Cultura

L’irrequieto che resiste in una Mendrisio cambiata

Affacciata sul nucleo storico, la libreria «Dal libraio» di Mauro Paolocci è nata nel 1994 e negli anni ha visto cambiare molto attorno a sé.
Mauro Paolocci, 65 anni, è nato e cresciuto a Mendrisio. Ha aperto la libreria «Dal libraio» nel 1994. Oltre all’attività di libraio ha fatto anche l’insegnante di storia. © CdT/ Chiara Zocchetti
Andrea Bertagni
Andrea Bertagni
02.03.2025 15:30

Conoscere il proprio bacino di lettori per modellare la libreria sui loro gusti. Così da fidelizzarli, stabilire un legame duraturo. Che può diventare anche amichevole e di condivisione. Mauro Paolocci ha aperto la libreria «Dal libraio» a Mendrisio nel 1994. Quando ancora il Magnifico Borgo era un borgo davvero e via Pontico Virunio e Corso Bello, così come via San Damiano, erano ancora il nucleo storico del paese. E non soltanto delle strade attraversate una volta all’anno dalle Processioni Storiche. Per quelle strade, d’inverno, nei giorni che antecipavano le feste di Natale, scorrazzava ancora la slitta motorizzata guidata dal custode delle scuole elementari, Mario Tettamanti. Che divertiva più di un bambino. Ma non solo. C’erano anche tutt’insieme di negozi, dalla Manor al Delcò Sport, solo per fare alcuni nomi, diventati quasi dei punti di riferimento, che oggi non ci sono più. Al loro posto altri negozi ed esercizi pubblici. Perché tutto cambia. È inesorabile e voltarsi indietro significa solo fare un tuffo nei ricordi. In verità, non tutto cambia. La libreria di Paolocci è sempre lì con la sue vetrine e i suoi lettori.

«La maggior parte dei miei clienti sono quelli che ho costruito nel corso di questi 30 anni - spiega il diretto interessato -. Penso che sia una cosa un po’ comune per una libreria indipendente come la mia. Lettori fedeli, quindi, che vengono anche alle presentazioni e agli eventi che organizzo in libreria». Uno scambio perpetuo, quindi. Tra chi legge e chi vende letture. Che si è modellato nel tempo e continua fino a oggi. «La mia è una libreria generalista, ma anche mirata appunto - continua Paolocci - Conoscendo i miei clienti vado quasi sempre sul sicuro nei miei acquisti. Certo ogni tanto prendo qualcosa anche di nuovo per provare a vedere come va. Ma normalmente ho già un'idea di quale titolo possa andar bene per il mio tipo di clientela». Tutto ciò si traduce in scaffali di libri di narrativa italiana e straniera con una predilizione per la giallistica, «un genere che va davvero tantissimo». Gialli ma anche poesie. Così come quadri e altre forme artistiche. Perché potrà anche stupire ma la filosofia de «Dal Libraio» è sempre stata una e definita. «L’idea è stata subito quella di creare un punto di convergenza artistico. Libri certo, ma anche poeti, pittori, scrittori...».

La piccola casa editrice

Un’idea che si è fatta materia. Perché basta alzare lo sguardo sopra gli scaffali per rendersi conto della presenza anche di non pochi quadri appesi alle pareti. Ma il connubio tra arte e volumi si è concretizzato anche attraverso la creazione di una piccola casa editrice. «Tutto è iniziato nel 2007 - specifica il libraio - ero in una fase particolare della mia vita, mi trovavo in un momento in cui cercavo nuovi stimoli per andare avanti - di base sono infatti un irrequieto, ho bisogno quasi sempre di ricaricare le batterie, di fare tante cose, inoltre sopporto male che mi si dica questo non lo si può fare perché non lo si può fare... - così ho unito il mio essere uno scrittore per caso al progetto artistico che mi ha proposto il mio amico pittore Antonio Teruzzi».

Nascono così, prima piano piano, con le poesie appunto dello stesso Paolocci, poi sempre più affinandosi con racconti e prose di autori affermati come, solo per fare alcunu nomi, Fabio Pusterla, Alberto Nessi, Flavio Stroppini e Fabiano Alborghetti, le «edizioni fuoridalcoro». Piccole edizioni d’arte a tiratura limitata che mettono in dialogo poesia o prosa con opere d’arte in armonia coi testi e create appositamente da artisti nazionali ed internazionali. «Sono pubblicazioni realizzate interamente a mano e si presentano non come prodotto editoriale ma come preziosi oggetti d’arte. È un'attività che mi dà molta soddisfazione».

L’insegnamento

Tutto cambia, si diceva. Per alcuni è un’evoluzione. Per altri un’involuzione. Per Paolocci i cambiamenti sono invece una costante. Negli ultimi 16 anni della sua vita è per esempio tornato a insegnare storia. Un’attività, meglio un lavoro, che aveva fatto prima di diventare libraio. «Ho smesso di insegnare a settembre dello scorso anno per raggiunti i limiti di età. Anche se mi reputo un lupo solitario, un irrequieto, quasi un anarchico dal carattere libertario si può dire, ho anche bisogno di sviluppare una dimensione sociale che mi piace tantissimo e di cui ho necessità, perché mi piace tantissimo lo scambio con gli altri, il fatto di non sentirti solo, posso dire anchel’essere confortato dalla presenza altrui, dai suggerimenti degli altri, che accetto volentieri». Si spiega ad esempio così l’aver fatto parte in prima linea dell’associazione degli editori ticinesi, fino a diventarne presidente, o dell’associazione dei negozianti del nucleo storico di Mendrisio o ancora del comitato delle Processioni Storiche. Tutto è cambiato nella vita di Paolocci. Tutto tranne l’essere rimasto un libraio a Mendrisio. «Come mi vedo tra 5 o 10 anni? Difficile rispondere. Di sicuro mi sto calmando anche perché le energie vanno scemando».

La comunità

Anche il futuro della libreria è un punto interrogativo. Perché alla fine bisogna sempre far quadrare i conti. Un’operazione non facile, sempre. Che si collega al contesto in cui si è presenti. «Una comunità non è semplicemente la gente che vive una accanto all’altra. Una comunità si incontra, discute, si confronta e si diverte assieme. Il centro storico di Mendrisio ha una comunità di questo tipo? Me lo chiedo, sapendo che i commercianti sono in crisi. Anche perché non c’è più quella comunità, appunto, di paese che c’era prima».

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