L'inaspettato regalo del cavalier Giuseppe Bassi
Correva il primo mese del 1894 e il 26 di quell’ormai lontano gennaio il «Corriere del Ticino» riferiva che il Comune di Viganello aveva ricevuto un inaspettato dono. Dalle colonne della «Provincia di Vicenza» si venne a sapere che presso la locale Pretura era stato pubblicato il testamento segreto di tale cavalier Giuseppe Bassi, originario di Viganello e al cui Comune «legò i suoi beni posti in Isvizzera coll’obbligo di far 20 lire di carità, dispensando 5 lire di pane nelle quattro giornate nelle quali corre la morte dei suoi cari». I beni ereditati da Viganello, per la cronaca, consistevano «in alcuni appezzamenti di terreno del valore di qualche migliaio di franchi». Il cavalier Bassi lasciò un testamento lungo e in certe parti curioso. «Dopo i legati ai fratelli ed alle persone al suo servizio, trovansene altri a favore di un monumento a Mazzini, alla Società di cremazione, alla loggia massonica, ai fattorini del Caffè Nazionale e lire 2 al lustrascarpe, con raccomandazione agli eredi di trattar bene la sua cavalla Ninfa, la capra, il caprone e i quattro gatti d’Angora», come scrisse ancora il «Corriere del Ticino». Ma quelle 2 lire al lustrascarpe? Parrebbero un gesto da tirchi, da braccine corte... Oggi corrisponderebbero a 9,92 euro, ossia a 8,45 dei nostri franchi. Ciò significa dunque che a Viganello, nei giorni designati dal cavalier Bassi, di pagnotte ai poveri se ne sarebbero potute distribuire più di un paio o tre, considerando che al giorno d’oggi un franco speso nel 1894 ne varrebbe una decina almeno.
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