COP28, la Svizzera chiede di confermare l’uscita dalle fonti fossili entro il 2050
Anche la Svizzera sarà rappresentata a Dubai ai massimi livelli. Alla sessione inaugurale della COP28 e all’incontro dei capi di Stato e di Governo parteciperà, infatti, il presidente della Confederazione, Alain Berset. Per lui sarà uno degli ultimi, importanti appuntamenti internazionali in qualità di consigliere federale. Il direttore del DATEC, Albert Rösti, presenzierà inoltre ai tavoli di discussione tra i ministri dell’Ambiente. La delegazione negoziale elvetica sarà invece guidata da Felix Wertli, capo della divisione Affari internazionali dell’Ufficio federale dell’ambiente, e comprenderà rappresentanti della società civile ed esponenti ambientalisti.
Secondo quanto stabilito dal Consiglio federale nella seduta del 22 settembre scorso - la stessa in cui è stato conferito alla delegazione svizzera il mandato per COP28 - a Dubai la Confederazione «si impegna a garantire che il Global Stocktake indichi le lacune nella riduzione delle emissioni di CO2, nell’adattamento al cambiamento climatico e nel finanziamento per il clima».
Da questo impegno scaturiranno le raccomandazioni in merito alle azioni da intraprendere per raggiungere gli obiettivi dell’accordo finale. Le raccomandazioni si applicheranno a tutti i Paesi, in particolare a quelli con emissioni elevate di gas serra.
La delegazione svizzera sta inoltre lavorando per garantire che vengano prese decisioni chiare in vista della possibile uscita da carbone, petrolio e gas entro il 2050.
La Svizzera, conferma il DATEC, «si impegnerà» poi «per garantire che il fondo per le perdite e i danni vada a beneficio dei Paesi più poveri e particolarmente colpiti dal cambiamento climatico. Il finanziamento si baserà sul principio del “chi inquina paga” e il fondo integrerà gli strumenti esistenti per gli aiuti in caso di catastrofi e gli aiuti umanitari».