Io, libraio

«Serve un ricambio di lettori ma anche di librai»

Nato e cresciuto a Chiasso, Edy Mombelli prima di aprire «Leggere» faceva l’impiegato di banca – Dopo un viaggio oltreoceano la svolta,
dy Mombelli, libraio della libreria "Leggere" di Chiasso © CdT/ Chiara Zocchetti
Andrea Bertagni
Andrea Bertagni
23.02.2025 17:05

Andare oltre i grandi autori e i grandi titoli per scoprire rarità altrettanto preziose. In fondo il mestiere di libraio può assomigliare a quello di un enologo. Che sicuramente conosce e apprezza i Chianti e gli Amorone, ma sa anche che esistono etichette e vini di qualità meno conosciuti al grande pubblico, che meritano di essere apprezzati. Edy Mombelli, libraio di Chiasso, ha aperto la sua libreria, Leggere, nel 1992, senza mai tradire la sua filosofia. Quella appunto di scovare e promuovere autori e libri meritevoli, appassionanti e soprattutto bravi, al di là delle classifiche, delle pubblicità e delle mode del momento. Andare anche oltre, quindi. Affinché il lettore possa avere la possibilità di scoprire un mondo e uno stupore nuovi e compiere, perché no, anche una propria crescita letteraria e personale. Capace di fargli scoprire un altrettanto «magico» altrove.

Corso San Gottardo è una strada che dalla dogana di Chiasso sale verso Nord fino a uscire dalla cittadina. Certo, oggi non è più come trenta o quaranta anni fa quando ci si accorgeva subito di lasciare Chiasso abbandonando il quartiere di Boffalora, che era appunto la porta di ingresso o di uscita del paese. Molto è cambiato. «Chiasso negli ultimi dieci anni ha avuto un declino, un declino anche finanziario e oggi è una cittadina un po’ triste - dice Mombelli, che ha la libreria proprio sul Corso, tra il Teatro e piazza Boffalora - . Non abbiamo più un panettiere, un macellaio. Piano piano stanno scomparendo un po’ tutte queste «istituzioni» ed è un vero peccato. L’impressione è quella di essere anche un po’ dimenticati dal resto del Cantone. Ora vediamo se se ci sarà possibilità di avere il Palazzo di giustizia, o una parte di essa, nello stabile ex Credit Suisse. Sarà difficile. Ma speriamo ugualmente».

La strada giusta

Chiasso è cambiata molto negli anni. Per alcuni, che hanno visto com’era in passato, in modo negativo. Ma cambiare non è sempre negativo. Anzi. Mombelli ha ad esempio cambiato vita (professionale) a 40 anni, decidendo, appunto di aprire una libreria nella cittadina dove è nato e cresciuto. «Siccome la lettura era una mia grande passione - spiega - a un certo punto mi sono detto «o cambio vita adesso o non cambio più». Così ho aperto, anche se i primi anni è stato difficile perché non avevo mai fatto il libraio prima e ho dovuto imparare il mestiere cammin facendo».

Prima di trasformare una delle sue passioni in una professione Mombelli faceva tutt’altro. «Ho lavorato in banca, poi in un ufficio finanziario a Lugano. Dopo un viaggio di un anno oltreoceano, sono tornato ancora in banca, ma quasi subito ho capito che non era quella la mia strada».

Un vero e proprio cambio netto, il suo. «I primi tre anni sono stati difficili, anche perché non c’erano i mezzi che ci sono oggi. Ricordo le prime volte che andavo a Milano a prendere i libri, ci andavo con un foglio scritto a mano. Oggi con l’informatica è tutto diverso». Le difficoltà iniziali non hanno però scoraggiato il «giovane» libraio. Che è stato aiutato da amici e conoscenti, ma anche dalla rispondenza dei lettori. «Tutto ciò mi ha dato l’incentivo a proseguire», sottolinea, sedendosi su una delle vecchie seggiole di legno del Teatro piazzate nella libreria accanto a un altrettanto vecchio proiettore. Tutt’attorno, adagiati alle pareti, gli scaffali con i libri. Romanzi e saggi, soprattutto. Ma anche raccolte di poesie e libri per bambini.

Le nuove generazioni

Un uomo entra, saluta e si mette a sbirciare alcune copertine, prima di uscire. «È un cliente abituale», annota Mombelli, che come altri suoi colleghi sa che una libreria in Ticino non è solo un negozio, ma anche un luogo di aggregazione, un posto speciale dove si entra anche solo per salutare e fare due chiacchiere. Se solo ci fossero più lettori... «La lettura sta venendo meno, soprattutto tra i giovani che hanno già tantissime cose da studiare e così la lettura viene un po' accantonata, anche se magari ritornerà dopo, quando hanno finito gli studi - riprende - . Per fortuna c'è sempre uno zoccolo duro, legato alla mia generazione, che legge parecchio, non soltanto un libro all'anno, magari d’estate. Il problema è che anche questo zoccolo duro piano piano si sta un po' non esaurendo...».

Servirebbe insomma un ricambio generazionale. Ma non solo di lettori. Anche di librai. «A parte qualche eccezione, se mi guardo intorno mi accorgo di appartenere a una categoria un po’ antica». Forze fresche cercansi, dunque. «Non serve avere vent’anni per aprire una libreria. Anzi, meglio averne tra i 30 e i 40 così, oltre alla passione, si ha anche l’esperienza giusta», sottolinea Mombelli, prima di guardare fuori dalla vetrina appena attraversata da una passante.

I tagli alla cultura

Vietato essere pessimisti, però. Perché i cambiamenti non sono sempre negativi, appunto. «Per il futuro mi lascerò sorprendere, perché ogni anno c'è una dinamica diversa. Certo, quello che ho visto recentemente non mi rallegra - annota -.Mi riferisco in particolare ai tagli alla cultura a livello federale, che a cascata si ripercuoteranno anche sulle biblioteche, sulla scuola. Se dovessi scegliere un motto potrei dire «meno armi, più libri», visto che i soldi oggi appunto sembrano andare principalmente verso gli armamenti».

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