L'editoriale

Un anno dopo contro le notizie mordi e fuggi

La nascita di un giornale è sempre una buona notizia: è con questo slogan che, un anno fa, è iniziata l’avventura de La Domenica
Paride Pelli
04.09.2022 07:00

La nascita di un giornale è sempre una buona notizia: è con questo slogan che, un anno fa, è iniziata l’avventura – ma ormai potremmo dire la storia – de La Domenica, un nome scelto per celebrare un giorno speciale in cui si dovrebbe avere più tempo da dedicare a se stessi e, di riflesso, alla lettura.

Attività nobile e feconda che nell’ultimo decennio è stata trascurata in misura crescente, a causa dell’avvento dell’informazione mordi e fuggi (spesso fuggi) sui social media e di tutte quelle frenetiche tecnologie che hanno reso la pagina di carta quasi anacronistica.

Ma noi resistiamo: anzi, andiamo avanti convinti che il cammino intrapreso sia quello più fondato e valido, con articoli d’approfondimento che hanno il compito di incrementare le conoscenze e la capacità critica di ciascuno di noi e, ancor prima, di sensibilizzare nuovamente il pubblico alla lettura e alla concentrazione su questi fogli di carta e inchiostro forse sì, anacronistici, ma sempre dannatamente affascinanti e stimolanti per il loro modo di porre in gerarchia le notizie e di trasmettere così un pensiero con cui confrontarsi.

La Domenica, in soli dodici mesi, è diventato un appuntamento fisso per molti lettori della Svizzera italiana: le cassette rosse fanno ormai parte della nostra realtà, del nostro territorio, e chi scrive non nasconde una certa soddisfazione quando, la mattina presto durante una corsa, gli capita di osservare le persone che a piedi o in macchina si fermano a ritirarne una copia e magari una seconda, da portare al vicino di casa o ai genitori.

È con questo spirito che è nata La Domenica: un giornale che richiede una buona dose di felice impegno nella sua lettura, ma che lo ripaga proponendo temi trasversali e rendendo comprensibili – grazie alla professionalità dei suoi giornalisti – anche i dossier più articolati dell’economia e della politica. E accostando chiavi di lettura mai banali anche a notizie o tendenze apparentemente leggere o marginali.

La Domenica si tuffa dunque nel suo secondo anno con grande entusiasmo, con diverse novità in cantiere e con un sorriso di speranza e anche – i lettori ce lo consentano solo per questa volta – di compiacimento per aver fatto breccia nel cuore di tante persone.

Certo, restiamo consapevoli che, come per tutta l’editoria, il periodo è di quelli davvero complicati: la congiuntura economica scatenata dalla guerra in Ucraina, dopo due anni di pandemia, e la conseguente contrazione del mercato pubblicitario, nonché i costi alle stelle di materie prime ed energia, non possono far dormire sonni tranquilli. Ma pure navigando in questo mare grosso e tempestoso, la piccola barca de La Domenica – pilotata da giovani e abili navigatori – riesce a destreggiarsi e a mantenere la barra dritta. E questo sotto molti aspetti, inclusa la linea editoriale: aperta, vivace, dalla cifra stilistica dinamica e disinvolta, ma sempre affidabile, in stile Corriere del Ticino. A questo proposito: come ha sempre sostenuto chi vi scrive, La Domenica non vuole essere soltanto il figlio di cotanto padre, ma mira ad intercettare lettori in parte diversi. Non è l’edizione domenicale del Corriere del Ticino, quanto piuttosto un complemento dell’offerta informativa del quotidiano, che vive di altri ritmi, giocoforza indiavolati. La Domenica invece va a passo più lento, permette una lettura su più giorni, fino all’arrivo dell’edizione successiva. Un giornale (gratuito) da leggere tutto d’un fiato, o poco per volta, dunque, per rendere la domenica un giorno ancora più speciale.