"Annabelle", una bambola indemoniata

Hollywood non vive di soli «sequel», come nel caso di Annabelle che narra l'agghiacciante storia dell'omonima bambola indemoniata intravista nel prologo del fortunato L'Evocazione – The Conjuring. Anche in questo caso la regia sceglie un approccio visivo classico, evitando i «mockumentary» dei vari Paranormal Activity e affini.
Siamo in un tranquillo quartiere residenziale della California della fine degli anni sessanta. Mia e John sono una giovane coppia di sposi, tutta casa e chiesa e in attesa del loro primo figlio. Una sera, i due vengono assaliti in casa da alcuni membri di una setta satanica. Poco prima che l'intervento della polizia riesca a sopprimere i feroci aggressori, una loro componente muore suicida con in mano una delle bambole dei coniugi. La vittima è presto identificata: si tratta della figlia fuggitiva dei loro vicini di casa, uccisi dalla banda. Dopo la tragedia, la coppia prova a tornare lentamente alla normalità, ignara che un demone ha preso possesso del loro pupazzo. Non basterà liberarsi del giocattolo e cambiare dimora: la bambola maledetta riapparirà nella nuova casa, decisa ad impossessarsi del loro neonato.
I cinefili e gli appassionati del genere horror si accorgeranno delle numerose analogie con Rosemary's Baby, a partire dai nomi dei protagonisti (un omaggio non dichiarato a Mia Farrow e John Cassavetes), fino ad alcune delle scenografie (il condominio in cui vive la coppia sembra quello del film di Polanski). Nel prologo, inoltre, si fa riferimento al dilagare di sette sataniche e ai fatti di cronaca nera da essi perpetrati in quel particolare periodo (anche in questo caso un rimando all'omicidio della moglie di Polanski da parte dei membri della congrega di Charles Manson).
Annabelle svolge bene il suo dovere di pellicola del terrore, riuscendo a coinvolgere in maniera progressiva lo spettatore.Alcuni temi però e personaggi risultano poco approfonditi. Oltre alle diverse incongruenze della sceneggiatura, si fatica poi a credere che una bambola dall'aspetto tanto inquietante come quello di Annabelle possa trovare posto nella camera di un bambino.