Giona A. Nazzaro: «È giusto che Locarno, ora, cerchi di essere più competitivo»
Dal 2027, dunque, il Locarno Film Festival potrebbe tenersi a luglio, nella seconda metà del mese, e non più – come (quasi) da tradizione – ad agosto. Un cambiamento, come recita il comunicato, dettato dalle mutate esigenze dell’industria e, di riflesso, dalla necessità, ma chiamiamolo pure desiderio, di attirare sul Verbano i grandi, grandissimi nomi.
«La riflessione – spiega, contattato dal Corriere del Ticino, il direttore artistico della kermesse Giona A. Nazzaro – è maturata in maniera, direi, organica. E partendo dai fatti. Dopo la pandemia, l’industria cinematografica ha subito una battuta d’arresto. E, di conseguenza, si è riorganizzata. Serrando le fila e rivedendo le sue strategie distributive».
Detto in altri termini, per Locarno era ed è arrivato il tempo, per dirla con Nazzaro, «di porsi alcune domande». Il che, si badi, «non significa che il Festival non ha svolto, anche egregiamente, basti pensare ai numeri dell’ultima edizione, il proprio lavoro». Le domande, semmai, riguardano la capacità di adattarsi al contesto, mutato appunto. «Con Venezia che, quest’anno, è cominciato già a fine agosto e Cannes che, beh, è sempre più Cannes, una delle domande è proprio come essere più competitivi. Come, insomma, continuare ad avere un ruolo di rilievo nei confronti dell’industria».
La macchina dei Festival, a livello globale, segue un suo calendario. Il Sundance in apertura, Berlino, Cannes, Venezia, le rassegne autunnali. «Noi – prosegue Nazzaro – negli anni abbiamo saputo tenere, con dignità, la posizione. Lo dimostrano, come dicevo, i numeri, che abbiamo sempre comunicato con estrema trasparenza. Abbiamo saputo tenere alto anche il nome della regione. Ma, ora, siamo chiamati a ragionare su un ulteriore adattamento: per il Ticino, un anticipo di due settimane significa poco, mentre per Locarno può voler dire molto. Inoltre, è un segnale di vitalità. Un segnale di un Festival, il nostro, che vuole affrontare le sfide del futuro».
Non subito, visto che le nuove date – se caso – entreranno in vigore nel 2027. Proprio per un discorso di cambiamento organico. «Lo sforzo – conclude Nazzaro – è legato alla capacità di dialogare con l’industria e con il contesto attuale, dominato da un lato dalla crisi dei cinema e, dall’altro, dall’attrattività delle piattaforme streaming. Senza soluzioni artificiali, ma muovendoci, come Festival, in modo omogeneo».
Nazzaro, dal canto suo, è abituato e non poco ai cambiamenti. «Sono arrivato a Locarno sull’onda lunga del Covid, ho organizzato l’edizione del settantacinquesimo e ho assistito al cambio di presidenza. Di edizioni normali e monotone, diciamo, non ne ho avute. Sempre, in ogni caso, io e gli altri abbiamo agito stando dalla parte del Festival e del suo pubblico».