Non chiamatela imbianchina
Gli schizzi sui suoi abiti da lavoro non lasciano scampo. La quotidianità di Alice Scapozza, 27 anni di Lodrino, è fatta di colore. «Ma non chiamatemi imbianchino perché sarebbe un errore, io sono pittrice decoratrice», chiarisce subito la giovane quando ci accoglie con la sua energia che sprizza da ogni poro nel suo atelier nella zona agricola del paesino della val Riviera.
Prima di entrare nel piccolo stabile, notiamo due alpaca, uno bianco, l’altro nero, e dieci galline capitanate da un gallo dalla cresta verde smeraldo che osservano circospetti il nostro arrivo. «Sono di mia mamma, lei abita qui accanto a me e adora gli animali, ce ne ocupiamo con gioia sia io sia mio fratello» dice la giovane chiudendo dietro di sé l’incantevole quadretto. «Ho preferito darvi appuntamento qui - puntualizza gentile - perché volevo evitarvi il freddo di Acquarossa, dove sto lavorando su un ponteggio e il termometro stamane segnava due gradi sopra lo zero».
L’atelier di Alice Scapozza trabocca di strumenti: scale, trabattelli, rulli, pennelli, righe, tele di ogni dimensione. Decine di contenitori appoggiati su un grande tavolo portano etichette con strani nomi di colori: bianco di titanio, Bianco di piombo, gialli di cromo, terre d’ombra naturale, nero fumo, cobalti. «Capito la differenza tra il mio lavoro e quello di un imbianchino? Io lavoro di pennello utilizzando pigmenti di colore, mentre l’imbianchino di rullo impregnato nella classica vernice».
L’attività in proprio
Il pittore decorativo è un artigiano specializzato nella decorazione di interni ed esterni delle case. Alice dipinge murales di varie dimensioni, riproduce materiali come marmi, pietre e legni; crea effetti decorativi. «Prima arriva il pittore che fa il tinteggio base, poi arriviamo noi. Questo è per esempio è una bozza di un trompe l’oeil con un effetto prospettico 3 D che ho preparato per una parete di uno stabile di un cliente» spiega la giovane che dallo scorso aprile ha avviato un’attività in proprio. Il nome della sua piccola ditta - l’unica del genere nelle mani di una donna in Ticino - «Wall alive» (muro che vive) è eloquente.
Seguendo svogliatamente l’onda
Il mestiere del pittore decorativo richiede estro artistico. Estro che Alice ha sempre saputo di avere, fin da piccola, quando riempiva le pareti di casa dei suoi genitori con i suoi variopinti disegni. Malgrado questa consapevolezza, dopo aver terminato la scuola Media, la giovane si iscrisse al CPC, il centro professionale Commerciale , a Bellinzona. «Non avevo le idee molto in chiaro, perciò colsi la prima apportunità che mi arrivò, un apprendistato di impiegata di commercio; mi iscrissi al Centro professionale Commerciale di Bellinzona , lo feci senza troppe aspettative, anzi: in cuor mio sapevo che la vita in ufficio non sarebbe mai stata la mia ; malgrado ciò seguì svogliatamente l’onda».
«Sliding doors»
Poi una crisi scombinò gli equilibri della sua famiglia e per Alice iniziò un periodo buio. Tuttavia, le porte scorrevoli della vita si aprono e si chiudono in continuazione, permettendoci di esplorare tutte le possibilità che ci circondano, anche quelle che non avevamo notato. Perciò, pur terminando i tre anni di apprendistato rivelatisi un disastro, Alice scese per sempre dal treno del segretariato. Grazie proprio a quel periodo buio aveva capito di aver imboccato la strada sbagliata. Dopo sei mesi a Londra dove ha imparato l’inglese e un anno un po’ ondivago, nel 2019 si iscrisse al CSIA, il Centro Scolastico per le Industrie Artistiche. Finalmente sapeva cosa fare da grande. Diventare pittrice decoratrice. «Visto che in Ticino non esisteva l’apprendistato di pittore decoratore, mi iscrissi al Csia come pittrice di scenari, che era la cosa più vicina alla pittura e alla decorazione; avevo 21 anni e molti avevano paura del fatto che mi ritrovassi in classe con ragazzi e ragazze molto più giovani di me, tuttavia l’età non fu un problema, l’importante era aver trovato la mia strada».
Un sogno realizzato
Una volta conseguita la maturità artistica, lo scorso aprile Alice ha coronato il suo sogno mettendosi in proprio a Lodrino. In questi primi mesi di attività ha eseguito diversi murales all’interno di negozi e di case private. Quando si tratta di affrontare le facciate esterne, collabora con i suoi due ex insegnanti CSIA «loro sono i miei fari, li ammiro molto».
Ogni mattina la ventisettenne si reca al lavoro felice perché «ogni cantiere è una nuova sfida che mi stimola». Importante per Alice è stato anche l’appoggio totale della sua famiglia, che l’ha sempre sostenuta «malgrado ci sia voluto un po’ di tempo prima che riuscissi ad individuare la mia strada, mia mamma, mio fratello e mio papà mi hanno sempre incoraggiata; inoltre non ho mai perso la fiducia in me stessa e ciò è importante. Il consiglio che darei a chi sta per scegliere una professione? Date retta alla vocina che è in voi, non scegliete una professione soltanto perché pensate che sia comoda e ben remunerata. Se poi la strada che avete imboccato si rivela sbagliata, abbiate il coraggio di voltare pagina e date spazio alle vostre reali aspettative. Il lavoro rappresenta una parte importante della vita e arrivare a sessant’anni con la consapevolezza di aver sbagliato mestiere è una cosa davvero triste».