La domenica

Sugli sci così mai prima d’oro

A tu per tu con Marco Gut, presidente della Federazione Sci Svizzera Italiana
© KEYSTONE/Michael Buholzer
Andrea Bertagni
Andrea Bertagni
20.02.2022 06:00

Che a presiedere la Federazione Sci Svizzera Italiana TiSki ci sia un Gut rientra in quei fenomeni che lo psichiatra svizzero Carl Gustav Jung (1875-1961), forse avrebbe chiamato «sincronicistici». Ma facciamo subito chiarezza. Se Marco Gut non è parente di Lara, originario di Zurigo il primo, di Lucerna la famiglia di papà Pauli, a livello di competenze sciistiche il presidente ha la sua da dire, allenatore di sci, arbitro di Swiss-Ski e della FIS, per la quale ha partecipato ai Mondiali del 2013 a Schladming. Lo abbiamo incontrato per un commento sui Giochi degli svizzeri e sui ticinesi che scivolano «a manetta» sulle tavolette.

C’è anche Lara Gut-Berhami
I ragazzi d’oro si chiamano Beat Feuz, Marco Odermatt, Michelle Gisin, Corinne Suter, Lara Gut-Berhami per lo sci alpino e Ryan Regez e Mathilde Gremaud per il freestyle. Gli argentati portano il nome della sciatrice Wendy Holdener e del freestyler Alex Fiva. Facce cinte di bronzo, le già citate Gut-Berami, Holdener, Gisin, Gremaud a cui si aggiunge quella dello snowboarder Jan Scherrer. 14 medaglie in tutto. Come commenta il presidente di TiSki Marco Gut i risultati ottenuti a Pechino dalla delegazione svizzera? «Sono davanti agli occhi di tutti. Con una chicca. Mai fino ad ora una nazione era riuscita a conquistare 5 medaglie d’oro nello sci alpino. Un risultato eccezionale».

Per il Ticino, poi, con Lara Gut-Behrami, un altro exploit. «Conosco Lara da quando aveva 7 anni. La sua forza di volontà è ammirevole – commenta il presidente di TiSki -. Un risultato che fa molto bene ai nostri club cantonali e ai nostri giovani atleti e un motivo d’orgoglio per il Ticino che riesce a portare regolarmente medaglie. Siamo pochi, ma buoni anzi, ottime».

Sì perché le medaglie «ticinesi» sono giunte solo dal settore femminile. Come spiega Marco Gut che a vincere i titoli siano state solo Doris De Agostini, Michela Figini e Lara Gut-Behrami e mai uno sciatore del settore maschile? «Ce lo siamo chiesto più volte. Una risposta è che nello sci femminile c’è più possibilità di raggiungere un certo livello. Nello sci alpino maschile fare il salto di qualità per entrare nei quadri della nazionale maggiore è molto più difficile». In tal senso però vi è una prospettiva che pare assai interessante e si chiama Massimiliano Gusmini, classe 2004. «Lo scorso aprile è stato selezionato nel centro nazionale di allenamento per lo sci alpino dell’interregione est di Davos, di cui fa parte anche TiSki – commenta Gut – si tratta del gradino intermedio che può quindi portare alla selezione nei quadri C di Swiss Ski. Massimiliano è molto bravo, per forza e postura. A mio avviso potrà compiere il grande salto».

C’è stato un momento in cui tutti i campioni che abbiamo ammirato a Pechino non sapevano sciare, fare salti acrobatici o scendere a rotta di collo tra le gobbe. «Sono tutti ragazze e ragazzi cresciuti e formati negli sci club che svolgono un lavoro fondamentale di cui anche Swiss-Ski è consapevole – commenta Marco Gut», che osserva come anche il ruolo dei genitori svolga un ruolo essenziale per la crescita delle giovani e dei giovani. «Crescita che nel settore alpino di TiSki passa attraverso tre squadre, U18/21, U16 e U14, a cui si aggiunge il «Gruppo Future», che forma i giovanissimi valutando le loro future possibilità».

Non solo sci alpino
4 medaglie - 2 ori, un argento e 1 bronzo - sono giunte anche dalla squadra svizzera di freestyle, a cui si aggiunge 1 bronzo nello snowboard. Il presidente della Federazione Sci Svizzera Italiana ha una visione panoramica delle discipline legate alla neve. «Marco Tadé non ha purtroppo ottenuto il risultato che soprattutto lui si attendeva, ma a livello ticinese siamo molto forti. Ad Airolo vi è un centro in cui nella stagione invernale vengono ad allenarsi anche altre federazioni. In estate il Centro sportivo nazionale di Tenero consente una preparazione ottimale».

Nota forse un po’ dolente, lo sci nordico, che stenta a decollare, con Natascia Leonardi che pare un puntino lontano nella neve. «A Campra abbiamo però un centro straordinario che ospita anche competizioni internazionali». Se il presente è un po’ nebuloso, chissà però che il futuro della disciplina nordica non si tinga di rosa e di blu. «La settimana scorsa abbiamo organizzato per la prima volta un Kids Day dedicato allo sci di fondo. Sono arrivati 36 bambini dai 6 ai 12 anni che anche quando il sole alle ore 15 è scomparso, invece di fermarsi e fare merenda come da noi proposto non hanno voluto smettere. Si sono divertiti tantissimo. Giornate come questa nascono dalla precisa richiesta di Swiss-Ski che vuole che si investa di più nello sci di fondo».

Con i Giochi Olimpici di Pechino 2022 che hanno portato il bottino di medaglie auspicato all’inizio dalla delegazione svizzera, la prossima settimana per il circo bianco dello sci alpino sarà già tempo di nuove discese, salti e paletti rossi e blu da schivare. «Con Marco Odermatt che salvo sorprese porterà a casa la Coppa del mondo generale», osserva il presidente di TiSki Marco Gut.

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