Salute

Quando il pavimento pelvico è debole

Una goccia dovrebbe farci allarmare oltre che farci superare paura e vergogna
© CdT / Chiara Zocchetti
Prisca Dindo
10.11.2024 17:00

D’accordo. È uno di quei temi che metterebbe in imbarazzo chiunque. Anche l’uomo più sicuro, o la donna più sicura di sé. Del resto a chi piacerebbe ammettere di perdere pipì quando si fa un colpo di tosse forte, oppure di non riuscire a trattenere una flatulenza quando si solleva qualcosa di pesante? Di primo acchito, tutti noi preferiremmo tenere la bocca chiusa, minimizzando la cosa. Invece commetteremmo un grave errore, perché così facendo, forse, staremmo sottovalutando un problema in una regione muscolare estremamente importante: quella del pavimento pelvico.

Il pavimento pelvico è un insieme di muscoli e legamenti che mantiene nella posizione corretta vescica, utero e intestino, inoltre «sostiene la muscolatura sfinterica dell’uretra e dell’ano - come si legge sul sito dell’EOC, l’ente ospedaliero cantonale - e resiste alla pressione elevata che si verifica quando si tossisce e si ride, quando si preme durante i movimenti intestinali e durante lo sforzo fisico, ad esempio quando si sollevano oggetti pesanti». Quando il pavimento pelvico si indebolisce, quando perde di elasticità, viene a mancare il sostegno agli organi. E così ecco sopraggiungere i problemi di incontinenza e di prolasso uterino.

Le statistiche

Nel 2022 un’indagine dell’ istituto Censuswide per la marca Intimina effettuata su un campione di più di ottomila donne di età compresa tra 25 e 55 anni di otto Paesi UE, ha cercato di far luce sulla dimensione del fenomeno. Il risultato è eloquente.

Alla domanda se perdono urina mentre tossiscono, starnutiscono, ridono o sollevano qualcosa di pesante, più della metà delle italiane, delle francesi, delle spagnole e delle olandesi hanno risposto di sì. Imbattibili le inglesi, con un 70% di risposte affermative.

Ciò significa che la maggior parte delle donne intervistate potrebbe aver avuto problemi al pavimento pelvico almeno una volta, eppure, la maggior parte di loro non ha fatto nulla per affrontare il problema, tantomeno ne ha parlato con qualcuno. Vergogna, paura ed imbarazzo spingono molti al silenzio.

Non solo. Un pavimento pelvico debole non causa solo incontinenza e prolasso uterino, ma può incidere anche sulla sfera sessuale rendendo la penetrazione dolorosa. Un disturbo che, sempre stando all’indagine dell’istituto Censuswide, riguarderebbe il 36% delle intervistate.

Neppure gli uomini sono risparmiati, soprattutto dopo un intervento prostatico. Per loro il disturbo si può manifestare in alcuni casi con un’eiaculazione precoce o con un’erezione debole o troppo breve.

Vincere la vergogna

«Malgrado le sue importanti ricadute sulla vita di tutti, è un argomento ancora tabù purtroppo» spiega Martina Achilli, fisioterapista specializzata in riabilitazione del pavimento pelvico che accoglie nel suo studio a Lugano pazienti donne, uomini e pazienti che stanno seguendo un percorso di transizione sessuale. «La gente si imbarazza a parlare di questo disturbo; la vergogna cresce ancor di più quando si tratta di perdite fecali, legate spesso a problematiche di stipsi prolungate, di abitudini alimentari sbagliate, di prolassi di organi e non da ultimo di familiarità. Dapprima il paziente è comprensibilmente restio a condividere il suo problema, ma poi, quando capisce che ha a che fare con professionisti, che si può fare qualcosa per migliorare la situazione, ne parla senza più provare vergogna». Fino a pochi anni fa Martina Achilli aveva pazienti over65, soprattutto signore in menopausa «ora arrivano anche ragazze più giovani con problemi di pavimento pelvico, se ne accorgono dai rapporti sessuali, che risultano dolorosi».

Quando il pavimento pelvico è debole

Età, stitichezza, sovrappeso grave, gravidanza e nascita, praticare alcuni sport, fumo, tosse cronica, predisposizione genetica. Sono tutti fattori che potrebbero mettere a dura prova il pavimento pelvico «e quando non è abbastanza forte ed allenato, sopraggiungono le perdite non volute. Tutti dovrebbero essere coscienti che ogni piccola goccia di pipì che non riusciamo a trattenere dovrebbe fungere da campanello d’allarme». Più in generale, i segni elencati dal sito dell’EOC che indicano un indebolimento del pavimento pelvico sono i seguenti: perdita di urina quando si fanno starnuti o colpi di tosse forti, oppure quando si pratica una specifica attività sportiva che mette a dura prova la zona corporea; dolore durante la minzione e nella zona pelvica; sensazione di svuotamento incompleto della vescica o dell’intestino, dolore testicolare, inguinale o pelvico; difficoltà nel controllo dell’intestino, incontinenza intestinale; dolore durante il sesso o l’orgasmo.

La prevenzione è basilare

Purtroppo in pochi conoscono i muscoli del pavimento pelvico «se ora le dicessi di stringerli - annota Martina Achilli - molto probabilmente non saprebbe neppure da dove iniziare». Molti si sentono ancora troppo giovani per tenerli in forma, pensando di dover affrontare la questione semmai soltanto dopo una gravidanza. Invece semplici esercizi come contrarre e rilasciare i muscoli, stringendo la vagina senza usare quelli di addome, gambe e glutei, sarebbero già preziosi per rinforzare il pavimento pelvico femminile. «Tuttavia per fortuna oggi sempre più medici spingono i loro pazienti dai fisioterapisti specializzati. Se vogliamo ottenere miglioramenti, prima li vediamo, meglio è».

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