«Siamo una società troppo autocentrica, che tristezza le colonne perenni sul lungolago»
![](https://naxos-cdn01.gruppocdt.ch/cdt/stories/2025/02/02/1920x1080/4e6be463-2d7a-4c00-a279-ddc855e9182f.jpeg)
L’eliminazione di posteggi selvaggi e aziendali con l’obiettivo di ridurre il traffico motorizzato è stata una delle grandi battaglie del direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali, il quale ha però dovuto scontrarsi con una visione ticinese ancora troppo «autocentrica», come la definisce.
Signor Zali, nel resto della Svizzera quasi tutte le città riducono il numero di posteggi in centro. Come vede la tendenza in Ticino?
«Non mi risulta che nei centri dei principali agglomerati ticinesi sia avvenuta una significativa riduzione dei posteggi negli ultimi anni».
La tassa di collegamento, pur non essendo mai entrata in vigore, può avere avuto qualche effetto positivo?
«Non credo che si possa pretendere che uno strumento, votato dal popolo ticinese nel 2016 ma mai entrato in vigore, abbia potuto produrre degli effetti. Alle volte non si riesce ad ottenere il risultato sperato dalle misure che rendiamo operative, sarebbe illusorio immaginare che una misura che non c’è mai stata abbia potuto produrre degli effetti ».
Lei ritiene che oggi in Ticino ci siano ancora troppi posteggi? Se sì, dove?
«L’esubero di posteggi, oltretutto nella maggior parte dei casi gratuiti o quasi, si verifica presso parte dei grandi datori di lavoro presenti sul territorio cantonale. Ciò influenza negativamente le abitudini di una parte significativa del traffico pendolare che rende molto difficile la circolazione negli orari di punta, che tendono per loro parte ad abbracciare delle fasce orarie sempre più importanti».
I posteggi in centro sono quasi sempre occupati. Significa che rispondono a una domanda?
«È evidente che i posteggi in centro alle città rispondono ad una richiesta dell’utenza ed è difficile immaginare che essi possano essere smantellati in un prossimo futuro. L’aspetto tariffale può invece da parte sua contribuire a limitare talune forme di accesso automobilistico ai centri delle città».
Non crede che le città ticinesi siano troppo piccole per pensare di introdurre un pedaggio urbano sull’esempio di Milano, Londra o New York?
«Il senso di un centro cittadino accessibile in auto solo a pagamento non dipende dalla grandezza dell’agglomerato ma da quanto esso è congestionato. Lugano, per la sua morfologia con relativamente pochi accessi da controllare e un traffico molto congestionato, presenterebbe in teoria delle condizioni favorevoli all’effettuazione di un test volto a limitare l’accesso cittadino. Ma la radicata quanto aprioristica resistenza ad una prospettiva del genere fa sì che di un simile progetto, in un agglomerato ancor più autocentrico di altri, sia politicamente impossibile anche solo parlarne, figuriamoci realizzarlo. Diciamo, usando un eufemismo, che i tempi non sono ancora maturi».
Non sono legittime le preoccupazioni dei commercianti che si oppongono all’eliminazione di posteggi o all’introduzione di pedaggi?
«Le legittime preoccupazioni dei commercianti si inseriscono nel solco di un pensiero, ancora molto diffuso e oggi sicuramente preponderante, di una società fortemente autocentrica, a dispetto dei grandi progressi fatti dal trasporto pubblico negli ultimi anni. E mi permetto di osservare che lo è al punto che il pregiudizio percepito oggi dai commercianti dei centri non è causato dalla mancanza di posteggi in centro città (che ci sono), ma piuttosto dal fatto che essi non sono gratuiti e/o nelle immediate vicinanze delle loro attività, come invece avviene nei grandi centri commerciali siti fuori dai centri cittadini».
Ma quali sarebbero i vantaggi di un centro cittadino interamente pedonalizzato?
«Il senso di progetti di questo genere si misura facilmente in termini di qualità di vita per chi abita in questi centri o anche solo per chi è ospite della città. La diminuzione del rumore e dell’inquinamento atmosferico sono benefici tangibili e immediati. Non mi dica che non le fa tristezza vedere il lungolago di Lugano perennemente intasato da colonne di autoveicoli nei due sensi di marcia».
È vero, il lungolago di Lugano è molto più bello nei rari momenti in cui è chiuso al traffico. Un’ultima domanda: do po l’affossamento della tassa di collegamento da parte del Parlamento, sono ipotizzabili nuove misure cantonali per ridurre il traffico automobilistico?
«Il Consiglio di Stato, preso atto delle decisioni del Parlamento, continua a perseguire una politica dei trasporti volta in primo luogo a migliorare costantemente l’efficacia dell’offerta di traporto pubblico, mettendo a disposizione di chi ne vuole fare uso una valida alternativa all’utilizzo del veicolo privato».