Sport

Skateboard: adrenalina in libertà

Alla (ri)scoperta di un'attività nata negli anni '50 in California e diffusa anche in Ticino
©Gabriele Putzu
Marco Ortelli
06.04.2025 15:30

Prendi la tavola e vieni a fare skateboard con me/ Non avere paura di provare lo sport più nuovo in circolazione/ Sta diventando di moda in ogni città e in ogni paese...». È il 1964 e il duo americano Jan & Dean in California canta Sidewalk Surfin’, un 45 giri che diventerà una sorta di inno per tutti gli «skater». «... Ma se il marciapiede è dissestato, è meglio che ti fermi subito», prosegue il brano...

A togliere dagli spazi urbani i praticanti di skateboard, alle nostre latitudini, non sono però stati i marciapiedi «dissestati», bensì leggi, codici comportamentali e vie di comunicazione congestionate dal traffico. Da qui la creazione di aree circoscritte, «oasi» orizzontali e verticali, all’esterno e indoor, riservate agli appassionati di questa disciplina sportiva nata negli anni Cinquanta del Novecento in California e diffusasi come un’onda a livello planetario. Anche in Ticino.

Un vorticare di skater

Dallo Skatepark Coperto Vanja di Riazzino al Freestyle Park Ticino di Cadenazzo. Dallo Skatepark di Lugano a quello in costruzione a Mendrisio (vedi a lato), in Ticino gli appassionati di tavole con le rotelle non mancano, anzi. È quello che abbiamo riscontrato venerdì scorso verso le 18 a Lugano, dove nello skatepark - spuntato nel 2002 per volere della Città e spinta del pioniere Yari Copt - nell’area street e in quella bowl era tutto un pullulare di trick da parte di bambine, bambini e adolescenti.

Varcando il cancello dello «skatodromo» luganese incontriamo Daniele Stamerra, che con la moglie Diana, dal 2017 è titolare del negozio The Joker Shop e della scuola di skate The Joker Skate School (thejokershop.ch), rilevati da Yari Copt. «Con mia moglie- osserva Daniele - ci siamo avvicinati al mondo dello skate grazie ai nostri due figli Lucio e Damian, che da piccolini avevano iniziato a seguire i corsi della scuola. Con loro ci siamo progressivamente appassionati di questo ambiente molto cool e quando nel 2017 si è presentata l’occasione ci siamo buttati in questa nuova impresa».

Negozio e scuola. Cosa trova qui chi volesse seguire i vostri corsi? «La nostra scuola ha il grande pregio di essere molto flessibile, non c’è obbligo di iscrizione a inizio anno, di un pagamento anticipato e di frequenza. Chiunque è interessato può iscriversi alla chat di WhatsApp che ho creato e prenotare una lezione. In funzione dei partecipanti, il giorno prima organizzo i maestri - skater locali, ragazzi appassionati molto bravi - e comunico gli orari delle lezioni del giorno successivo».

Gruppi ristretti. «Di solito tendo a creare gruppi ristretti, al massimo 4 partecipanti, suddivisi in base all’età e alla capacità. Vengono principalmente bambini dai quattro anni e adolescenti fino a 14-15 anni, poi diventano autonomi». Lezioni di un’ora, che in autunno, inverno e primavera si svolgono il mercoledì e il sabato alle 9 o alle 10:15, mentre in estate alle 16 il mercoledì e alle 10:30 il sabato. Meteo permettendo.

«Equilibrio e consapevolezza»

Alla domanda su cosa si insegna alla The Joker Skate School Daniele Stamerra risponde: «Allora, si insegna la vita, a cadere e rialzarsi, a non mollare, a concentrarsi sulla chiusura di un trick (evoluzione, ndr), a perseverare nell’azione finché non si raggiunge l’obiettivo». E nello specifico dello skateboard. «Di base, nello street (ha strutture simili a quelle cittadine - scalini, corrimano, muretti...), si insegna inizialmente ad avere equilibrio sulla tavola, a spingersi, a fare le curve, fermarsi. Quando equilibrio e consapevolezza sono acquisiti, si cominciano a fare cose più difficili». Dallo street si può allora passare al bowl, dove gli skater eseguono trick tra le pareti curve, simili a piscine vuote.

Mentre lo skatepark di Lugano comincia ad animarsi, a Daniele Stamerra chiediamo della bellezza di questa disciplina, perché mai praticarla? «Sulla tavola ci sono una libertà e un’adrenalina particolari. È tutto molto «figo», forse perché all’inizio non è facile e nel momento in cui ce la fai la soddisfazione che provi è grande».

Allora, continua la canzone di Jan & Dean, «prendi la tavola e vieni a fare skateboard con me, probabilmente la prima volta che proverai a fare una curva ti schianterai...». Poi, però, «una discesa ripida ti darà una bella spinta».

Le evoluzioni del presidente

Parafrasando la canzone di Marvin Gaye del 1963 Ovunque poso il cappello, quella è casa mia, colloquiando con Samuele Butt, presidente dell’associazione Momò Skateboarding fondata nel 2019 a Mendrisio, ricaviamo l’impressione che ovunque uno skater incroci un’altra persona con in mano o ai piedi una tavola, quella è o diventa amica sua. «Prima della creazione dell’associazione - osserva Samuele Butt - eravamo un gruppo di ragazzi appassionati di skater e amici che aveva come fulcro lo storico negozio di Mendrisio Specialboard. Chi da Mendrisio, chi da Chiasso, Balerna, Stabio o Riva San Vitale Stabio ci riunivamo lì».

Da un punto di ritrovo a un altro. «Nel 2020 - prosegue il presidente - l’associazione è entrata in piena attività anche grazie alla realizzazione di un piccolo skatepark vicino al Liceo Cantonale di Mendrisio reso possibile dalla collaborazione con la Prossimità Mendrisiotto e il Comune. Un progetto e poi un’esperienza che hanno animato la scena skate a Mendrisio. Lo skatepark è diventato il nuovo punto di riferimento, ho visto parecchi bambini e ragazzini avvicinarsi allo skateboard».

Il 2025 segnerà quello può essere visto come il fiore all’occhiello dell’attività di Momò Skateboarding, l’inaugurazione dello skatepark voluto fortemente dall’associazione e che il Comune di Mendrisio sta realizzando nell’ambito della riqualifica dell’area ex macello. «In questo periodo stanno costruendo il Vertical, siamo molto contenti che il cantiere stia procedendo bene. Probabilmente in autunno vi sarà l’apertura di questo nuovo spazio ufficiale, nuovo, bello, grande».

Intanto proseguono i corsi implementati per avvicinare nuovi virgulti allo skateboard. «Prima li tenevamo in collaborazione con altre associazioni, da due anni invece li organizziamo noi. Da una settimana sono iniziati i corsi con un gruppo che per il momento comprende cinque bambini. Ci teniamo molto ad avvicinare i giovanissimi allo skate, una disciplina difficile e non così immediata come possono essere altri sport, che bisogna iniziare da piccoli».

E da piccolo ha iniziato ad andare a «tavoletta» anche Samuele Butt, che così ricorda il suo imprinting con lo skate. «Vedevo i grand fare le discese, roteare e mi dicevo lo voglio fare anch’io! È successo poi che il figlio del custode del palazzo in cui vivevo, che possedeva una splendida tavola da skateboard vecchia scuola a forma di pesce, mi disse: ‘Se metti a posto la cantina e il sottoscala riordinando tutte le biciclette ti regalo la tavola’. Detto fatto! E la sua tavola è diventata la mia prima».

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