzare dei programmi in televisione più seri in cui dimostravo, davanti al pubblico, come l’ipnosi potesse aiutare tutti a superare le loro grandi e piccole paure; dalla paura di volare alle paure dei serpenti o della claustofobia».
In parole semplici, come funziona l’ipnosi?
«In sintesi: gran parte di quello che noi facciamo nel quotidiano è regolato dal subconscio. Sono cose che facciamo senza pensarci. Il subconscio è la parte della mente che sta sotto la coscienza del nostro cervello, dove sono archiviate tutte le nostre abitudini. Per esempio nessuno pensa quando si alza, adesso mi lavo i denti! Lo si fa senza pensare».
Solo per abitudine?
«Sì, invece la parte conscia del cervello è quella che usiamo per prendere le decisioni più ragionate; ad esempio: adesso chiamo tizio. Quando saliamo in macchina non pensiamo adesso schiaccio la frizione, lo si fa e basta».
E cosa c’entra l’ipnosi in tutto questo?
«L’ipnosi reagisce ed influenza il subconscio. Funziona così: di solito si cerca di fare rilassare il paziente e gli si chiede di fissare il pensiero su un’idea. È un po’ come quando guardi un film emozionante. Ti concentri sullo schermo e non ti accorgi dell’ambiente in cui ti trovi. Vivi l’emozione grazie allo schermo. Credi veramente in ciò che stai guardando. L’ipnosi ci permette di cambiare le decisioni che prendiamo nel appunto nel subconscio».
Fra tutti i libri che hai scritto ne hai uno preferito, che secondo te è significativo?
«Sì, indubbiamente. È I Can Make You Rich (Ti posso far diventare ricco) anche se il libro che ha venduto di più é I Can Make You Thin (Ti posso fare dimagrire). I Can Make You Thin è il libro di self-help (auto aiuto) più venduto in Gran Bretagna e arrivò secondo nella classifica dei best-seller in USA (dietro il libro di Barak Obama). Invece I Can Make You Rich è quello che mi ha dato più soddisfazioni».
Di cosa parli?
«Ho preso i concetti da un libro scritto nel 1937 da Napoleon Hill che si chiamava Think & Grow Rich che è uno dei bestsellers di tutti i tempi e l’ho aggiornato ai tempi nostri. Il libro di Hill è fortissimo ma ha 80 anni. Adesso sappiamo molto più cose».
È stato un successo.
«Mi sono accadute un paio di situazioni strane mentre stavo pensando a I Can Make you Rich. Mi chiamò Richard Branson (CEO del gruppo Virgin) che mi chiese una consulenza. Mi chiese poi quanto volessi per la consulenza e gli dissi: facciamo un accordo, sto scrivendo un libro, e vorrei «studiarti» un po’. Se poi il libro ti piace mi scriveresti l’introduzione? E così è andata».
Hai lavorato con tanti pazienti.
«Dopo Branson ho fatto lo stesso con Stelios Haji-Ioannou (Easy Jet) e tante personaggi simili. Personalità ricche non solo economicamente ma anche e soprattutto ricche emotivamente. Devo dire che dopo la pubblicazione di I Can Make You Rich anche le mie entrate sono aumentate notevolmente. Con il mio team abbiamo testato 12 persone e tutte, nell’arco di un anno, hanno visto i loro guadagni aumentare in una maniera notevole».
Li hai fatti diventare ricchi?
«Ripeto, non solo i loro guadagni sono aumentati ma le loro vite sono diventate più ricche. Sono diventati più ricchi certo, ma anche più felici. Stiamo anche per ristampare il libro».