La Groenlandia è sempre più «Greenland»
La Groenlandia è sempre più Greenland. Il paesaggio di quella che, in inglese, letteralmente, è «terra verde», sta effettivamente assumendo sempre più quel colore. Il bianco dei ghiacciai sta lasciando il posto a una vegetazione sempre più fitta. Grandi porzioni di calotta glaciale si stanno sciogliendo, creando terreno fertile per arbusti e cespugli. Aumentando, va da sé, i rischi legati all'aumento delle emissioni di gas serra, all'innalzamento del livello del mare e anche all'instabilità del paesaggio.
Secondo uno studio che ha monitorato i cambiamenti della Groenlandia dagli anni '80, è ormai evidente che alcune delle vecchie, ampie, aree di ghiaccio sono state rimpiazzate da rocce sterili e zone umide, che consentono la crescita di arbusti, modificando tutto l'ambiente circostante.
Entrando nello specifico della ricerca, grazie all'analisi delle registrazioni satellitari è stato possibile scoprire che negli ultimi tre decenni si sono sciolti più di 28.000 chilometri quadrati della calotta glaciale e dei ghiacciai groenlandesi. Un'area equiparabile, hanno sottolineato i ricercatori, alle dimensioni dell'Albania. In altre parole, il ghiaccio, ritirandosi, ha permesso che le quantità di terreno su cui cresce vegetazione si moltiplicassero, aumentando di più di 87.000 chilometri quadrati. Un'area grande il doppio di quella identificata all'inizio dello studio. I risultati, inoltre, mostrano che le zone umide in tutta la Groenlandia sono quasi quadruplicate, soprattutto vicino a Kangerlussuaq, nel sud-ovest del Paese, e in altre zone isolate nel nord-est dell'isola.
La situazione, insomma, non è delle migliori. E anzi, potrebbe addirittura peggiorare. Stando a quanto emerge dalla ricerca, infatti, l'aumento della vegetazione potrebbe provocare un'ulteriore perdita di ghiaccio. Il che dipingerebbe un quadro ancor più critico. «Abbiamo osservato segnali che suggeriscono che la perdita di ghiaccio sta innescando altre reazioni, che a loro volta causeranno un'ulteriore perdita di ghiaccio, portando a un "rinverdimento" della Groenlandia, dove il ritiro del ghiaccio espone la roccia nuda, che poi viene colonizzata dalla tundra e a seguire dagli arbusti», dichiara lo scienziato Jonathan Carrvick, coatore dello studio. «Allo stesso tempo, l'acqua rilasciata dallo scioglimento del ghiaccio sposta sedimenti e limo, che alla fine formano zone paludose», aggiunge.
Lo scioglimento dei ghiacci costituisce un problema anche per ciò che concerne l'innalzamento dei livelli del mare. «Questi cambiamenti sono fondamentali, in particolare per le popolazioni indigene, le cui tradizionali pratiche di caccia di sussistenza si basano sulla stabilità di questi delicati ecosistemi», rivela l'autore principale della ricerca, Michael Grimes. «La perdita della massa di ghiaccio in Groenlandia contribuisce in modo sostanziale all'innalzamento globale del livello del mare, una tendenza che pone sfide significative sia ora che in futuro». Futuro che, stando ai risultati dello studio, potrebbe dipingere la Groenlandia di quel verde che, fino ad ora, non le era mai davvero appartenuto.