Il caso

«Qui facciamo lezione di calcio e Candy Crush»

Alcuni studenti della SPAI di Mendrisio scrivono al Consiglio di Stato in difesa del professor Caruso, che nel frattempo è stato sospeso di nuovo
©Chiara Zocchetti
Davide Illarietti
01.09.2024 06:00

Gli zaini in spalla, la campanella che suona, i docenti in cattedra con un sorriso che sembri il più possibile normale. Al riento in classe lunedì gli allievi della SPAI di Mendrisio ritroveranno tutto come lo avevano lasciato - anzi no.

Sospeso di nuovo

Dei racconti estivi - vacanze, amori, compiti - che ogni anno rumoreggiano tra i banchi ce n’è uno che, per gli insegnanti, sarà più difficile da zittire. La vicenda del professor Roberto Caruso ha fatto discutere quest’estate. L’insegnante sospeso, intervistato dai media, reintegrato da una sentenza del TRAM («non è stato ascoltato») a scuola domani non ci sarà: giovedì il DECS lo ha sospeso nuovamente, proprio in vista dell’inizio dell’anno scolastico. A confermare la notizia è l’avvocato del docente Stefano Fornara, a cui la decisione è stata comunicata giovedì.

Le motivazioni gli studenti dovranno leggerle sui giornali, come il resto della vicenda. Quello che non hanno letto finora - ma che conoscono per esperienza, almeno alcune classi - è il contenuto del memoriale che il legale rappresentante del docente, sostenuto dal sindacato OCST, ha presentato ai giudici per chiedere il reintegro di Caruso in classe (rientro concesso almeno in teoria). Trenta pagine in cui l’avvocato Stefano Fornara ricostruisce i problemi emersi all’interno della scuola e i fatti che hanno portato alla rimozione di Roberto Caruso. Li conoscono già, gli allievi, perché molti dei problemi sono stati proprio loro a denunciarli.

«Tre ore a parlare di calcio»

Nel memoriale, di cui la Domenica è venuta in possesso, sono descritti alcuni comportamenti inadeguati segnalati al DECS due anni or sono da alcuni allievi, per tramite proprio del professor Caruso che all’epoca era mediatore d’istituto. All’interno di diverse classi, si legge, si sarebbe creato un malumore diffuso nei confronti della direzione scolastica.

Gli studenti - nelle testimonianze consegnate al TRAM, dunque un documento ufficiale - riferiscono di «turpiloquio» e «bestemmie» utilizzate in cattedra, di docenti abituati a parlare di calcio «per ore» durante le lezioni, addirittura a condividere con i propri allievi commenti volgari sulle ragazze. «Su quattro ore di lezione ne abbiamo passate tre a parlare di calcio, ed è quasi sempre così», si legge ad esempio in una segnalazione. Un altro studente (sono una decina quelli citati) si lamenta perché vorrebbe fare lezione e «non sentiere il docente parlare di calcio».

Una «punizione» per aver segnalato?

In tutto questo Caruso si fa portavoce delle lamentele dei ragazzi. Ne gira il contenuto, in quanto mediatore nominato dal DECS per il caso specifico, alla direzione della Divisione formazione professionale. La segnalazione è presa sul serio dal Cantone, almeno in un primo momento: vi fa seguito un’inchiesta amministrativa sfociata poi, a quanto risulta, in una sanzione nei confronti di un membro della direzione dell’istituto momò.

Ma non è finita. Il clima nella scuola non migliora e quando il DECS decide di rimuovere Caruso dall’incarico di mediatore - decisione presa come una «punizione personale» dal docente - la situazione alla SPAI precipita. Diverse classi scrivono ai giornali e pure al Consiglio di Stato in difesa del professore, che nel frattempo come detto è stato sospeso (due volte) e su cui pende, in governo, una proposta di licenziamento presentata dal DECS.

«Lo chiamiamo Candy Crush»

«Il professor Caruso è un insegnante fuori dal comune», si legge in una mail inviata nei giorni scorsi in redazione a nome di sette classi (una seconda, due terze, quattro quarte) ed ex studenti dell’istituto professionale. «Dopo esserci consultati tra noi abbiamo deciso di prendere posizione comune a sostegno del nostro docente e per il bene della scuola».

Nella lettera gli studenti difendono il docente sospeso - «è sempre stato disposto ad ascoltare e aiutare», «ha voluto portare alla luce» i problemi nell’istituto «con determinazione e coraggio» per «migliorare l’ambiente scolastico» - e puntano di nuovo il dito contro la scuola. Parlano di una «direzione assente» e di lezioni all’insegna del lassismo, con un docente occupato al telefonino in classe («alcuni di noi lo hanno visto più volte giocare durante le lezioni») e allievi a cui sarebbe capitato addirittura di «giocare online» con un insegnante, tanto da averlo soprannominato «Candy Crush» - dal nome del noto videogame per cellulari molto in voga tra i giovanissimi e non solo.

La lettera, fanno sapere dal DECS, è stata inviata dagli studenti anche alla direzione del Dipartimento che si è messa a disposizione per un incontro (vedi sotto). Ma a dirla tutta una gestione «scorretta» dei telefonini da parte della direzione dell’istituto era stata già segnalata da Roberto Caruso in un rapporto inviato nel 2021 al DECS.

Un cattivo esempio (i telefoni sono vietati a scuola), secondo alcuni insegnanti, che si spera gli studenti non ritroveranno di nuovo al loro rientro, lunedì, alla Spai. Di sicuro, non ritroveranno il professor Caruso. Almeno fino a quando - e se - lo decideranno i tribunali.

Carobbio scrive agli studenti: «Accuse da verificare»

La consigliera di Stato Marina Carobbio Guscetti ha «ricevuto e preso conoscenza» delle lamentele degli studenti della SPAI e intende incontrarli nei prossimi giorni, si legge in una risposta alla mail inviata al Consiglio di Stato e alla Domenica alla vigilia del rientro a scuola. «Ritenuti i contenuti e le accuse rivolte ad alcuni dipendenti dello Stato contenute nel vostro scritto, la direttrice ritiene utile e importante incontrarvi di persona» per «approfondire quanto segnalato», si legge.

Un atto doveroso: lo scorso anno a giugno sono state adottate le Direttive sui comportamenti inadeguati in ambito scolastico, rivolte ai quadri scolastici cantonali e fortemente volute proprio da Carobbio Guscetti. Queste prevedono un «obbligo di notifica» in caso di segnalazioni di comportamenti impropri nei confronti degli studenti (nel primo anno di applicazione sono emerse quidici ituazioni che hanno richiesto approfondimenti). A stabilire se in questo caso i «dipendenti dello Stato» a cui sono rivolte le accuse di cui sopra hanno davvero tenuto condotte improprie - tali cioè, secondo le direttive, da «comprometterne l’apprendimento» - sarà eventualmente un’inchiesta interna. Intanto l’incontro - si legge nella mail - verrà verbalizzato.

La Divisione della formazione professionale, dal canto suo, fa sapere di avere a sua volta incontrato giovedì il plenum dei docenti dell’istituto «ribadendo la disponibilità ad accogliere eventuali domande, preoccupazioni o bisogni» in un clima che rimane «nel complesso positivo». All’assemble ha partecipato in realtà - un po’ inaspettatamente - lo stesso Caruso. Il docente, non ancora formalmente licenziato, è stato poi sospeso nel pomeriggio del giorno stesso con una missiva-lampo inviata dal DECS al suo avvocato.

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