Una mano alla chirurgia
«Nel mondo del teatro minuti gesti permettono di svestirsi per entrare nei panni di un personaggio e questi stessi gesti nel mondo dell’acrobazia stabilizzano equilibrio e fiducia. Darsi una mano significa un mondo di cose, sulla scena noi trasformiamo questo anelito in grazia, leggerezza, poesia. Due parole sul mio mestiere che interpreto sempre in punta di mano», è il piccolo racconto di Daniele Finzi Pasca pensato per introdurre il Congresso della Società svizzera di chirurgia della mano (SSCM-SGH) e della Società svizzera di riabilitazione della mano (SSRM-SGHR), che si svolgerà a Lugano giovedì e venerdì prossimi (Palazzo dei congressi). «È un importante momento di approfondimento e di scambio professionale per tutti i professionisti attivi in questo campo, sia nelle realtà sanitarie pubbliche che private», spiega il dottor Ivan Tami, specialista in Chirurgia della mano e in Chirurgia ortopedica e traumatologia dell’apparato locomotore, membro FMH e presidente della Società svizzera di chirurgia della mano e del Comitato organizzatore. «Sono - aggiunge - particolarmente orgoglioso del fatto che quest’anno, fra tutte le città della Svizzera, la scelta del Congresso sia caduta su Lugano. E la scelta di Daniele Finzi Pasca non è casuale, visto che è senza dubbio uno dei più qualificati rappresentanti della vita culturale ticinese a livello internazionale».
Oltre 700 specialisti del settore
In Ticino arriveranno oltre 700 professionisti, fra medici, terapisti e altre figure legate a questo ambito medico. E la due giorni servirà come momento di confronto per conoscere nuove tecniche, terapie, scoperte scientifiche, su una parte del corpo umano particolarmente sensibile. «Le patologie più comuni con le quali ci dobbiamo confrontare - aggiunge ancora Ivan Tami, responsabile del Centro manoegomito della Clinica Ars Medica - sono la sindrome del tunnel carpale, poi il dito a scatto ma anche le malattie degenerative come l’artrosi che con l’invecchiamento della popolazione è particolarmente presente e tocca anche mano, polsi e gomiti. Inoltre affronteremo i trattamenti per le fratture del polso, proprio perché è un’articolazione a rischio, visto che se una persona scivola tende sempre a mettere la mano davanti per attutire la caduta». Si parlerà pure delle lesioni dei tendini flessori, frutto spesso «di tagli per esempio in cucina».
I nuovi trattamenti
Al congresso i medici si concentreranno sui trattamenti per queste patologie. «Tenendo conto che le tecniche di oggi - fa notare ancora Tami - sono sempre meno invasive, cioè vengono effettuate con interventi che rispettano i tessuti circostanti la patologia da trattare. Perché, come accade per anca e ginocchio, anche per l’artrosi, se io devo applicare una protesi in un’articolazione delle dita devo comunque farlo senza danneggiare i tessuti circostanti per avere il miglior risultato possibile sia dal punto di vista funzionale che estetico. E in questo sta l’abilità del chirurgo, aiutato appunto, come dicevo prima, dalle nuove tecniche chirurgiche».
Le protesi migliorano
Anche le protesi sono sempre più precise, raffinate e realizzate con materiali che ne garantiscono la durata per diversi anni riducendo al minimo il rischio di complicazioni. La chirurgia artroscopia, e cioè l’utilizzo di telecamere per visualizzare le articolazioni con piccoli accessi, è un esempio di chirurgia mini-invasiva. L’avvento inoltre della robotica in campo medico con l’aiuto dell’intelligenza artificiale sarà sicuramente un ulteriore supporto all’attività del chirurgo a vantaggio della qualità delle cure al paziente.
Tra gli altri temi, al congresso di parlerà anche di « sostenibilità ambientale. Avremo anche un occhio di riguardo - conclude Tami - sulla sostenibilità della chirurgia e della riabilitazione della mano. Perché anche la medicina deve dare il suo contributo in questo delicato e molto attuale fenomeno, in relazione all’uso e ai materiali che consumiamo nelle nostre cliniche».