Il reportage

L'oro vale come non mai e i ticinesi stanno svuotando i cassetti

E ovviamente c'è chi ne approfitta, a cominciare dai commercianti non sempre onesti – Viaggio attorno al metallo più prezioso di sempre
© CdT/Gabriele Putzu
Davide Illarietti
09.06.2024 06:00

Per ammirare il tesoro custodito sotto Balerna, come nelle fiabe, bisogna superare una serie di ostacoli. Metal-detector, perquisizioni e una porta di metallo spessa mezzo metro. La security segue nei sotterranei i rari visitatori, dotati di un badge personale che ne registra gli spostamenti.

È una prudenza comprensibile. Portare via l’equivalente di una barretta di cioccolato dalla raffineria Valcambi - la più grande in Svizzera - frutterebbe come una rapina in banca. I pochi che ci hanno provato in passato - dipendenti poi licenziati in tronco - sono stati «pizzicati» senza difficoltà dal sistema di sicurezza e denunciati.

Un record storico

«Il trucco per lavorare qui è non pensare al valore che ti sta intorno» spiega il magazziniere mentre sposta i pacchi dal «muletto» al tavolo delle spedizioni. Nel suo spazio di lavoro - una sessantina di metri quadri - si trovano a occhio e croce centinaia di milioni di franchi di oro purissimo, ma lui non li conta. «Se ci pensassi - confida - sarei finito».

Anche perché il valore dell’oro cambia di continuo e negli ultimi tre mesi non ha fatto che aumentare, raggiungendo un record storico a fine maggio (71.000 franchi al kg, contro i 57.000 di febbraio). Questo, oltre ad accrescere del 20 per cento il valore del «tesoro» di Balerna - nei depositi della Valcambi, di cui abbiamo visto solo un esempio, transitano ogni anno 1.400 tonnellate di oro grezzo - ha un impatto non indifferente anche sui «tesoretti» custoditi nelle case di tanti ticinesi. Dove le misure di sicurezza, però, sono molto meno efficienti.

Il ritorno dei «compro oro»

Che il settore sia in fermento, lo si vede dalle «reclame» su internet e sui giornali. Agli operatori stabili, registrati presso l’Ufficio centrale del controllo dei metalli preziosi, si aggiungono i «compro oro» mordi-e-fuggi che organizzano eventi presso alberghi, ristoranti o magazzini. L’obbligo di autorizzazione, introdotto il 1 gennaio 2023, scatta solo oltre una certa soglia di fatturato (50mila franchi l’anno) e i controlli non sono facili. «Facciamo buoni affari, il momento è favorevole e la gente ne approfitta» spiega Lorenzo (cognome ignoto) che la prima settimana di giugno ha affittato una sala presso un hotel di Gordola. Acquista oro «fino a 75 franchi al grammo» o almeno così dichiara.

I prezzi troppo luccicanti non devono trarre in inganno, però. Durante la contrattazione (rigorosamente senza bilancia) possono scendere fino a un terzo, mentre per confondere chi vende - spesso persone anziane - i «furbetti» fingono di super-valutare vecchie pellicce o chincaglierie di poco conto. «È un vecchio trucco che torna sempre buono, specie nei momenti di maggiore richiesta» spiega Fabio Luraschi, direttore del negozio di numismatica Erwin Dietrich di Zurigo. «Dovrebbe essere un campanello d’allarme».

Richieste in aumento

Il proliferare di specchietti per le allodole è un segno del fermento: per fortuna non l’unico. Anche gli acquirenti di «materie da fondere» autorizzati dalle Dogane segnalano un aumento della richiesta. In un anno e mezzo sono 45 in Ticino quelli che si sono annunciati presso l’apposito registro pubblico (308 a livello svizzero) concentrati soprattutto nel Luganese e nel Mendrisiotto.

«Faccio questo lavoro da vent’anni e non avevo mai visto niente di simile» confida Chiara, che a Muzzano gestisce un negozio dell’usato: figura nella lista, ma è specializzato in arredamento e vestiti. «I metalli preziosi non sono il nostro business abituale - ammette - ma nei momenti di forte rialzo effettuiamo puntualmente dei ritiri. Nell’ultimo mese sono venute diverse persone a proporre i propri ori».

Il Ticino è un cantone dorato, del resto. Qui si fondono tre quarti dei lingotti prodotti in Svizzera: ma le raffinerie industriali del Mendrisiotto, che fino agli anni ‘60 avevano degli spacci aperti alla popolazione, oggi lavorano solo con grandi quantitativi provenienti dall’estero. I piccoli risparmiatori devono rivolgersi a piccoli intermediari.

I commercianti «dormienti»

«In Ticino è difficile vivere soltanto con il commercio di oro» ammette Danilo Pedrazzetti della numismatica Nova Marketing di Chiasso. «Più che altro è un modo per arrotondare». Benzinai, agenzie di cambio-valuta, molti si rivolgono alla clientela italiana che tuttavia «oggi non è particolarmente numerosa» afferma Petrazzetti. «L’impressione è che, oltre confine, chi aveva da vendere abbia venduto già tutto in passato».

La corsa all’oro è una costante, del resto, nei momenti storici di difficoltà. La crisi finanziaria del 2008, i momenti più bui della pandemia (2020 e 2021) sono i precedenti che tornano in mente agli addetti ai lavori di fronte alla «febbre» odierna. «Il nostro settore è fatto di tanti operatori dormienti, che magari hanno solo un’insegna e restano inattivi per anni fino al momento opportuno» spiega Fabio Luraschi, ticinese trapiantato da una vita sulla Limmat. «Visto da lontano, l’impressione è che il Ticino sia costituito principalmente da soggetti di questo tipo. È normale che, visti i rialzi senza precedenti, si stiano risvegliando».

Nel bunker di Balerna intanto i lingotti aspettano tranquilli di essere caricati sul muletto e spediti. «Questa è solo una tappa del viaggio» spiega il magazziniere. Le destinazioni, come le cause dei prezzi-record, sono in paesi lontani dal Ticino e forse, come fa il magazziniere, è meglio non pensarci.

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