Uno su 32 ce la fa

È per un’anomalia della legge che gli architetti svettano in cima alla classifica degli incarichi diretti più consistenti assegnati dal Cantone. «Tutti questi mandati hanno quale origine un concorso di progetto - spiega l’architetto Loris Dellea, direttore della CAT, la Conferenza delle Associazioni tecniche del canton Ticino -. La legge prevede che chi vince il concorso riceva l’aggiudicazione della progettazione successiva attraverso un incarico diretto».
La procedura può sembrare astrusa ma la sostanza è che il mandato diretto da 4,5 milioni di franchi per la realizzazione del nuovo liceo di Mendrisio non è quindi il mandato diretto più cospicuo dell’anno scorso. Perché non è nemmeno un vero mandato diretto. L’incarico è stato assegnato al consorzio formato dagli architetti Conte, Pianetti e Zanetta di Carabbia e dallo studio ginevrino AETC dopo un concorso di progetto che ha visto la partecipazione di ben 32 studi di architettura.
Un’occasione di crescita
«Ognuno di questi studi fa un investimento enorme per partecipare al concorso - sottolinea Dellea -. Gli architetti mettono a disposizione il loro tempo e le loro capacità pur sapendo che solo uno di loro riceverà il mandato. Uno studio può arrivare a investire anche diverse decine di migliaia di franchi per un concorso. Sono costi, ma gli architetti sono disposti a sostenerli perché tutta la procedura viene riconosciuta anche per il suo valore di confronto delle idee e di crescita».
A dire il vero tutti gli studi di architettura che vengono ammessi al giudizio finale (nel caso del nuovo liceo di Mendrisio erano 7) ricevono un indennizzo di 10.000 franchi. Ai primi tre classificati viene inoltre assegnato un premio che copre una parte delle spese sostenute per l’elaborazione del progetto. Tuttavia è chiaro come per molti studi la partecipazione ai concorsi sia un esercizio economicamente in perdita, sperando di strappare un incarico e spesso accontentandosi dell’esperienza acquisita.
L’incertezza blocca i progetti
«Non è un periodo facile per gli architetti - riprende Dellea -. Noi abbiamo circa 2.400 membri affiliati alle otto associazioni appartenenti alla CAT, di cui 1’200 architetti. Poi ci sono altri professionisti attivi in Ticino ma che non fanno parte delle nostre associazioni. È chiaro che non tutti possono avere lavoro in abbondanza. Soprattutto in questo periodo in cui tra COVID, guerra in Ucraina, aumento dei costi delle materie prime e aumento dei tassi ipotecari molti investimenti si sono bloccati».
In particolare nel settore privato. «Il Cantone sta promuovendo comunque parecchi progetti - spiega Dellea -. Per esempio, in ambito scolastico ha intenzione di investire 300 milioni di franchi. C’è il liceo di Mendrisio, poi quello di Lugano, ci sono le scuole medie di Lodrino, ci sono investimenti ad Acquarossa e Cevio, c’è la scuola del tessile a Chiasso. C’è invece maggiore tendenza ad aspettare tra alcuni Comuni e soprattutto tra i privati. Chi voleva costruire casa, adesso ci pensa due volte».
Una procedura che funziona bene
In questo clima di incertezza diventano quindi se possibile ancora più importanti i concorsi di progetto indetti dal Cantone e dai Comuni, secondo una procedura che la CAT difende a spada tratta. «Noi difendiamo il fatto che il concorso debba essere libero - osserva Dellea -, che possano partecipare tutti, anche i giovani, in modo che facciano esperienza».
I risultati parrebbero essere molto positivi. «Non dappertutto i concorsi funzionano così bene come in Svizzera - prosegue Dellea -. In Italia per esempio abbiamo visto che per ricostruire il ponte di Genova alla fine hanno dovuto dare un incarico diretto a Renzo Piano, altrimenti non sarebbero riusciti a farlo. È un problema di struttura del sistema con il quale vengono assegnate le commesse pubbliche. Ci sono tante leggi che bloccano le assegnazioni, al punto che spesso non riescono nemmeno a costruire nuove scuole».
Il caso del Palazzo degli Studi di Lugano
Tornando in Ticino, anche il secondo mandato più cospicuo della lista -quasi 2,8 milioni di franchi agli architetti Remo Leuzinger e Claudio Vicari - è frutto di un regolare concorso di architettura.
«In realtà si tratta di 1,4 milioni che si aggiungono a 1,3 milioni già assegnati nel 2013 - orecisa Dellea -. La legge sulle commesse pubbliche prevede che nel caso di una fase successiva del progetto il committente possa rivolgersi a chi aveva vinto il concorso per la prima fase - spiega Dellea -. In questo caso si trattava nella prima fase della ristrutturazione degli spazi interni del Palazzo degli Studi, mentre nella seconda fase della continuazione della progettazione esecutiva degli stessi spazi interni e della sede provvisoria del nuovo comparto scolastico, in attesa dell’edificazione del nuovo Liceo di Lugano, progetto scelto tra i partecipanti al concorso di architettura concluso nell’ottobre del 2022. Come da prassi, il Consiglio di Stato si è quindi rivolto allo studio di architettura che aveva vinto il concorso per la prima ristrutturazione nel 2011».
Tutto torna. Veri e propri mandati diretti, in ambito architettonico, possono essere assegnati solo per importi fino a 150.000 franchi. Per tutti gli altri progetti la legge prevede che vengano indetti dei concorsi, cui gli architetti partecipano volentieri perché sono considerati un’occasione di «arricchimento professionale e culturale».