Tex e Zagor abitano qui

La porta dell’ascensore si apre e la prima impressione è quella di essere entrati in un museo. E non in una casa editrice. Ogni centimetro quadrato alle pareti è occupato da quadri, cornici, fotografie, mappe, poster, disegni. Ma anche da maschere, spade, statuette e tutto ciò che si potrebbe trovare in un negozio d’antiquariato specializzato in cultura asiatica e africana. Lo sguardo non sa dove posarsi, cosa guardare. Avrebbe bisogno di ore o di una guida per non perdersi. Come dentro a una giungla. Ma anche la mente non sta mai ferma, attratta e sedotta da un mondo variopinto e colorato così distante e diverso dal grigio di Milano. «Benvenuto alla Sergio Bonelli Editore», dice sorridendo il direttore editoriale, Michele Masiero, come se non fosse sorpreso di vedere negli occhi dei visitatori la sorpresa suscitata.
Rimanere impassibili d’altronde è impossibile. Chi entra qui, chi entra nella fabbrica dei più celebri fumetti italiani si sorprende come si sorprende leggendo le storie pubblicate dalla Bonelli dal 1940 a oggi. Mister No, Tex, Zagor, Piccolo Ranger, Ken Parker, Martin Mystère, Dylan Dog, Nathan Never, Julia, Legs Weaver, Dampyr - solo per fare alcuni nomi dei personaggi bonelliani - sono infatti nati tutti qui. In questo palazzo di via Buonarroti a Milano. Un palazzo elegante fuori. Creativo e che non ci si immagina neanche lontanamente, dentro. Attorno invece i lettori di fumetti in Italia sono quasi 9 milioni.Con vendite che continuano a galoppare in libreria. Tanto che due anni fa sono cresciuti del 256% rispetto al 2019 e del 134% rispetto al 2020.
La catena umana
Masiero, che ha iniziato alla Bonelli come redattore e correttore di bozze, fino a diventare sceneggiatore, caporedattore e infine direttore editoriale, si infila per un corridoio su cui si affacciano una serie di uffici con al centro scrivanie sommerse di libri. Anche qui non sembra esserci spazio che per la carta. Una donna, capelli biondi e occhiali infilati sulla punta del naso, saluta. «È la nostra letterista», spiega Masiero. La persona cioè che a mano aiutandosi con il computer scrive il testo in maiuscolo delle nuvolette dei fumetti.
Perché forse non tutti lo sanno ma dietro a una striscia non c’è solo il lavoro di una persona. Ma di un’intera catena umana. Che va dallo sceneggiatore al correttore di bozze, dal disegnatore alla letterista, appunto. Senza calcolare chi si occupa dell’editing, dei curatori, di chi fa marketing, dei coloristi, dei magazzinieri, di chi si ingegna per le copertine, dell’ufficio stampa e anche della produzione cinematografica. Ma questa è ancora un’altra storia… Anzi, un nuovo capitolo di storia per la Bonelli.
Dal fumetto al cinema
Perché anche se non sembra, «il linguaggio del fumetto è come quello del cinema», precisa Masiero, che entra nel suo ufficio e si siede davanti a una gigantografia di Tex Willer. Ecco perché da uno dei personaggi della Bonelli, ovvero Dampyr, l’anno scorso una costola della casa editrice, la Bonelli Entertaiment ha creato un film vero con attori in carne e ossa.
Fumetti e cinema sono insomma due forme d’arte che possono andare a braccetto. Come del resto dimostrano i successi commerciali della Marvel o DC Comics. Che sul grande schermo negli ultimi anni hanno spedito tutti i loro supereroi, da Spider a Superman, passando da Aquaman a Capitan America. «Se facciamo arte? Io dico che il nostro è più un lavoro di alto artigianato - riprende Masiero - perché nel fumetto c’è una componente artistica, ma anche materiale che è molto interessante. Soprattutto se si pensa che il nostro fumetto è seriale e dunque ogni mese produce tantissime pagine. Dietro ci deve essere per forza una macchina produttiva».
Una macchina che però senza piloti non andrebbe da nessuna parte. «I nostri autori non sono macchine, ci mettono il talento. Una caratteristica di Sergio Bonelli è che ad esempio non hai mai chiesto ai disegnatori di conformarsi a uno stile preciso ma di usare il loro. Chiaramente Tex o Dylan Dog sono sempre riconoscibili ma ogni autore porta una sua specificità».
Masiero si alza e vorrebbe essere seguito. Il direttore editoriale si infila in un altro corridoio che potrebbe essere benissimo quello di di una casa molto stravagante prima di arrivare davanti alla porta di un ufficio. Anche qui libri e fumetti sono ovunque. Sulle scrivanie, ma anche negli scaffali a tutta parete. Ce ne sono così tanti che gli scaffali danno l’idea di scoppiare da un momento all’altro.
Seduti alle scrivanie ci sono tre correttori di bozze. «Oggi i mezzi di produzione sono cambiati - sottolinea Masiero - oggi la maggior parte degli autori lavora con supporti digitali e meno con la carta. Il lavoro è però lo stesso, invece di disegnare su un foglio di carta, disegnano su una tavoletta grafica. Non è mai il computer che disegna per te».
Dalle edicole alle librerie
Fatti pochi passi si entra in altro ufficio. Sembra di essere in un labirinto. Un labirinto arredato come la casa di Dylan Dog, dove fare qualche passo equivale a inciampare contro un mappamondo o un oggetto d’arte. «Oggi i nostri fumetti si trovano anche in libreria, che sta diventando un luogo dove portare le novità. In edicola abbiamo provato a sperimentare ma si fa molta fatica. Anche perché le edicole si stanno riducendo per numero di punti vendita e per numero di copie vendute. Per fortuna è un metodo di distribuzione capillare che esiste e resiste solo in Italia e che fa ancora numeri strepitosi, ma il pubblico che va in edicola non subisce un ricambio generazionale, è affezionato a quello che c’è già conosce».
Ecco perché anche chi fa strisce disegnate sta guardando altrove. «Il nostro core businnes rimane quello legato al fumetto ad alta tiratura e a basso prezzo, perché 100 pagine di fumetto inedito adesso costano 4 euro e 90, un prezzo che non esiste al mondo», sottolinea Masiero.
Arrivare al pubblico
Però... però è anche vero che «il fenomeno delle edicole si sta un po’ spegnendo anche se noi speriamo vada avanti ancora 30 o 40 anni. Rispetto al periodo d’oro difficilmente vediamo una controtendenza ed è per questo ci stiamo spostando anche su altri vettori». Ambiti come le già citate librerie, ma anche sul digitale, sulle fumetterie e sui festival del fumetto. «Una volta l’edicola era l’unico punto di riferimento. Oggi bisogna essere creativi anche dal punto di vista commerciale e distributivo. Bisogna insomma arrivare al pubblico in maniera differente».
Da qui la nascita ad esempio di «Bonelli digital classic» , un portale internet con fumetti in digitale. «Nel corso del tempo porteremo su questo sito tutti i nostri personaggi. Non si troveranno le novità ma le storie già stampate fino a 6 mesi prima dell’uscita».