A spasso nel tempo

Un muro fra le due Germanie pure nel continente africano

24 febbraio 1965
Sbarramento con filo spinato alla Porta di Brandeburgo nel 1961, anno in cui la DDR decise di costruire il Muro di Berlino. © Shutterstock
Nicola Bottani
Nicola Bottani
23.02.2025 06:00

«Da Stettino nel Baltico a Trieste nell’Adriatico una cortina di ferro è scesa attraverso il continente». Sono le parole che Winston Churchill, primo ministro britannico dal 1940 al ’45 e poi dal 1951 al ’55, pronunciò il 5 marzo del 1946 al Westminster College di Fulton, nel Missouri. Si riferiva al muro che si era creato in Europa dopo la conclusione della Seconda guerra mondiale fra il blocco occidentale guidato dagli Stati Uniti e quello comunista controllato dall’Unione Sovietica. Uno dei simboli della Cortina di ferro è stata Berlino, divisa fra la Repubblica federale tedesca (RFT) e la comunista DDR, ossia la Repubblica democratica tedesca, che nel 1961 un muro vero l’ha costruito, per impedire ai suoi cittadini di raggiungere la parte occidentale della città e quindi la libertà. Una sorta di Muro di Berlino, seppur immaginario, a causa dei continui attriti tra RFT e DDR sorse pure in Africa. Una notizia d’agenzia datata 24 febbraio 1965 e pubblicata dal «Corriere del Ticino» il giorno successivo riferì infatti che «La Repubblica federale tedesca ha preso una serie di misure nei confronti della Tanzania che ha recentemente autorizzato l’apertura sul suo territorio d’un consolato della Repubblica democratica tedesca. [...] Pare che Bonn (allora capitale della RFT, ndr) abbia deciso di sospendere l’aiuto in capitali alla Tanzania, che finora ha ricevuto circa la metà dei 45 milioni di marchi offerti da Bonn. Inoltre verrebbe sospeso, almeno parzialmente, l’aiuto tecnico e militare».

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