L'intelligenza umana per salvare il clima

Per ragioni professionali più volte alla settimana viaggio in treno fra il Ticino e Zurigo. Neanche partiti e lo scompartimento diventa un open office: perfino sotto il Gottardo, con circa 2000 metri di granito sopra di noi, sfrecciando a 200 km/h, c’è chi effettua videoconferenze, chi si guarda l’ultima serie di Netflix, chi lavora su dossier complicati. Mi chiedo cosa penserebbe il mio bisnonno, Battista Gaja, classe 1861, capotreno sui treni a vapore, proprio sulla linea del Gottardo. Mondi completamente diversi, a distanza di sole 2 - 3 generazioni. Due parole-chiavi permettono di capire come sia stata possibile una trasformazione così profonda e rapida: intelligenza e energia.
Ogni azione ha bisogno di energia
L’intelligenza di scienziati, ingegneri, tecnici, …che hanno capito come sfruttare a nostro vantaggio i processi che avvengono in Natura. Hanno costruito macchine e strumenti, sviluppato processi industriali, assemblato reti elettriche e di comunicazione, …per togliere gran parte della fatica e delle scomodità che caratterizzavano la vita ai tempi dei nostri nonni e bisnonni. Ma la sola intelligenza non sarebbe stata sufficiente. Ogni nostra azione necessita di energia, poca o tanta che sia. Dalla scoperta dei combustibili fossili (carbone, petrolio e gas naturale), da cui prese avvio la Rivoluzione industriale, abbiamo a nostra disposizione dei combustibili straordinari: in poco volume, tanta energia e a costi irrisori. Purtroppo le leggi della Natura, le medesime che utilizziamo a nostro favore, fanno sì che il processo di combustione di carbone, petrolio o gas naturale, produca sempre anche dell’anidride carbonica. Inevitabilmente.
La temperatura media è aumentata di 2.9 °C
Sempre secondo tali leggi l’anidride carbonica, una volta raggiunta l’atmosfera, vi rimane per secoli, interferendo con gli scambi energetici fra l’energia che arriva dal Sole verso la Terra e quella che dalla Terra si allontana verso lo spazio. Con l’effetto finale netto di favorire l’accumulo di energia termica nell’atmosfera e negli oceani, accumulo che si manifesta con il riscaldamento globale in atto. Dall’epoca pre-industriale in Svizzera la temperatura annua media è aumentata di 2.9 °C, più del doppio rispetto all’aumento globale sull’intero pianeta. A testimonianza di come la regione alpina sia particolarmente delicata dal punto di vista dei cambiamenti climatici. Temperature dell’aria e degli oceani più elevate significano disponibilità di più energia nella macchina climatica terrestre con conseguente impatto su tutta una serie di fenomeni.
L’aumento delle ondate di caldo
Dalla modifica delle zone di precipitazione su scala globale, all’aumento della frequenza delle precipitazioni intense. Dall’aumento delle ondate di caldo un po’ in tutto il mondo, all’acuirsi dei periodi di siccità su scala regionale. L’intelligenza con la quale in poche generazioni abbiamo trasformato la nostra società, ci dà gli strumenti per capire quello che stiamo vivendo e identificare le cause dei cambiamenti climatici in atto. A differenza dei cambiamenti climatici del passato, quelli attualmente in corso hanno la loro origine nell’anidride carbonica emessa durante i processi di combustione di petrolio, carbone e gas naturale. Non è l’unica causa, ma quella principale. Sempre l’intelligenza umana, ci ha messo a disposizione dei potenti modelli di simulazione in grado di delineare i possibili scenari climatici da attendersi fino alla fine del secolo in corso. Essi forniscono una brutta e una buona notizia. La brutta notizia è che i cambiamenti in atto non si possono più arrestare completamente: proprio a seguito del tempo di permanenza dell’anidride carbonica nell’atmosfera, dovremo imparare a convivere in futuro con un clima ulteriormente differente rispetto al passato, caratterizzato da frequenti fenomeni estremi, ad alto impatto sul territorio. Un certo sforzo di adattamento è dunque inevitabile.
Siamo ancora in tempo ma...
La buona notizia è che agendo oggi in modo incisivo, adottando al più presto i provvedimenti per abbandonare i combustibili fossili, siamo ancora in tempo per limitare e arginare l’impatto dei cambiamenti climatici nei prossimi decenni. Evitando dunque di incamminarci verso dei cambiamenti veramente irreversibili o così ampi per i quali anche le misure di adattamento faticheranno a essere efficaci. L’intelligenza umana ci ha permesso di trasformare completamente la società e la vita dei singoli individui dai tempi dei nostri nonni e bisnonni. Se utilizzata correttamente essa ci permetterà di andare oltre l’attuale società basata sui combustibili fossili, permettendo a chi alla fine del XXI secolo pendolerà fra il Sud e il Nord delle Alpi, di ammirare ancora un tipico paesaggio alpino, così come lo conosciamo oggi, con neve e ghiacciai. Un ambiente particolare, in cui affondano le nostre radici, tanto bello quanto ricco di pericoli naturali. L’estate 2024 ci ha ricordato quanto può essere pericoloso vivere nelle Alpi. Proteggere il clima significa proteggere noi stessi come abitanti di una regione particolarmente sensibile ai cambiamenti climatici.