L'anniversario

C'è posta per te, 25 anni dopo

La prima, vera commedia romantica dell'era digitale, firmata da Nora Ephron e con protagonisti Meg Ryan e Tom Hanks, nonostante l'evolversi della tecnologia è ancora tremendamente attuale
Marcello Pelizzari
18.12.2023 17:00

Venticinque anni fa, quando uscì al cinema, non esistevano gli smartphone. Né tantomeno le app di dating, per tacere delle faccine, o meglio emoji, attraverso cui esprimere i nostri sentimenti e stati d'animo. E ancora: non c'erano i social. Eppure, C'è posta per te è un film invecchiato bene, se non benissimo. Un film ancora attuale, ecco. Su come ci si possa innamorare senza sapere granché di chi – dall'altra parte – sta digitando sulla tastiera. Certo, fa sorridere, oggi, vedere la tecnologia di allora. E pensare quanto spazio, all'epoca, fosse ancora concesso alla cosiddetta vita vera: uscire, socializzare, andare per party e vernissage. Che poi fossero (quasi) tutte attività da newyorkesi, beh, è un altro discorso.

Il collega Paolo Galli, nel nostro podcast dedicato al cinema, PopCorn, l'ha definita la commedia romantica per antonomasia. Non tanto, o non solo, perché a firmarla è stata il nome dei nomi: Nora Ephron. Ma perché, appunto, possiamo considerarla la prima rom-com dell'era digitale. La prima, insomma, a includere strumenti come la posta elettronica, le chatroom, il personal computer. Mezzi, certo, finalizzati a un incontro fisico, reale e non virtuale, ma quanto ci siamo identificati in quei giochi di attese e abbreviazioni, soprannomi e speranze, di amore attraverso le parole. Sullo sfondo, la questione della piccola libreria di lei, Meg Ryan, costretta a cedere il passo di fronte all'espansione della catena di maxi-librerie di lui, Tom Hanks. Di qui un lungo, lunghissimo ma appassionante gioco di battute, rincorse, sovrapposizioni fra vita vera (e vissuta) e dimensione virtuale.

Venticinque anni fa, di nuovo, Warner Brothers non aveva ancora ultimato la fusione con AOL, guarda caso un provider di Internet, quando C'è posta per te invase le sale. Il film, leggiamo, ha incassato 250 milioni di dollari. Creando, con il passare degli anni, un vero e proprio culto fra gli appassionati. Per gli anni Novanta, per gli appartamenti pieni di libri, per l'indipendenza commerciale. Per New York, in fin dei conti, centrale tanto a livello di trama quanto come cornice degli eventi. Come ha scritto il New York Times, la bellezza della pellicola sta negli apparenti paradossi. Nel 1998, i mezzi di coinvolgimento dei protagonisti «erano moderni, ma il loro legame, costruito su giri di parole intelligenti, su osservazioni divertenti sul mondo che li circondava, era decisamente pre-tecnologico, legato ai cliché delle classiche commedie romantiche degli anni Trenta».

Fa quasi strano, oggi, osservare le tecnologie di ieri, a cominciare dal modem 56K. Ma fa strano, e in parte rincuora, pensare che alcune previsioni apocalittiche non si siano avverate. I libri, infatti, stanno vivendo una seconda giovinezza. Con la rinascita di parecchie librerie indipendenti. Non solo a New York. Perfino le grandi catene, a loro volta minacciate, stanno rifiorendo: dopo anni di magra, Barnes & Noble in America ha aperto una trentina di negozi negli ultimi dodici mesi. 

In questo articolo: