Maltempo

Stagione già da dimenticare per lidi, bar e ristoranti, si salva solo l'ombrellaio

È tornato il sole, ma l'estate 2024 quasi per tutti è ormai da dimenticare – Qualcuno, però, ha aguzzato l'ingegno
©Chiara Zocchetti
Andrea Stern
Andrea Stern
14.07.2024 06:00

La collezione estiva faticava ad attirare gli sguardi dei passanti infreddoliti che sfilavano davanti alla vetrina tentando di passare tra una goccia e l’altra. «Allora ho messo fuori degli ombrelli - dice Lorenza Sommaruga, titolare di una boutique a Lugano e presidente di Federcommercio Ticino -. Come si dice, la necessità aguzza l’ingegno. Se la vendita delle collezioni estive va a rilento e molta merce rimane invenduta, noi adattiamo l’offerta alle condizioni climatiche».

Il simpatico aneddoto di Sommaruga serve a sdrammatizzare l’andamento di un’estate che finora è stata una stagione di lacrime un po’ per tutti. Piangono gli albergatori, piangono i ristoratori, piangono i gerenti di lidi, i noleggiatori di pedalò e i gelatai.

«La pioggia è deleteria - commenta Manuel Fusi, titolare del gruppo Fiordipanna, che gestisce quattro gelaterie nel Locarnese -. Appena inizia a scendere qualche goccia, la gente smette di consumare gelato. Questa è una stagione incredibilmente difficile per il nostro settore. Noi abbiamo avuto una flessione superiore al 30%. È ormai da mesi che siamo qui con il personale a sperare che finalmente inizi la stagione calda. Ma finora il sole l’abbiamo visto poco. E senza sole il gelato non si vende».

In effetti i dati di MeteoSvizzera indicano che, con l’eccezione del mese di gennaio, questo 2024 è stato finora molto meno soleggiato della media. In maggio a sud delle Alpi sono mancate 78 ore di sole, il 40% della media, in giugno ne sono mancate altre 67 e anche il mese di luglio è proseguito all’insegna della variabilità. Oltre che dei disastri naturali, che hanno portato morte e distruzione e veicolato nel resto della Svizzera immagini che sicuramente non invogliano a venire a trascorrere qualche giorno spensierato in Ticino.

Come nelle zone di guerra

«Io ho lavorato per la Croce Rossa in zone di conflitti ed era la stessa cosa - afferma Mike Keller, gestore degli ostelli comunali della Valle Onsernone -. Nelle immagini che venivano proiettate verso l’esterno si vedevano sempre e solo sangue, morte e distruzione, anche se quello era solo un piccolo spicchio di una realtà molto variegata. Ora la stessa cosa è successa in Ticino.I giornali e i telegiornali hanno mostrato solo immagini di case distrutte e paesaggi devastati, dando l’impressione che in tutto il cantone sia così».

Ovviamente non è così.In Onsernone, spiega Keller, ci sono state solo una piccola frana sotto Crana, che ha ostruito per breve tempo la strada, e un’interruzione di corrente a Vergeletto, peraltro durata poco. «Eppure abbiamo ricevuto diverse cancellazioni - afferma -. Ci sono turisti che preferiscono non venire in questo periodo in Ticino. Alcuni rimandano ad agosto o settembre. Altri probabilmente scelgono altre destinazioni. Certo, visto quanto successo in Mesolcina, Lavizzara e Bavona, noi non possiamo lamentarci. Però per il turismo è un duro colpo, che giunge dopo una primavera che era già stata pessima».

Dove la pioggia non conta

La questione è stranota. Quando piove in Ticino il turista non trova granché da fare, se non visitare qualche museo, fare shopping (se i negozi sono aperti, ciò che non è scontato) o andare allo Splash & Spa Tamaro. «Noi stiamo facendo una stagione leggermente sopra la media degli scorsi anni - spiega Anna Celio Cattaneo, direttrice del centro acquatico di Rivera -. Un po’ sarà grazie agli investimenti che abbiamo fatto, con nuovi scivoli e nuovi hammam. Ma un po’ è sicuramente anche grazie alla meteo».

La pioggia di questi mesi ha infatti tarpato le ali alle piscine esterne e ai lidi, tutti alle prese con cali dell’utenza del 30%, 40% o anche più. Utenza che, in parte, si è riversata in quelle poche strutture che come lo Splash & Spa sono in grado di offrire l’esperienza acquatica in qualsiasi momento. «Noi abbiamo veramente destagionalizzato la nostra attività - prosegue CelioCattaneo -. Abbiamo tanti clienti quando piove, ma c’è anche molta gente che viene da noi quando c’è il sole per godersi la parte esterna. Lavoriamo bene con il caldo e con il freddo, con il bello e con il brutto tempo».

Anche Lugano, secondo l’esercente di Piazza Riforma Guido Sassi, starebbe affrontando un periodo non troppo negativo nonostante la meteo inclemente. «Devo ringraziare il vicesindaco Roberto Badaracco e il Municipio per le tante manifestazioni che organizzano in città - dice Sassi -. Ormai il tempo è quello che è. Non è solo da noi che ha fatto brutto ma anche nel nord Italia e nel resto della Svizzera. Però con gli eventi si crea movimento. Io penso che Lugano dovrebbe puntare sempre di più sul turismo culturale. Peccato solo che manchino gli alberghi».

È un altro tipo di turismo rispetto a quello che ha fatto le fortune del Ticino, forse in passato più che oggi. «Ma ancora gli ultimi anni abbiamo lavorato molto bene - interviene Federico Zgraggen, che con la sua Tinoleggio affitta barche, motoscafi e pedalò -. Quest’anno abbiamo una meteo poco favorevole e quindi la gente esce meno sul lago. Ma fa parte del gioco. Possiamo solo accettarlo e confidare nel resto dell’estate. I conti si fanno solo a fine anno».

Forse ora si vede la luce

Un pensiero condiviso dal direttore dell’Organizzazione turistica Lago Maggiore e Valli, Fabio Bonetti. «Dopo la tragedia in Bavona e Lavizzara c’è stata effettivamente un’ondata di cancellazioni un po’ in tutto il Locarnese - afferma -. Siamo stati subissati di chiamate da turisti preoccupati, ad esempio, sulla balneabilità del lago. Abbiamo spiegato a tutti che il divieto era temporaneo e che presto la situazione sarebbe tornata alla normalità, come effettivamente è successo. In questi giorni vediamo finalmente una ripresa».

Una tendenza positiva che si spera possa protrarsi anche oltre l’estate. «Chissà, magari quest’anno riusciremo ad allungare un po’ la stagione», afferma Giancarlo Alborghetti, titolare della società che gestisce i trenini turistici di Locarno e Ascona.

«Il brutto tempo passa sempre - aggiunge Stefan Früh, guida turistica e gestore di diversi alloggi di vacanza nelle Centovalli -.Io lavoro da oltre vent’anni in questo settore e ho sempre visto alti e bassi. Quest’anno ho visto più insicurezza tra la gente. Ma l’importante è rassicurarli e andare avanti. Per esempio, mi riempie di gioia la notizia che ieri ha già riaperto la Botega di Prato Sornico, a pochi metri da dove due settimane fa le auto venivano giù come birilli».

I conti si faranno solo a fine stagione, sostiene anche Mattia Galli, responsabile dei campeggi TCS della regione Sud. «È chiaro che è una stagione un po’ difficile dal punto di vista meteorologico - afferma -. Nei campeggi ci sono comunque i puri e duri, quelli che arrivano con qualsiasi tempo. Altri vacanzieri vengono solo col sole. Ma noi non dobbiamo guardare la meteo, dobbiamo farci trovare pronti. Il problema non è se la gente non arriva quando piove. Il problema è se non arriva quando è bello».

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