Mobilità

Posteggiare gratis è solo un ricordo

Il destino di una striscia, prima bianca, poi blu: prima gratuita, poi a pagamento
Andrea Bertagni
Andrea Bertagni
13.11.2022 07:00

Il destino di una striscia. Prima bianca, poi blu. Prima gratuita, poi a pagamento. Un destino che si lega a quello degli automobilisti ma anche a quello delle città che hanno deciso di scegliere per loro un altro colore: il verde, anzi il green. Da Locarno a Chiasso, da Lugano a Bellinzona, trovare oggi un posteggio gratuito e illimitato in centro città per l’auto non è più una speranza ma un’operazione impossibile. Perché semplicemente non ne esistono più. L’era dei parcheggi bianchi è definitivamente finita per buona pace di chi imbocca ancora vicoli e stradine lontano dalle arterie principali nella speranza di trovare un posto senza sborsare un franco. Soffocate dal traffico e dagli ingorghi le amministrazioni cittadine ticinesi col passare degli anni hanno dato una brusca sterzata alle magre intenzioni degli automobilisti di risparmiare qualche centesimo e oggi li hanno messi davanti a un fatto compiuto: se vuoi lasciare l’auto in centro per più di mezz’ora o un’ora, devi pagare, accomodandoti tra le strisce blu. Solo tra le 19 e le 7 e la domenica non si paga. Per il resto...

Le ultime zone franche e 4 superstiti

Una delle ultime zone franche a cadere è stata via al Lido a Locarno. «Dall’anno scorso anche gli ultimi posteggi gratis sono diventati a pagamento», chiarisce Luca Antonini, giurista e capo area della polizia comunale di Locarno, mettendo la parola fine all’ultima frontiera cittadina in cui da ottobre a maggio con molta fortuna era ancora possibile lasciare l’auto senza aprire il portamonete.

L’ultima ma non l’unica. Perché anche a Lugano nel largo spiazzo di ghiaia tra il cimitero e lo stadio Cornaredo non si accettano più automobilisti senza soldi. Occhio alle vecchie abitudini, quindi. Anche se... anche se in centro a Lugano in realtà esistono, anzi resistono, ancora 4 posteggi bianchi. A riferire di questi ultimissimi superstiti è Tamara Brochetti del comando della polizia comunale. «Tuttavia il Municipio sta sanando questa situazione - chiarisce Brochetti - procedendo con una specifica regolamentazione, anche perché le grandi aree di parcheggio senza limitazione di tempo e gratuiti nella zona centrale non esistono più». Superstiti ma ancora per pochissimo quindi.

A Bellinzona invece «sono almeno 10 anni che non ci sono più parcheggi gratuiti illimitati», precisa Massimo Scandolara, responsabile dei servizi generali della polizia comunale cittadina. Dunque si paga ovunque. E inoltre non si può restare quanto si vuole. «Sono pochi quelli dove si può rimanere per 24 ore - continua Scandolara - mentre in alcune zone, come nei dintorni del bagno pubblico e dell’ex Stallone la sosta, sempre a pagamento, è possibile per al massimo 8 ore». Bellinzona adotta inoltre la politica delle tariffe a salire. Più ci si avvicina al centro, più si sborsa. Proprio per intasare il meno possibile le vie centrali. E renderle più verdi.

Il suolo pubblico si paga

Inutile provarci. Inutile incaponirsi a cercare altrove. Tutti i posteggi gratuiti sono spariti. Poco alla volta. Uno dopo l’altro. «Il punto è che gli automobilisti non hanno alcun diritto all’assegnazione di un posteggio gratuito, di conseguenza l’uso individuale di suolo pubblico è soggetto a pagamento», spiega Felix Gunther, architetto, pianificatore e docente alla Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI). Eppure... eppure fino a qualche anno fa era ancora possibile, come dimostrano i casi di via al Lido a Locarno e dello sterrato a Lugano, chiuso ai gratuiti «durante la primavera 2017 - riprende Brochetti- . Da rimarcare che tale decisione è scaturita per ordine del Cantone, dopo che nel comparto di Cornaredo è stato fatto obbligo di riduzione degli stalli di parcheggio».

Indietro insomma non si torna. Tanto più che «la scelta di disincentivare l’uso dell’automobile limitando i posteggi a disposizione e introducendo tariffe progressive è politica - aggiunge Gunther - e deriva dalla convinzione che i centri cittadini non sono adatti alle quattroruote».

Le alternative

Non adatti non significa però proibitivi. Tutt’altro. Perché le vie centrali sono sempre raggiungibili pagando, ma anche in modi diversi. «Come Cantone negli anni abbiamo promosso e realizzato una catena di trasporto che permette all’utente regolare ma anche a quello occasionale di usufruire di misure alternative di avvicinamento ai centri cittadini - osserva Mirco Moser, capo della Sezione della mobilità del Dipartimento del territorio (DI) -. Mi riferisco in particolare alle corsie ciclabili, ai percorsi pedonali e ovviamente ai mezzi di trasporto pubblico».

A cercare bene...

Neppure Chiasso ha più posteggi bianchi, anche se... anche se in realtà se ne possono trovare ancora gratuiti in zona stadio. «Ma sono a tempo, la sosta è al massimo di 4 ore e sono pensati per chi svolge un’attività sportiva o di svago», specifica Fab rizio Cattaneo, sergente maggiore della polizia comunale cittadina. Ecco perché anche nel vicino Palapenz, che è territorio di Balerna e che si trova sempre vicino allo stadio, è permessa la sosta gratuita ma solo fino a un massimo di 6 ore ed esibendo il disco orario. All’infuori di queste due aree, posteggiare a Chiasso significa pagare, come del resto avviene altrove in Ticino. Anche se non è sempre stato così.

Una tendenza nazionale

Se vuoi entrare in città con l’auto o paghi o non ci vai, questo è insomma il messaggio o meglio la causa che ha fatto sparire ogni posteggio non a pagamento. Una causa comune a tutta la Svizzera. Perché anche città come Basilea, Zurigo, Ginevra e Berna hanno col tempo cambiato marcia. A Basilea, ad esempio, resistono alcune eccezioni, ma solo per un periodo limitato di tempo, come nei pressi di strutture molto frequentate che offrono servizi quotidiani di base e di interesse pubblico, come gli uffici postali, davanti ai quali si può sostare gratis per al massimo 30 minuti.

Stessa possibilità nelle immediate vicinanze degli impianti di pubblica utilità per iltempo libero non adibiti a uso commerciale o di aree verdi, ma immediatamente fuori dal centro abitato. Qui il tempo limite massimo è di 3 ore. A patto però di non fare i furbi, di non usufruirne come pendolari in alternativa alle tipologie a pagamento.

Ma anche internazionale

Gira e rigira insomma non si scappa. Non solo inSvizzera, ma anche all’estero. «A Milano si paga per entrare nell’area C e in quella B e le tariffe sono molto più alte rispetto a quelle praticate in Ticino», afferma Gunther, specificando che la stessa prassi è adottata anche nei centri cittadini di Germania e Francia. Il declino dei posteggi bianchi appare insomma lento e inesorabile quasi ovunque. Resistono, ancora, quelli che si trovano «nelle zone più discoste - specifica Moser, riferendosi ad esempio alla Valcolla - e quelli che sono messi a disposizione di volta in volta per eventi particolari». Per tutti gli altri non c’è più niente da fare, se non dimenticarsene.