Signor giudice, mi cambi la nota

C’è il padre che contesta il 3,5 in condotta assegnato a suo figlio. C’è l’allievo che si rivolge al tribunale per criticare le correzioni effettuate dal suo docente di storia. Ci sono i genitori che non mandano il figlio alle scuole elementari durante il periodo dell’obbligo di mascherina e poi si inalberano perché sulla pagella figurano centinaia di assenze ingiustificate. Il mondo dei ricorsi contro le valutazioni scolastiche è ricco e variegato. Sono parecchi i genitori (o in certi casi gli allievi) che si rivolgono all’ispettorato o alla direzione scolastica per contestare una o più note assegnate dai docenti.
L’anno scorso - spiega la direzione del Dipartimento educazione, cultura e sport (DECS) - i ricorsi sono stati 55, di cui una trentina nelle scuole medie e medie superiori, circa venticinque nelle scuole professionali. Si tratta di cifre molto esigue, sottolinea il DECS, se si considera che questi ordini scolastici sono frequentati da quasi 30.000 allievi.
A questi 55 ricorsi vanno aggiunti quelli presentati nell’ambito delle scuole comunali (asilo ed elementari), che però sono stati «pochissimi», secondo il DECS.
Tra i ricorrenti c’è chi, non soddisfatto delle risposte ricevute in prima istanza, fa un passo successivo e interpella il Consiglio di Stato. Qualcuno poi prende un avvocato e si rivolge al Tribunale cantonale amministrativo. Infine c’è persino chi va fino a Losanna, alla massima istanza elvetica, il Tribunale federale. Tutto questo per una nota.
L’insufficienza in condotta
È successo, per esempio, quando un allievo al secondo anno di apprendistato presso la sezione elettronica della Scuola arti e mestieri è stato promosso, ma con un 3,5 in condotta. A margine della nota insufficiente, sulla pagella, figurava la seguente osservazione: «Nota di condotta abbassata di un punto a seguito del comportamento deplorevole durante lo stage pratico di fine anno».
Il padre del giovane ha presentato reclamo alla direzione dell’istituto chiedendo il rialzo della nota e la cancellazione dell’osservazione. Ma la direzione ha confermato la correttezza della valutazione, notando che durante lo stage il giovane e altri compagni «non hanno seguito le lezioni, hanno rovinato l’infrastruttura, chiacchierato e disturbato gli altri».
A questo vano tentativo ha fatto seguito un ricorso al Consiglio di Stato, respinto poiché «privo di interesse», visto che il giovane era stato comunque promosso e che la nota non sarebbe comparsa sull’attestato di diploma. Ma il padre è andato avanti fino al Tribunale cantonale amministrativo e infine, al Tribunale federale. Chiaramente invano. Il 3,5 in condotta è stato confermato da tutte le istanze.
Le assenze ingiustificate
Stesso esito ha avuto la causa intentata dai genitori di un bambino di seconda elementare che alla fine dell’anno scolastico 2021/22 era stato promosso, ma con 128 assenze ingiustificate. I genitori, che avevano deliberatamente tenuto a casa il figlio per sottrarlo all’obbligo di mascherina allora in vigore nelle scuole, chiedevano che tali assenze fossero modificate in «giustificate».
Dopo il rifiuto da parte dell’ispettorato, anche il Consiglio di Stato notava che «questa iscrizione nella pagella non ha pregiudicato la promozione dell’allievo al terzo anno delle elementari e che non ha nessun’altra incidenza sul suo futuro scolastico». Un parere che è stato in seguito confermato, su ricorso, sia dal Tribunale cantonale amministrativo, sia dal Tribunale federale.
Il 3,5 in storia
Capita invece che qualcuno si rivolga al tribunale nella speranza di trasformare una bocciatura in una promozione. È stato il caso, per esempio, di uno studente liceale che ha finito il primo anno con tre insufficienze. Contestava in particolare il 3,5 in storia, a suo modo di vedere «arbitrario». Nel tentativo di dimostrarlo, ha portato davanti ai giudici tutta una serie di risposte da lui fornite durante le prove scritte e le relative correzioni della docente. Invano. Poiché anche i giudici hanno confermato la valutazione scolastica.
Il riposo sabbatico
Ebbe invece successo, qualche anno fa, il ricorso al Tribunale federale di un membro della chiesa avventista del settimo giorno, iscritto al liceo di Lugano 2, che chiedeva di poter recuperare in altra data gli esami di maturità previsti il sabato, in modo da rispettare il precetto del riposo sabbatico.
A livello cantonale tutte le istanze respinsero la sua richiesta. Ma il Tribunale federale - intervenendo quando lo studente aveva ormai già dovuto rompere il riposo sabbatico e partecipare agli esami - stabilì che il rifiuto da parte delle autorità scolastiche di concedere una deroga fosse «sproporzionato».