Una minaccia che riguarda tutti
Una seria riflessione sui cambiamenti climatici in corso e sulle loro possibili conseguenze nel pianeta, in Svizzera e nella Città Ticino. È quanto propone il «Festival L’Uomo e il Clima», che si aprirà giovedì al Musec di Lugano e si concluderà nel mese di maggio dell’anno prossimo. Una riflessione proposta attraverso 5 luoghi espositivi, conferenze e proiezioni cinematografiche (www.uomoeclima.org). Gianluca Bonetti, ideatore di questa rassegna, intende con questo evento lanciare un messaggio forte, senza diventare catastrofista. Ci ricorda però come gli scienziati non abbiano dubbi a questo proposito: prima si interviene, minore sarà l’impatto del cambiamento climatico e minori saranno i costi per affrontarlo!
L’importante è quindi reagire rapidamente e in secondo luogo stabilire le strategie per gestire i danni causati dall’effetto serra, consci del fatto che le emissioni di gas sono tuttora in crescita. Parallelamente è necessario dotare la ricerca scientifica dei mezzi finanziari necessari per scoprire metodi efficaci per catturare il CO2 dall’atmosfera a costi accessibili.
«Da oltre vent’anni - racconta Gianluca Bonetti - fotografo i ghiacciai, che ho visto ritirarsi incredibilmente in questi ultimi tempi. Taluni li ho addirittura visti sparire. Da profano ho allora iniziato a studiare la problematica del surriscaldamento climatico e mi sono convinto dell’esigenza di raccontare queste mie ricerche attraverso un evento per condividerle con il maggior numero di persone possibile. È mia convinzione infatti che sia importante informare, diffondere in modo accessibile a tutti i risultati della scienza, per creare consapevolezza di fronte a un problema che riguarda tutti noi e i nostri discendenti. La politica, prosegue Bonetti, ragiona purtroppo sempre più in termini di tempi elettorali. L’industria, confrontata con mutamenti sempre più rapidi, è anch’essa portata a ragionare sul breve periodo.
Ma sia la politica, sia l’industria saranno più attente alle tematiche ambientali se le richieste giungeranno rispettivamente dagli elettori e dai consumatori: ecco perché è importante parlare di questa tematica». Una tematica che il Festival affronta da varie angolature nella speranza di sensibilizzare il visitatore. Al Museo delle Culture vengono evidenziate «la preziosità del clima in cui stiamo vivendo e le possibili conseguenze del surriscaldamento climatico generato dall’uomo».
Al Museo Cantonale di Storia Naturale viene invece offerta una panoramica sui mammiferi vissuti nel corso degli ultimi 200 mila anni nelle nostre regioni. A causa dei cambiamenti climatici si è infatti passati dai leoni o dagli ippopotami ai mammut e infine alla fauna attuale. Già, dirà qualcuno, i cambiamenti climatici ci sono sempre stati: perché allora allarmarsi? Perché i mutamenti che l’uomo sta causando al pianeta nel corso di pochi decenni, in passato avvenivano sull’arco di millenni. E non è possibile andare avanti di questo passo.
Ma torniamo al Festival, che alla Biblioteca cantonale di Lugano presenta la storia della scoperta dei cambiamenti climatici dal XVII secolo ai giorni nostri. Due gallerie d’arte presentano invece il fenomeno osservato attraverso le immagini di grandi fotografi (Artphlein Library, Paradiso) e le opere di importanti artisti contemporanei sensibili alla tematica (Repetto Gallery, Lugano). L’evento si completerà con conferenze e proiezioni cinematografiche.