«Solo insieme faremo la differenza»
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Sole sui tetti dei palazzi in costruzione, sole sul lungolago che scalda le persone. Tra passeggini e cani al guinzaglio, alcuni di loro azzardano le maniche corte, godendosi questo inaspettato tepore. È un inizio febbraio che ricorda la primavera inoltrata. Ed è proprio questo il problema.
Energia, si riparte con gli incentivi: «Ma serve una visione a lungo termine», titola la pagina del Corriere del Ticino che sta leggendo Gianluca Bonetti mentre lo incontriamo seduto a bere un caffè nel bar della piazza antistante il Lac. Un articolo, quello del collega Francesco Pellegrinelli, che parla di come i cittadini possano tornare a chiedere un contributo per finanziare l’efficienza energetica delle proprie abitazioni al Cantone che, nel frattempo, promette un forte sviluppo del fotovoltaico e prosegue con il processo di decarbonizzazione e di addio al gasolio entro il 2040.
Una manovra troppo lenta
«Vede, non è che non ci si stia muovendo nella giusta direzione – spiega Bonetti a La Domenica -. Ma è che lo stiamo facendo troppo lentamente, le tensioni geopolitiche e quelle legate alla competizione per l’egemonia economica stanno ponendo in secondo piano la crisi climatica».
È da questa riflessione sulla percezione collettiva dell’importanza della tematica che nasce «L’uomo e il clima». Un festival diffuso, nel quale il consigliere d’amministrazione della Fondazione Corriere del Ticino ha messo in dialogo alcune delle più importanti realtà luganesi per affrontare da diversi punti di vista i cambiamenti climatici.
«A volte diamo per scontato il nostro clima, senza considerare l’eccezionalità della finestra climatica nella quale abbiamo vissuto per 10mila anni – spiega Bonetti -. Forse è per questo che non comprendiamo appieno i dati che gli scienziati presentano sui cambiamenti della concentrazione di Co2 nell’atmosfera o quelli sulle percentuali di umidità. Che avranno, anzi hanno già, un impatto importante sul nostro pianeta: testimoni ne sono i violenti fenomeni che si sono abbattuti anche nel nostro cantone e che sono destinati ad aumentare. Io stesso, per quanto da sempre interessato al tema, fino a pochi anni fa leggevo gli articoli scientifici ma era come se non riuscissi a metterne insieme i pezzi».
Una foto sulla nostra responsabilità
Mettere insieme i pezzi, proprio quello che Bonetti ha fatto al Musec, l’inizio di questo percorso attraverso “L’uomo e il clima”: «La cultura è uno strumento che può essere terribilmente concreto. La mostra che ho curato al Musec assieme a Nora Segreto è il frutto di un lungo lavoro di ricerca, dove oggetti che testimoniano il bisogno dell’uomo di lasciare un segno del suo passaggio attraverso l’arte raccontano la sua convivenza con la natura circostante. E poi sono presenti straordinari reperti fossili che mostrano come i Mammut vivessero alle nostre latitudini, più precisamente in Pianura Padana: «La dimostrazione di cosa può succedere a causa delle oscillazioni del clima».
Ma a sorprendere, nella mostra di Villa Malpensata, è una sala dove campeggia una meravigliosa foto del ghiacciaio del Rodano. «L’ho fatta io – spiega Bonetti –. Sono un appassionato di fotografia e da 20 anni vado nei ghiacciai per provare a catturarne la loro essenza. Non l’ho mai fatto con un fine espositivo, solo negli ultimi anni, quando ho visto con i miei occhi il drastico scioglimento dei ghiacci, ho percepito la possibilità di usare queste foto come fossero una narrazione di quanto sta avvenendo nel mondo, evidenziando il profondo collegamento che hanno con tutti noi».
A proposito di collegamenti, le esposizioni di fotografie proseguono alla Artphillein Library di Paradiso. «È stato appassionante vedere questo progetto crescere organicamente, grazie al sincero entusiasmo di tutti gli attori della realtà culturale luganese coinvolti. Da Francesco Paolo Campione del Musec a Filippo Rampazzi del Museo di Storia Naturale, ma anche la Biblioteca Cantonale, la Repetto Gallery e il Cinema Lux, ognuno ha dato il proprio contributo per riuscire a raccontare i cambiamenti climatici, con diversi linguaggi ed espressioni, dando un’affascinante visione a 360 gradi. Ovviamente con il prezioso contributo scientifico di Cristian Scapozza, responsabile del centro competenze cambiamento climatico e territorio della Supsi e della giornalista scientifica Clara Caverzasio, oltre a un comitato scientifico che vanta nomi del calibro di Telmo Pievani, filosofo ed evoluzionista di fama mondiale».
Piccoli gesti fanno la differenza
Dopo un’ultima visita assieme a Gianluca Bonetti alla Biblioteca Cantonale, dove sono esposte pubblicazioni originali dei pionieri della scienza dal XVII secolo ai giorni nostri, ci chiediamo quali sono le aspettative di questo Festival diffuso. «Con «L’uomo e il clima» non abbiamo la pretesa di insegnare nulla a nessuno, vogliamo solo stimolare il bisogno di approfondire ed essere più consapevoli della situazione attuale. E di come tutti noi, anche attraverso piccoli gesti, nel proprio piccolo possa fare la differenza. Siamo tutti nello stesso pianeta, è solo insieme che faremo la differenza».