L'analisi

Benvenuti nel mondo del post Pilates

Non si tratta di un ritorno al culturismo anni Settanta e Ottanta ma un’integrazione del lavoro già fatto con Pilates, Yoga e altre ginnastiche morbide
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Stefano Olivari
16.09.2023 11:57

Con Body Rock, Tabata e simili sta iniziando il lungo addio a Pilates e Yoga, per lo meno nelle loro versioni tranquille. Nelle palestre del presente e del futuro la tendenza sarà infatti quella di lavorare molto di più sulla forza e in generale suoi muscoli: non un ritorno al culturismo anni Settanta e Ottanta ma un’integrazione del lavoro già fatto con Pilates, Yoga e altre ginnastiche morbide. Insomma, senza vergognarci più di tanto possiamo già parlare di post Pilates.

I muscoli

Questa tendenza, già evidente da tempo, è stata teorizzata da Mindbody, uno dei più famosi siti web dedicati al fitness, che nel suo ultimo report ha posto l’enfasi proprio sui muscoli, partendo da uno slogan che più americano non si può: «Train strong, live long». Allenati forte, vivi a lungo. A parte la vaga assonanza con uno dei motti di Lance Armstrong, con la parte strong tutt’altro che genuina, il concetto è chiaro: stretching e tutto il resto possono farci stare bene, ma per essere più forti occorrono anche i muscoli. Non soltanto i muscoli, come si pensava ai tempi di Schwarzenegger Mister Olympia, ma è comunque finita l’epoca in cui parlare di forza suonava male. Il 60% di chi si allena in palestra ha i pesi nella propria routine e la percentuale è destinata a crescere in pochi anni fino all’80: questa almeno la scommessa dei gestori di palestre nel mondo e del resto gli ordinativi di macchinari non mentono. Stazionari quelli per le attività cosiddette cardio (tapis roulant senza optional e cyclette antiche, in parole povere), esplosi quelli per il pompaggio della muscolatura connesso alla resistenza.

L'intensità

Il Body Rock è un allenamento ad alta intensità, con esercizi che puntano a migliorare resistenza ma anche forza. La vera differenza con il Pilates è proprio questa, l’intensità. Se il Pilates pone l’enfasi su flessibilità, controllo del respiro e postura, il Body Rock utilizza pesi per migliorare la definizione dei propri muscoli e la forza. È in ogni caso un tipo di allenamento che è difficile portare avanti da soli: occorre un personal trainer, o come minimo la partecipazione ad un corso. L’obiettivo è quindi quello di migliorare quella che gli allenatori chiamano endurance, facendo esercizi aerobici ma quasi sempre con i pesi. Duro ma non durissimo, si può praticare anche in palestre relativamente piccole.

La pancia

Il Metodo Tabata, ormai chiamato Tabata e basta, è un tipo di allenamento nato in Giappone a metà anni Novanta ma da noi diventato popolare soltanto di recente e basato su alcuni principi del vecchio interval training: in pratica un ciclo continuo di prestazioni ad alta intensità per massimo una trentina di secondi su una macchina, seguite da un minuto e mezzo di recupero attivo. Si passa quindi di continuo, in base al proprio livello, dal metabolismo anaerobico a quello aerobico, con grande importanza data alla precisione dei tempi e al controllo della frequenza cardiaca. Il Tabata ha due grandi assi da giocarsi nel mondo moderno: gli allenamenti sono relativamente brevi, anche rispetto ad altri alla moda, con tutti i vantaggi dello stare in palestra mezz’ora invece di due ore, ed è forse il miglior allenamento naturale, senza farmaci o cose del genere, per il dimagrimento. Certo il Tabata presuppone grande motivazione, infatti è conosciuto anche come Guerrilla cardio, ma a volte guardarsi la pancia allo specchio questa motivazione la fa venire.

I militari

Un po’ più di tempo a disposizione ci vuole per il Burn Boot Camp, che sta avendo grande successo soprattutto fra le donne. Ispirato all’addestramento militare americano e di solito con allenatori che credono di essere il sergente di Ufficiale e gentiluomo, il Burn Boot Camp in qualche caso viene svolto in grandi palestre ma di base è un’attività da svolgere all’aria aperta, in un giardino o meglio ancora in un parco. Nella sostanza, al di là dei depliant scritti in allenatorese, si tratta di una serie di esercizi tradizionali (addominali, flessioni, trazioni, eccetera) e di corse a intensità variabile, da svolgere tutti in un tempo prestabilito senza fermarsi. La chiave è proprio il tempo, perché in un determinato numero di secondi ognuno deve fare, ad esempio, non un numero prestabilito di addominali ma il massimo possibile. È evidente che questo massimo deve aumentare allenamento dopo allenamento, sulla spinta non del talento naturale ma delle motivazioni derivanti dall’essere inseriti in un gruppo. Sì, perché la chiave del Burn Boot Camp è proprio che non si tratta di una ginnastica individuale, o da fare soltanto con l’allenatore, ma di una ginnastica sociale, dove si viene trainati dagli altri.

La forza della Vonn

L’elenco delle nuove ginnastiche potrebbe continuare a lungo: non è che Pilates e Yoga siano in crisi, ma certo sono meno connessi allo spirito del tempo rispetto a pochi anni fa. Uno spirito che nel 2016 Lindsay Vonn aveva anticipato con il suo libro La forza è la nuova bellezza, diventato un riferimento per tutti ma soprattutto per l’empowerment femminile, di cui si parla tanto ma senza quasi mai dargli una forma concreta. I muscoli non sono più in contraddizione con l’idea prevalente di bellezza femminile, e sull’altro versante si adattano sia alla filosofia del macho sia a quella del nuovo fluido. Anche se poi la vera forza nasce dal sonno, sempre più difficile per la quantità fuori controllo di distrazioni elettroniche, ed infatti le nuove palestre puntano molto anche su terapie termiche, un alternarsi di caldo-freddo (saune più la crioterapia alla Cristiano Ronaldo) che faccia diminuire lo stress e favorisca, insieme ad altre condizioni, un buon riposo. E quindi? Per guadagnare il tempo per andare in palestra bisogna prendersi del tempo ed andare in palestra: non se ne esce.