Corippo e la quell'impareggiabile senso di pace “diffusa”
La stragrande maggioranza dei ticinesi, probabilmente, conosce Corippo per il medesimo motivo: fino all’aggregazione con Verzasca, era il comune meno popolato di tutta la Svizzera. Da qualche tempo, con l’arrivo di Jeremy, Désirée e il figlio Ernesto, gli abitanti da sette sono diventati dieci… e presto saranno addirittura undici! Ma oltre a questa particolarità demografica, c’è molto di più e lo si percepisce non appena vi si arriva. Situato in cima a un ripido pendio, il tempo qui sembra essersi fermato: le case hanno mantenuto le caratteristiche del passato e la frenesia della città diventa subito un lontano ricordo.
Una scritta su una parete recita “Albergo diffuso”: è proprio qui che mi attende Jeremy, che insieme alla moglie Désirée gestisce questa curiosa struttura, aperta ufficialmente dallo scorso giugno.
«L’idea dell’albergo diffuso nasce dalla Fondazione Corippo con l’obiettivo di rivitalizzare il borgo a livello economico ma soprattutto sociale. Si tratta di una struttura alberghiera a tutti gli effetti: c’è una reception, l’osteria, il servizio colazione… e ovviamente le camere! La particolarità è che sono dislocate per il villaggio e sono state realizzate all’interno delle vecchie case. In totale sono dieci e altre due stanno per essere completate.»
Il sogno di una SPA
Accanto alle porte che danno l’accesso alle camere si leggono i nomi degli storici abitanti di Corippo: “Angiolina”, “Martino”, “Siro” e “Luigino”.
La struttura è aperta tutto l’anno e Jeremy rivela che è proprio questa la vera sfida. «L’estate è andata meglio del previsto, mentre l’inverno purtroppo ha confermato le nostre aspettative» racconta ridendo. «Durante gli ultimi mesi abbiamo lavorato soprattutto con il ristorante e abbiamo notato con piacere che diverse persone sono tornate, anche per organizzare cene aziendali o seminari. Il nostro obiettivo è quello di creare una clientela locale, così da poterci “destagionalizzare” e non dover fare affidamento solo sul turismo nazionale e straniero, che vede il suo picco nella bella stagione. In questo senso, aiuterebbe un’altra tappa del progetto che prevede la costruzione di una SPA: sarebbe sicuramente un modo per attirare la popolazione locale a concedersi anche solo una notte a Corippo all’insegna del relax.»
Cibo e vini di qualità
L’osteria è un altro punto forte dell’albergo e Jeremy ne è il responsabile. «La mia è una cucina che definisco “al sud delle Alpi” e che si evolve quotidianamente usando i migliori prodotti della regione, anche grazie alla collaborazione con professionisti locali. Le mie ricette non sono complicate: uso pochi ingredienti, ma l’importante è che i clienti capiscano che cosa stanno mangiando. Rispetto al passato, ora siamo aperti anche di sera e questo fa sì che ci sia più movimento nel nucleo.»
Accanto al menù, è possibile scegliere da una lista di vini che privilegia i prodotti ticinesi e svizzeri, ma si spinge anche oltre confine, come in Italia. «I turisti dell’albergo tendono ad assaggiare di più i vini locali, mentre i ticinesi si affidano alle etichette provenienti dai cantoni Vallese e Vaud. La lista è ancora in fase di elaborazione e ampliamento: contiamo di potenziarci sempre di più in futuro.»
Nell’immaginario comune questo piccolo villaggio sembra lontanissimo, anche se in realtà è a soli quindici minuti di auto da Gordola ed è ben collegato dai mezzi pubblici. «Ho notato che al bivio che porta all’albergo, è come se ci fosse un filtro: a Corippo non arriva la massa, ma solo chi cerca la pace, l’autenticità e il buon cibo. Ho scoperto con piacere che per i clienti non è un problema la grandezza delle camere o l’assenza della TV: l’importante è che ci sia la tranquillità e oggi giorno trovarla non è davvero scontato.»