Cultura

Un po' di Parigi arriva a Bellinzona con Jacopo Veneziani

Il noto divulgatore storico protagonista della serata di Sconfinare Festival
Mattia Sacchi
11.10.2024 12:24

«Adesso posso finalmente dire che, grazie al mio «sconfinamento» a Bellinzona, il mio tour è diventato internazionale». Scherza Jacopo Veneziani a poche ore dalla sua partecipazione allo Sconfinare Festival. Il giovane storico e divulgatore, che grazie alla sua capacità di raccontare in modo estremamente competente ma con un velo di ironia sta conquistando il pubblico televisivo italiano, è infatti uno dei protagonisti dell’edizione 2024 della manifestazione interdisciplinare bellinzonese, che riflette sulla relazione tra noi e il mondo.

Una relazione che, questa sera a Piazza del Sole, ci porterà direttamente a Parigi, città molto cara a Veneziani. «Ho fatto tutto il mio percorso universitario lì. 8 anni in cui ho capito le ragioni del suo successo novecentesco: ci sono città che ti trasformano e ti fanno diventare un altro rispetto a quello che eri quando sei arrivato. Parigi invece ti accoglie e ti permette di rimanere te stesso, con il tuo bagaglio culturale, i riferimenti e le fonti di ispirazione. Un bagaglio che quindi può essere messo a disposizione degli altri. E infatti la Parigi di inizio ‘900 era uno straordinario terreno fertile per l’arte: Modigliani arriva con le sue stampe delle pitture del ‘300-‘400 toscano, di cui cercava di recuperare le linee come i colli e le spalle strette, ma le mette a disposizione di Picasso, che a sua volta porta tutta la cultura iberica. Così come Chagall, dalla Russia con il suo retaggio yiddish, o dallo svizzero Giacometti che con le sue sculture chiude idealmente il mio personale viaggio raccontato in questo spettacolo che, oltre all’arte, vuole riflettere anche sulla fragilità umana e sulle sue interazioni».

Un periodo storico, quello della Parigi della prima metà del secolo scorso, dove gli artisti con le loro opere hanno denunciato gli orrori della guerra e delle dittature. Ma ai nostri giorni l’arte ha ancora la forza di raccontare la società? «Quando raccontiamo gli artisti del passato, anche grandissimi maestri come appunto Modigliani o Picasso, dobbiamo considerare che in realtà la maggior parte della popolazione non aveva assolutamente idea di chi fossero. Erano limitati a una nicchia della società, mentre oggi i nuovi canali di comunicazione amplificano esponenzialmente i messaggi e le idee: basti pensare all’eco mediatico delle opere di Banksy, che possono così parlare a milioni di persone».

Se i social hanno sicuramente amplificato la capacità di comunicare con la massa critica, d’altra parte hanno aumentato l’ostentazione e l’esasperazione per il collezionismo, quasi come se il valore economico fosse preponderante all’effettivo valore artistico. «Partendo dal presupposto che uno degli obiettivi di chi fa arte rimane comunque vendere le proprie opere, è inevitabilmente cambiato il concetto di rete: se in passato era necessario spostare nelle capitali dell’arte per incontrare colleghi, critici e mercanti, oggi basta un profilo social fatto bene per avere migliaia di contatti ed emergere, trovando gallerie e acquirenti senza bisogno di muoversi dalla propria città. Ovviamente questo cambio di paradigma ha rivoluzionato anche il modo di collezionare. E, per persone che vedono in questo settore una mera speculazione, c’è tutta una fetta di nuovi collezionisti che grazie a questi nuovi canali può comprare a basso costo opere di artisti emergenti, ampliando le possibilità di artisti e appassionati».

Avendo raccontato di fortezze, ville e dimore segrete, i Castelli di Bellinzona richiameranno una visita da parte di Veneziani… «Sono un posto davvero affascinante e in tanti mi hanno chiesto di fermarmi in città in questi giorni. Purtroppo ho molti impegni professionali e il tempo sarà limitato. Vorrà dire che ci saranno altre occasioni per sconfinare…».

PARIGI
Monologo teatrale di e con Jacopo Veneziani
11 ottobre 20.45
Piazza del Sole, Bellinzona