Il fenomeno

Quei «paperoni» in vacanza a Lugano

Ai multi-milionari il Ceresio piace più del Lago di Como – E sono in aumento, dice uno studio di Henley&Partners
© CdT / Chiara Zocchetti
Davide Illarietti
15.09.2024 06:00

Non è un’impressione degli invidiosi. Il via vai dei «macchinoni» sul lungolago è aumentato davvero negli ultimi anni, a Lugano, in proporzione all’indotto non solo fiscale: lo dicono le statistiche. Scendono da Montagnola i «macchinoni», salgono al Brè, ma a parte la sosta per shopping in piazza Luini - il tempo di una multa: cosa saranno 40 franchi? - non è facile capire quanti si fermano davvero in città e quanti sfilano verso altri paradisi.

La questione non è secondaria, in termini appunto di indotto. Lugano è da alcuni anni rubricata come meta «emergente» per i super-ricchi che cercano casa - villa, attico - lontano da conflitti e tassazioni ostili. Dopo la pandemia l’arrivo di esuli dalla Norvegia - Kjell Inge Røkke (3,2 miliardi), Nina Tollefsen (2,5), Jorgen Dahl (1 miliardo) - ha attirato l’attenzione dei media non solo nostrani (o norvegesi). E altri «paperoni» hanno seguito l’esempio.

I 35 affezionati

I norvegesi non sono l’unica novità degli ultimi tempi. In precedenza, l’apice della classifica ticinese era stato a lungo occupato da famiglie storiche, anch’esse immigrate ma tempo addietro, come i Perfetti (6,5 miliardi), i fratelli Giuliani (3,2) o gli eredi Thyssen-Bornemisza (3,2). Ai nomi più locali (Mantegazza, Tettamanti, Tarchini) da ultimo si è aggiunto quello dell’immobiliarista Stefano Artioli (valutato 250 milioni da Bilanz) mentre sulla classifica aleggia il «fantasma» del crypto-miliardario italiano Giancarlo Devasini, stimato 9,2 miliardi o molto meno a seconda dei punti di vista.

In realtà il club dei super-ricchi, esclusivo per definizione, si è allargato non poco negli ultimi anni. Attorno a uno «zoccolo» di miliardari dai volti noti (concentrati nel Luganese) si è riunito con il tempo un numero crescente di meno noti centi-milionari: solo a Lugano si stima che ne vivano una trentina. Senza contare i «semplici» multimilionari o arcimilionari, con patrimoni superiori ai dieci milioni (circa 800 in Ticino) e giù discendendo.

I dati vengono raccolti a cadenza periodica dalla società di consulenza Henley&Partners e indicano una tendenza netta. Nell’ultimo anno solare i patrimoni superiori ai cento milioni di franchi nella zona del lago di Lugano - l’indagine non considera la singola città - sono aumentati ulteriormente in termini assoluti: secondo lo studio inglese a giugno dell’anno scorso vi risiedevano in modo stabile trenta «paperoni», che erano già saliti a 35 a dicembre (ultima rilevazione). Nell’arco di dieci anni il totale è cresciuto di 16 unità (erano 19 nel 2013) ossia dell’84 per cento, ma il ritmo dei nuovi arrivi e le fortune dei ricchi già «di casa» a Lugano, nell’ultimo periodo, sono aumentati a una velocità esponenziale: la soglia psicologica dei cento milioni è stata sforata da ben cinque new entry in soli sei mesi.

La carica degli stagionali

È il segno che Lugano «va di moda». Ma le mode cambiano in fretta e, naturalmente, seguono le stagioni (primavera-inverno e ritorno). Un elemento curioso introdotto di recente dall’indagine di Henley&Partners riguarda proprio questa stagionalità: oltre ad analizzare i traslochi dei grandi patrimoni su scala mondiale quest’anno lo studio - che verrà pubblicato martedì - ne registra anche le «vacanze»: cioè gli spostamenti temporanei (senza cambio di residenza) dei fortunati possessori.

Qui - è chiaro - i numeri si gonfiano. Anzitutto perché in proporzione alle fortune, per legge quasi matematica, cresce anche il numero delle abitazioni (seconde, terze, quarte) possedute dai super-ricchi per soggiorni di piacere. Poi perché gli spostamenti non tassabili sono più «ballerini» - «quest’anno voglio cambiare aria» - e difficilmente tracciabili: gli analisti quindi arrotondano. Nondimeno i trend sono interessanti ed è proprio in questa seconda classifica - le mete stagionali dei «paperoni» - che Lugano emerge.

Analizzando una serie di indicatori tra cui i prezzi e il numero delle abitazioni secondarie disponibili sul mercato di lusso a medio (affitto) o lungo termine (acquisto) l’indagine ha stabilito che l’anno scorso sul Ceresio nei momenti di picco stagionale - estate, Natale, altre vacanze - può essersi creata una concentrazione di oltre duecento super-ricchi in altrettanti alloggi privati. Escludendo, cioè, i turisti che hanno scelto gli alberghi.

Lugano batte Cannes (e Como)

Il numero è ragguardevole soprattutto in rapporto alle città «rivali» di taglia simile ma maggior fama. Lasciando da parte le solite metropoli (New York, Los Angeles, Londra) che dominano la classifica assoluta quanto quella stagionale, scorrendo la top-ten si trovano destinazioni più vacanziere come Miami (quinta), Dubai (sesta) o Palm Beach in Florida (settima) che oscillano tra 400-650 «paperoni» stagionali e 60-210 stabilmente residenti. Lugano (15esima) si colloca all’incirca a metà della lista non aggiornata - quaranta località - ma con l’ultimo balzo guadagna posizioni superando ad esempio Cannes (14esima) e diventando la seconda meta in Europa continentale dopo Nizza (nona) anticipano da Henley&Partners. Le città italiane rimangono indietro, con Como che attira «solo» 150 multi-milionari stagionali (19 residenti) e Firenze che invece è più vicina a Lugano per numero di super-ricchi (28) che vi abitano tutto l’anno.

Il bicchiere mezzo vuoto

Prima di stappare la bottiglia (di champagne ovviamente) ci sono però altri dati da osservare, che fanno sembrare il bicchiere meno pieno. La concorrenza interna di altri poli svizzeri con maggiori attrattive (non solo fiscali) è nota: Ginevra (14 miliardari, 262 super-ricchi) e Zurigo (11 e 230) restano irraggiungibili fuori dalla parentesi vacanziera. Lugano in compenso sconta un effetto collaterale delle destinazioni turistiche: le abitazioni di alto standing costano poco meno (14.200 franchi a metro quadro) che a Zurigo e Ginevra (14.500 e 15.000 franchi) anche se non vengono abitate tutto l’anno.

Non è una buona notizia per i tanti «piccoli ricchi» che in Ticino sono comunque numerosi. I dati dell’Amministrazione federale delle contribuzioni ricordano che nel 2020 (ultimo dato) erano 852 in Ticino le persone con oltre dieci milioni di franchi di sostanza, e 1.337 quelle tra cinque e dieci milioni. Scopriremo a marzo, quando verrà pubblicato il dato 2021, se anche questi contribuenti sono aumentati oppure no. Per non parlare dei circa 140mila ticinesi con una sostanza inferiore ai 50mila franchi (per 70mila è pari a zero) che le case di Montagnola e Brè se le sognano, come i «macchinoni» sul lungolago.

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