Tuffi salati, Lido quanto mi costi?

Ha aperto la stagione il Lido di Lugano, sotto la fastidiosa pioggia del 1° maggio. Gli ha fatto seguito il Lido di Locarno, ieri, sabato 6 maggio. Il prossimo fine settimana sarà il turno di Bellinzona, Paradiso, Tenero e Valgersa. Il 20 maggio apriranno anche le piscine di Chiasso, Mendrisio e Sessa, mentre è prevista per il 27 maggio l’apertura della piscina di Bissone, che è allo stesso tempo la più conveniente e la più costosa del Cantone.
Per i domiciliati l’entrata al lido costa infatti solo 2 franchi, ma a chi vive fuori dai confini comunali vengono chiesti fino a 15 franchi, il sabato, la domenica e nei giorni festivi (gli altri giorni 10 franchi, comunque il quintuplo dei bissonesi).
Un prezzo politico
«Per la gente di Bissone abbiamo stabilito un prezzo politico - spiega il sindaco Andrea Incerti -. Questa struttura è stata creata con i soldi loro e dei loro avi, non sarebbe giusto fargliela pagare una seconda volta. Mentre il prezzo di 15 franchi per chi viene da fuori, nei fine settimana, è invariato da ormai parecchi anni. Non mi sembra una tariffa esagerata. Di sicuro non scoraggia le tante persone che ogni estate affollano il nostro lido, in provenienza da tutta la regione e anche dalla vicina Italia».
Già lo scorso anno il lido di Bissone aveva attirato non solo frotte di bagnanti ma anche l’attenzione del portale Badi-Info.ch - la bibbia degli stabilimenti balneari svizzeri - che l’ha inserito al primo posto nella classifica delle piscine all’aperto più care della Confederazione.
Va detto che le strutture ticinesi sono quasi tutte leggermente più care delle loro consimili a nord delle Alpi. L’aspetto positivo però è che quest’estate non si registra praticamente alcun aumento - fatti salvi alcuni lievi ritocchi - nonostante l’inflazione e l’aumento dei costi dell’energia.
Ridotti i consumi energetici
«Noi manteniamo gli stessi prezzi - spiega Christophe Pellandini, direttore del Lido di Locarno -. Invece di ribaltare l’aumento dei costisulla clientela abbiamo preferito ridurre i nostri consumi nel periodo invernale, anticipando di un’ora la chiusura serale e abbassando di un grado la temperatura dell’acqua, che è comunque rimasta sui 27/28 gradi. Con questi due accorgimenti abbiamo risparmiato oltre 100’000 chilowattora, circa il 10% dei nostri consumi».
Questo durante l’inverno. «In estate l’illuminazione e il riscaldamento sono garantiti dal sole - osserva Pellandini -. I consumi sono ridotti al minimo. Valuteremo poi in ottobre se e come intervenire di nuovo».
E se mancasse l’acqua?
Un’incognita che potrebbe gravare sulla stagione estiva è invece quella della siccità. «Lo scenario di un razionamento dell’acqua è ancora oggettivamente lontano - sostiene Pellandini - e in ogni caso credo che in un primo tempo riguarderebbe le tantissime piscine private sparse sul territorio cantonale.Però non si può mai escludere nulla. Abbiamo visto cosa è successo con il COVID. In ottica futura è buono farsi trovare preparati. Noi stiamo per esempio valutando un impianto di captazione acqua a lago, che nella nostra situazione sarebbe un’ottima alternativa».
Ma intanto godiamoci l’estate, sperando chela meteo non faccia brutti scherzi. «Quest’anno proponiamo la novità di tre muri di arrampicata nella vasca dei tuffi - spiega Pellandini -. Per il resto confidiamo nel sole, sperando di ripetere la stagione estiva dello scorso anno, che è stata la migliore in assoluto da quando abbiamo aperto».
Numeri da record sono stati osservati lo scorso anno anche a Bellinzona - dove le entrate al bagno pubblico sono aumentate del 40% -, così come a Lugano, dove tutte le strutture balneari hanno registrato cifre in crescita, con in particolare un +37% alla piscina di Carona e un +36% al Lido di Lugano.
Un solo piccolo ritocco
Qui l’unico ritocco riguarda la tariffa ridotto nelle fasce orarie del mattino presto, della pausa pranzo e della sera. L’anno scorso si pagavano 3 franchi, quest’anno 5 franchi, più un deposito di altri 5 franchi che viene restituito in caso di rispetto dell’orario di uscita. Le altre tariffe sono invece rimaste invariate.
«Sappiamo che la politica tariffale è importante - afferma Roberto Badaracco, capodicastero sport -. Pertanto, dopo aver fatto un confronto con le altre strutture, abbiamo deciso di mantenere invariati i prezzi d’entrata». Nessuno può però escludere che in futuro non si renda necessario un adeguamento dei prezzi. «Con il Municipio stiamo valutando un piano di risparmio per i prossimi anni - aggiunge Badaracco -. Al momento non sono in grado di dire se anche gli stabilimenti balneari verranno toccati da queste misure».
Si tratterà di una decisione politica, visto che già oggi le piscine dipendono più dall’aiuto pubblico che dagli introiti garantiti dai bagnanti. A Lugano, ad esempio, gli stabilimenti balneari spendono circa 5 milioni di franchi all’anno e ne ricavano solo 2. «Non c’è nessuna struttura sportiva aperta al pubblico - precisa Badaracco - che riesce a coprire le spese solo con i biglietti d’entrata».