Società

L’incredibile viaggio di una coppia ticinese che ha visitato 15 Paesi rinunciando all’aereo

Due anni fa due giovani del Bellinzonese hanno deciso di attraversare le due Americhe in maniera «slow»
Eli Barelli e Giò Da Vinci sul Passo Punta Union cordillera blanca, Perù.
Prisca Dindo
07.07.2024 18:00

Più di trentamila chilometri percorsi tra auto barche treni bus e autostop. Quindici Paesi visitati in un anno e mezzo: Canada, Stati Uniti, Messico, Guatemala, Salvador, Nicaragua, Costa Rica, Panama, Colombia, Ecuador, Perù, Bolivia, Argentina, Cile, Brasile. Cinquecento ventinove giorni trascorsi insieme.

Sono i numeri dell’incredibile avventura vissuta da Elisa «Eli» Barelli, 27 anni e Gioele «Giò» Da Vinci, 26 anni. Due anni fa i due giovani del Bellinzonese hanno deciso di attraversare le due Americhe senza aerei. Una scelta «on the road» dettata innanzitutto da motivi ambientalistici: come molti millenials Eli e Giò sono «green», e volare, si sa, ha un impatto negativo sul clima, a causa delle massiccia emissione di CO2.

Nella giovane coppia era nato il desiderio di un viaggio diverso, più lento. Anche perché, come scriveva il giornalista Tiziano Terzani, «appena si decide di farne a meno, ci si accorge di come gli aerei ci impongono la loro limitata percezione dell’esistenza; di come, essendo una comoda scorciatoia di distanze, finiscono per scorciare tutto: anche la comprensione del mondo».

Una percezione del viaggio «slow» che la coppia ticinese ha voluto vivere sulla propria pelle. «Se ripensiamo a quando siamo partiti e come siamo ora - scrivono i due sul loro profilo Instagram - ci viene da ridere. Quante ne abbiamo passate, quanta gente meravigliosa abbiamo incontrato, quante prime volte quanti insegnamenti; quanto siamo cambiati. Certo, c’è voluto tanto tempo, ma grazie a questo viaggio abbiamo vissuto un’esperienza davvero unica».

Stufi del «posto fisso»

L’idea di partire alla scoperta delle Americhe nasce nel 2020, quando nel trantran dei due giovani qualcosa si spezza. «Il caso ha voluto che ci conoscessimo proprio quando io stavo rivoltando la mia vita - spiega Eli - ero stufa di tutto, a partire dal mio lavoro e scoprii che pure Giò non ne voleva più sapere di stare in ufficio. Non ci sentivamo più bene nei nostri ruoli. Perciò ci siamo detti: «ma allora, perché non partire per capire cosa vorremmo davvero fare da grandi?» Visto che non vedevamo alternative optammo per il grande viaggio, raggiungere senza aerei Ushuaia, la città più a sud del mondo, giù in fondo all’Argentina, partendo dal Canada! Data del rientro: nessuna».

«Spendevamo meno di 20 franchi al giorno»

Poco dopo arriva la pandemia e i due sono costretti a rinviare il viaggio «in un primo momento ci siamo rimasti male ma poi abbiamo approfittato dei due anni per risparmiare altri soldi». Finalmente, arriva il grande giorno. Con l’approvazione dei genitori, Eli e Giò si licenziano e il 7 settembre 2022 partono con il sacco sulle spalle. Prima destinazione Vancouver, Canada. «Io sono partita con tanta paura, pensavo che i soldi non ci sarebbero mai bastati, temevo di dover tornare prima. In realtà viaggiando lentamente ci si rende conto che basta avere poco. Ci si adegua al ritmo della giornata, lasciando fuori dalla porta qualsiasi lusso stellato. Alla fine, muovendoci con questo spirito, abbiamo speso meno di 20 franchi al giorno senza farci mancare nulla».

Lavoro volontario in cambio di vitto e alloggio

Nei Paesi dove rimangono più a lungo, i due ticinesi lavorano in cambio di vitto e alloggio. Merito di Workaway, una piattaforma online molto gettonata da chi effettua viaggi senza scadenze temporali. Le attività che si possono svolgere subito e sul posto grazie a questa piattaforma sono tra le più svariate: dall’insegnamento di una lingua alla ristorazione, dal baby sitting al facchinaggio. «In Bolivia abbiamo trovato lavoro come giardinieri da uno sciamano che viveva da solo in mezzo al nulla; per noi è stata un’esperienza fantastica vivere per diverse settimane così lontani dal mondo!».

Paura? Soltanto negli Stati Uniti

Tra le quindici nazioni attraversate dai due ragazzi ce ne sono alcune che riempiono le pagine di cronaca nera dei giornali di tutto il mondo. Messico, Guatemala, Colombia. Paesi nei quali i delitti efferati sono all’ordine del giorno. «Eppure è soltanto negli Stati Uniti dove abbiamo avuto paura. In città come Los Angeles il degrado è tangibile, la gente sta male fisicamente e psicologicamente; al mio ragazzo hanno tirato un pugno senza motivo alcuno, mentre viaggiavamo su un bus».

Quanta generosità in Argentina!

È l’Argentina a conquistare il cuore dei due viaggiatori slow. «L’abbiamo attraversata in autostop e gli argentini che ci raccoglievano sul ciglio della strada si facevano in quattro per garantirci oltre che il passaggio, pure l’ospitalità. Le sorprese a livello umano sono state tante, forse perché ci siamo dati subito da fare per imparare lo spagnolo e ciò è sempre apprezzato dalla gente. È stato davvero bello vedere tanta generosità anche tra chi ha poco da offrire!».

Non ci fermeremo

A Ushuaia il viaggio giunge al termine. I due bellinzonesi rientrano in Ticino con un mare di esperienze da condividere con gli amici. «Cosa ci ha dato questa esperienza? Innanzittutto Giò ed io ci siamo conosciuti bene, sia come coppia sia come persone singole. Durante questo anno e mezzo abbiamo dovuto prendere decisioni da soli, vedere il mondo con i nostri occhi. Siamo cambiati. Inoltre abbiamo imparato ad apprezzare cosa abbiamo qui da noi. Vedere tanta povertà fa riflettere. Cosa faremo ora? Presto prepareremo di nuovo il sacco per affrontare una nuova avventura slow in Asia e forse pure in Australia. Chissà, magari questa volta riusciremo a capire cosa faremo da grandi».

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