Cultura

Anche Lugano celebra il May the 4th: la galassia di Star Wars vista da Davide Fabbri

L’illustratore ufficiale ospite alla Marco Lucchetti Art Gallery per una mostra tra tavole inedite, miti moderni e ricordi di una saga che ha cambiato l’immaginario.
Mattia Sacchi
28.04.2025 12:05

Nel cuore di Lugano, la Forza si risveglia. Il 4 maggio, o meglio May the 4th, data sacra per gli appassionati della saga più amata della galassia, la Marco Lucchetti Art Gallery si trasforma in un avamposto ribelle. L’occasione è una mostra che celebra l’universo di Star Wars attraverso le tavole di uno dei suoi illustratori ufficiali: Davide Fabbri.

Non è solo un’esposizione: è un viaggio. E ad aprirlo, in carne, ossa e matita, sarà proprio Fabbri, che dalle 10 alle 18 incontrerà il pubblico tra dediche, chiacchiere e storie di un mestiere che, per lui, è prima di tutto passione. «Avevo tredici anni quando ho visto Una nuova speranza al cinema. Da quel momento non ho più smesso di disegnare astronavi», racconta. Quel bambino col naso all’insù oggi espone, per la prima volta, oltre venti originali inediti provenienti dal suo atelier privato, insieme a una tiratura limitata di un’illustrazione del Millennium Falcon e a sei affiche cinematografiche vintage, vere reliquie per fan e collezionisti.

Fabbri ha lavorato per oltre un decennio all’universo espanso di Star Wars, firmando serie come Empire, Jedi – Mace Windu e X-Wing Rogue Squadron. «Quando ho iniziato, nel ’99, nemmeno avevo un computer. Per documentarmi saccheggiavo librerie, tornavo dai Comic-Con con valigie piene di volumi tecnici. Per disegnare Star Wars devi conoscere ogni vite di ogni navicella stellare. Oggi basta Google, ma allora era una vera caccia al tesoro».

Non è solo una questione di precisione tecnica. C’è da restituire l’anima della saga. «La responsabilità più grande? Catturare la meraviglia. L’odore di metallo delle astronavi, il silenzio delle galassie, i riflessi sui caschi. Tradurre tutto in carta e inchiostro». E anche i personaggi, dice, non sono mai semplici archetipi: «Sono figure universali, ma con ombre, conflitti, sfumature. È questo che li rende immortali. Non è solo fantascienza: è mito moderno».

Nonostante l’importanza quasi sacrale della saga per i fan, Fabbri descrive un clima creativo sorprendentemente aperto: «Certo, c’erano controlli. Ma nessuno mi ha mai detto “questo non si può fare”. Se sei dentro, è perché sai rispettare e interpretare quel mondo». E su cosa lo colpisce ancora oggi, non ha dubbi: «La cura. Ogni costume, ogni astronave, ogni texture è studiata nel dettaglio. Ti insegna a non essere mai superficiale. A non accontentarti».

E, quando come Francesca Fagnani in “Belve”, gli chiediamo a quale personaggio si senta più vicino, un effetto speciale degno di Lucas: «Vorrei dire Han Solo. Ma temo di essere più uno Chewbacca. Grosso, buono, e all’occorrenza anche un po’ feroce. E poi non parlo molto, almeno nei disegni!».

La mostra resterà visitabile fino al 10 maggio, sempre a ingresso libero. Per chi sogna ancora le stelle, l’appuntamento è lì, in via Cattedrale 3. E che la Forza sia con voi.