Che forma hanno le nuvole?

Chi da piccolo non si è divertito cercando le forme nelle nuvole? Sappiamo che l’occhio umano sente la necessità di dare forma all’astratto per trovare un senso a ciò che – apparentemente – non ne ha.
«Le nubi, in tutte le loro straordinarie forme, non fanno paura a chi le conosce: quelle più pericolose purtroppo non nascono dal cielo». Inizia così la prefazione di Fabio Fazio al libro Filosofia delle nuvole di Luca Mercalli, presidente della Società Meteorologica Italiana e divulgatore scientifico.
Questo dialogo – con chi delle nuvole ne ha fatto un mestiere – nasce con l’intento di risvegliare le coscienze di tutti per ritrovare la consapevolezza che di Terra ce n’è una sola. L’oceano è fatto di piccole gocce e ognuna di queste può fare la differenza. Noi siamo quelle gocce.
Parlando ad un pubblico che non ne sa nulla, come descriverebbe le nuvole?
«Le nuvole sono aggregati di miliardi di goccioline d’acqua o cristalli di ghiaccio indipendenti. Esistono più nella nostra mente che nella realtà, nel senso che si tratta di oggetti dinamici, in perenne formazione, variazione e dissolvimento. Un po’ di vapore acqueo condensa e si forma la nube, un po’ evapora e la nube sparisce. Un soffio di vento la genera, la sposta, la elimina. Insomma, studiare una nube è estremamente complesso, non è come un mattone, con dimensioni precise e costanti, ma è una condizione fisica temporanea, non facilmente misurabile se non in termini statistici».
Uno studio americano fa luce su quanto le alte concentrazioni di anidride carbonica possano a lungo termine far disperdere i sistemi nuvolosi. È realmente ipotizzabile uno scenario simile? Cosa accadrebbe se dovesse avverarsi?
«Non è proprio così. L’aumento della concentrazione di CO2 in atmosfera causa il riscaldamento globale e questo può cambiare la distribuzione delle nubi sul globo, non eliminarle! Anzi, per via della maggior evaporazione delle acque oceaniche e continentali, in certe regioni le nubi e le piogge potrebbero pure aumentare, in altre regioni invece potrebbero diminuire portando a siccità e desertificazione. Anche l’inquinamento influisce sulle caratteristiche delle singole goccioline di nube: i differenti nuclei di condensazione e di ghiacciamento emessi da attività umane possono alterare la dimensione e le proprietà riflettenti delle nubi rispetto alla luce solare, influendo a loro volta sul riscaldamento globale e sull’intensità delle precipitazioni. Possiamo dire che dalle nubi dipenderà in parte il nostro futuro!».

A seguito del grande impatto mediatico di Greta Thunberg e dei suoi interventi presso l’ONU, ci sono stati risvolti concreti per la crisi climatica?
«No, purtroppo solo parole e per il momento nessuna svolta concreta. L’unico cambiamento apprezzabile nella velocità di emissione di gas serra l’ha prodotto la pandemia Covid19, fermando automobili e viaggi aerei per qualche mese e riducendo nel 2020 le emissioni del 6,5%, ma questo vantaggio è stato solo temporaneo ed è stato ormai annullato dalla ripresa delle attività economiche e industriali del 2021. In sostanza la concentrazione di CO2 in atmosfera, oggi pari a 418 parti per milione, continua a crescere!».
Non ci son più le mezze stagioni! Come risponderebbe a questa affermazione?
«Direi piuttosto che non ci sono più le stesse stagioni di una volta! L’estate è sempre più lunga e calda, l’inverno sempre più breve e meno freddo».
Nel nostro piccolo, cosa potremmo fare per diminuire l’impatto individuale sull’ambiente?
«Consumare meno energia e risorse naturali, utilizzare fonti energetiche rinnovabili, riciclare i rifiuti, viaggiare di meno, non usare l’aereo, mangiare meno carne e più verdure, non sprecare cibo e materiali. Ci vuole più efficienza e più sobrietà».
Infine, vorremmo chiederle: se lei fosse una giornata, come si descriverebbe da meteorologo?
«Molto nuvoloso con pioggia!».
Per concludere abbiamo chiesto a due bambine di cosa siano fatte le nuvole secondo loro.
«Di polvere, anzi no di vapore! E dentro c’è la polvere». (Celeste, 4 anni)
«Di gas bianco, batuffoli di gas bianco». (Aira, 6 anni)