L'intervento su misura
Nei primi giorni di maggio, all’Ars Medica di Gravesano si è svolta una prima assoluta a livello cantonale, l’impianto di una protesi inversa su misura (custom made) alla spalla destra di una signora di 84 anni. Un lavoro di concerto tra il dottor Francesco Marbach, specialista in Chirurgia ortopedica e traumatologia dell’apparato locomotore alla clinica di Gravesano, e la LimaCorporate con il suo team ProMade di San Daniele, azienda italiana leader nella produzione di impianti ortopedici. Con lo specialista abbiamo ripercorso le tappe di questo intervento.
La rilevazione del «problema»
Iniziamo con una distinzione. «Nel campo delle protesi, ci sono protesi standard e protesi su misura, in inglese custom made - spiega il dottor Marbach -. Queste si rendono necessarie quando si riscontra un’anomalia ossea che non può essere corretta chirurgicamente utilizzando le protesi già presenti sul mercato. Nel caso della signora 84.enne sulla quale siamo intervenuti, l’anomalia era troppo importante, sì da rendere necessaria la realizzazione di un impianto su misura». Nel dettaglio, prosegue lo specialista, «alla paziente avevo già operato con successo una protesi standard alla spalla sinistra, per la spalla destra invece il consumo della glena rilevato dalla TAC era troppo importante».
Dalla progettazione alla produzione
Fase 1. «Una volta accortomi che la spalla era troppo compromessa sono subito entrato in video contatto con un ingegnere in grado di valutare, tramite uno specifico programma di lettura della TAC, se vi fossero altre opzioni di protesi prima di dover realizzare una protesi su misura. Abbiamo visto che purtroppo altre possibilità non c’erano».
Fase 2. . «A questo punto ho inviato tutta la documentazione alla LimaCorporate di San Daniele, dove un’équipe di ingegneri e informatici realizza protesi su misura coinvolgendo direttamente l’operatore». In questo caso il dottor Marbach. «Il lavoro con l’équipe è stato fantastico - osserva l’esperto ortopedico -. Hanno subito voluto conoscere le caratteristiche della paziente per poi entrare nel dettaglio: “se facciamo una glenosfera più grande, la mobilità è maggiore”, “se lateralizziamo, forse abbiamo una stabilità migliore”. Sottigliezze, ma coinvolgenti. L’obiettivo finale, la creazione di una protesi custom made che garantisse la migliore mobilità articolare possibile». Un lavoro di concerto, fatto di richieste, suggerimenti, accordi e disaccordi, fino al via libera per il passaggio dalla fase progettuale alla realizzazione dell’impianto e alla fase 3, l’intervento chirurgico.
In sala operatoria
Venerdì 3 maggio 2024. Con la paziente nella sala operatoria dell’Ars Medica, il dottor Francesco Marbach, il collega dr. Laurenz Jaberg, due ingegneri della LimaCorporate, Emanuela Veronesi e Silvia DiBernardo.
«L’intervento me lo sono studiato a memoria - osserva Francesco Marbach- ». Seguendo una procedura ben definita. Per impiantare una protesi custom made occorrono maschere guida (vedi riquadri sopra), realizzate al computer da ingegneri della LimaCorporate. L’aspetto fantastico delle maschere è che applicandole sull’osso del paziente permettono di sapere perfettamente dove praticare i fori. Occorre seguire step definiti, il passaggio allo step successivo è consentito solo se lo step precedente è stato eseguito a regola d’arte. Non puoi sbagliare. Una volta fatti i fori si procede all’impianto della protesi nella glena (la struttura anatomica della scapola, a forma di pera, rivestita di cartilagine che accoglie la testa dell'omero, n.d.r.)». Il finale? «L’intervento è andato veramente bene», commenta lo specialista.
Meno lesioni traumatiche, più degenerative
Il dottor Francesco Marbach, specialista in Chirurgia ortopedica e traumatologia dell’apparato locomotore alla clinica di Gravesano non si occupa naturalmente solo di interventi tanto eccezionali quanto non frequenti, la sua attività quotidiana lo vede incontrare molte persone afflitte da problemi alla spalla sia di origine traumatica, sia degenerativa. «Ci confrontiamo sì con lesioni traumatiche, penso agli infortuni patiti da chi pratica sport a tutti i livelli, ma soprattutto con lesioni degenerative senza infortunio. La spalla è un’articolazione molto sollecitata, l’unica che permette di compiere i movimenti in tutti i piani. Qui penso agli operai, a chi lavora nei cantieri o in magazzino, a tutti coloro che sollecitando quotidianamente la spalla vanno incontro a lesioni degenerative, a rotture di tendini a volte non più riparabili che necessitano allora l’impianto di una protesi». Il dottor Francesco Marbach ci riporta quindi alcuni dati messi a disposizione da Emanuela Veronesi di LimaCorporate.
«Nel 2023, sono state 246 le glene customizzate impiantate nel mondo, di cui 190 in Europa. In Svizzera, la prima protesi è stata messa nel 2016, poi non più fino al 2019. Tendenzialmente, fino al 2023 si parla di 1-2 impianti l’anno». Il 5 maggio 2024, all’Ars Medica di Gravesano si è quindi alimentata questa statistica inerente alle protesi inverse su misura custom made.