Televisione

Avete Netflix e non sapete più cosa guardare? Ecco 10 consigli

Serie nuove e meno nuove, dalla «svizzera» The Horn a Black Earth Rising passando per Russian Doll e la nuova stagione di Rebellion
Red. Online
01.03.2019 18:35

«Su Netflix ho visto tutto». È una frase che abbiamo sentito diverse volte da diversi abbonati, anche se in realtà è letteralmente impossibile aver visto l’intero catalogo proposto dalla società di San Francisco.

Per aiutarvi abbiamo dunque deciso di proporvi una breve selezione di serie TV - vecchie e nuove, e di cui tra l’altro avevamo già parlato nelle nostre pagine (troverete tutti i link per arrivare agli articoli completi) - che forse vi siete persi. E che di certo vale la pena guardare.

1) Black Earth Rising

(Netflix)
(Netflix)

Le 8 puntate di Black Earth Rising (andate in onda su BBC Two nel settembre del 2018 e poi trasmesse da Netflix a partire da gennaio di quest’anno) non mancheranno di appassionare coloro che hanno apprezzato film come Blood Diamond, Hotel Rwanda o L’Ultimo re di Scozia. La serie si concentra infatti attorno al personaggio di Kate Ashby (interpretato da Michaela Coel), giovane assistente legale londinese di origini ruandesi sfuggita nel 1993 al genocidio.

E attraverso la scoperta del suo passato si ripercorrono anche le vicende che hanno portato alla guerra civile tra hutu e tutsi e allo sterminio di almeno 800.000 persone

2) Russian Doll

(Netflix)
(Netflix)

Vi è piaciuto Maniac? Sì? Russian Doll potrebbe fare per voi. Non è la prima volta che il cinema affronta l’affascinante tema di persone bloccate in un «loop» tra la vita e la morte, o nel disperato tentativo di cambiare il corso del loro destino (così, su due piedi, ci vengono in mente almeno altri cinque titoli: Butterfly Effect, Ricomincio da capo, 50 volte il primo bacio, The Looper, Edge of Tomorrow). Questa serie affronta la questione in modo decisamente più leggero (ok, non più leggero che ne Il giorno della marmotta) e all’insegna di sesso, droga e rock&roll.

Distribuito a partire dal 1 febbraio, segue in otto puntate gli ultimi istanti di vita (ma soprattutto le numerose morti) di Nadia Vulvokov (interpretata da Natasha Lyonne): programmatrice informatica con una vita decisamente sregolata che durante la festa del suo compleanno muore (nei modi più impensabili), per risvegliarsi illesa e tentare di non morire di nuovo.

3) The Haunting of Hill House

(Netflix)
(Netflix)

Stufi dei soliti film horror che parlano di fantasmi e di case infestate? Stufi delle solite scene in cui uno spirito malvagio sbuca da sotto il letto (o dall’armadio) e con la sua mano putrefatta afferra i piedi di un bambino? The Haunting of Hill House farà probabilmente per voi. Anzi, farà per voi.

Perché la serie (10 episodi, circa 10 ore di show, in onda su Netflix dal 12 ottobre) parla sì di case infestate e di fantasmi – e di bambini spaventanti a morte – ma lo fa quasi a contorno della trama principale, che si snoda attorno ai rapporti e alle relazioni che si sviluppano all’interno di una famiglia – sull’arco di due decenni – a seguito di un dramma.

4) Sunderland 'Til I Die

(Netflix)
(Netflix)

Un docu-reality o una serie horror? Difficile dirlo. Probabilmente entrambe le cose. Sunderland ‘Til I Die (trasmesso su Netflix dal 14 dicembre) narra dall’interno degli spogliatoi e da bordocampo l’odissea vissuta dal club inglese nella stagione 2017-2018.

Una stagione che doveva segnare, dopo la retrocessione in Championship, la rinascita sportiva del Sunderland con un ritorno immediato in Premier League (un po’ come avevano fatto l’anno prima “gli odiati” vicini del Newcastle). E invece quella stagione si trasforma in un incubo anche peggiore di quello vissuto l’anno prima.

5) The Rain

(Netflix)
(Netflix)

Premessa: di zombie in «The Rain» non ce ne sono, ma questo quasi certamente non scoraggerà gli appassionati di cinema post apocalittico. La trama (la riassumeremo all’osso per evitare inutili spoiler) è semplice: si mette a piovere e all’improvviso in Danimarca muoiono tutti. Tutti a parte due fratelli - Simone e Rasmus - che trovano rifugio in un bunker (e sì, anche qualche altro personaggio che diventerà via via più importante con il proseguire della serie).

Sì, in Danimarca. Avete capito bene. Perché lo show (su Netflix dal 30 maggio del 2018) è stato scritto e girato in Danimarca – notevoli le scene che mostrano una Copenaghen distrutta e deserta – ma la produzione (Jannik Tai Mosholt, Esben Toft Jacobsen e Christian Potalivo) ha poco da invidiare alle più celebri produzioni statunitensi o britanniche

6) Maniac

(Netflix)
(Netflix)

Contende a Black Mirror la palma della serie più strana mai uscita su Netflix. Stiamo chiaramente parlando di Maniac, di certo tra gli show più chiacchierati del momento. E la serie o la si ama o la si odia. Per dieci puntate esplora quella che non si capisce se sia la follia o il semplice sogno dei due personaggi principali (Annie Landsberg - interpretata da Emma Stone – e Owen Milgrim, portato sul set da Jonah Hill).

Sogno e follia, humor e scene splatter, psichiatria e pseudoscienza, passato e futuro. Il Signore degli Anelli, Mullholland Drive e Il dottor Stranamore. In Maniac c’è tutto e il contrario di tutto.

7) The Horn

(Netflix)
(Netflix)

Questa serie non è nuova. Netflix l’ha pubblicata già nel 2016 (anche se solo recentemente è stata resa disponibile in buona parte del Mondo). Noi abbiamo deciso di (ri)guardarla dopo quanto accaduto a Crans-Montana, dove il 19 febbraio una valanga ha travolto degli sciatori causando la morte di una persona e il ferimento di altri tre

In sei episodi The Horn segue, tra terra e cielo, una squadra di soccorritori di Air Zermatt. Squadra impegnata a intervenire in elicottero nelle situazioni più disparate: alpinisti finiti in un crepaccio, travolti da una valanga o semplici «sciatori della domenica» che si rompono una gamba sulle piste vallesane e che devono essere portati in ospedale (anche da noi a Lugano).

8) Ozark

(Netfix)
(Netfix)

Riciclare denaro sporco per i cartelli della droga messicani e tentare così di salvare la vita della propria famiglia. È questa in estrema sintesi la trama di Ozark.

Netflix ha messo in onda la seconda stagione - 10 puntate per un totale di circa 10 ore di show - che vede sempre Marty Byrde (Jason Bateman) protagonista di una storia in cui finanza, malavita e splendidi paesaggi (la serie è ambientata nella spettacolare regione delle Ozark Mountains e dell’omonimo, gigantesco, lago in Missouri) si intrecciano in modo intelligente e mai scontato. C’è del noir, rapporti di coppia decisamente particolari e anche spazio per un po’ di umorismo. E tanti, tanti, tanti soldi da soldi da ripulire.

9) The Sinner

(Netflix)
(Netflix)

A metà settembre Netflix ha lanciato la seconda stagione di The Sinner. Protagonista è di nuovo il detective Harry Ambrose (interpretato da Bill Pullman) che, dopo aver risolto il caso di Cora Tanetti, decide di tornare nella sua città natale (Keller, nello Stato di New York, a pochi chilometri dal confine canadese) per aiutare la locale polizia a risolvere un doppio omicidio e capire se davvero è stato commesso da un bambino di 13 anni – portato in scena da Elisha Henig – cresciuto in una comune chiamata Mosswood, che per molti è una pericolosa setta, o se c’è sotto di più. E, soprattutto, scoprire cosa c’è sotto.

Nel cast (archiviata la presenza di Jessica Biel) spicca Carrie Coon, protagonista dell’ultima serie di Fargo e di una trentina di episodi in The Leftovers, e di suo marito Tracy Letts, che in The Sinner interpreta Jack Novack.

10) Rebellion

(Netflix)
(Netflix)

La prima stagione di Rebellion (del 2016) - prodotta da RTE - è passata un po’ in sordina (non Irlanda, dove il primo episodio è stato visto dal 41% delle persone che in quel momento avevano una tv accesa).

Ma Netflix non ha mollato la spugna e in febbraio ha lanciato Resistence: mini-sequel che in 5 episodi racconta (dopo la fallita Rivolta di Pasqua del 1916, affrontata nella prima stagione), lo scoppio della guerra d’indipendenza Irlandese, il «Bloody Sunday» del 1920 e il sempre maggiore supporto popolare all’IRA (la prima IRA).