Nazzaro: «In tempi difficili, il Pardo offre una visione alternativa del mondo»
Al Kino Rex di Berna, il grande mattatore della conferenza di presentazione della 76.ma edizione del Locarno Film Festival è stato inevitabilmente Giona A. Nazzaro.
«Sarà un Festival popolare ma non populista – spiega il direttore artistico del Pardo –. In un momento storico complicato, pieno di sfide globali, abbiamo cercato e guardato in tante direzioni nel tentativo di cogliere il senso di un presente che, nonostante tutto, si offre ricco ed appassionante. Un momento che abbiamo tentato di cogliere e raccontare dialogando con i film che abbiamo selezionato».
«Proprio per questo il Locarno Film Festival – prosegue Nazzaro – si rivela come un'inquadratura che si presenta come un'immagine possibile del mondo e che, in primo piano, nei dettagli ravvicinati e nei raccordi montaggio, si offre come una possibilità di conversazioni possibili, dialoghi da pensare e inventare. Se gli avvenimenti recenti non lasciano certo ampi margini di ottimismo, il cinema ci aiuta a immaginare, letteralmente a «mettere in immagini», una possibilità di mondo».
Possibilità di mondo declinate in tutte le loro forme: «Le ritroviamo in tutte le sue espressioni e manifestazioni nella nostra selezione. Da Quentin Dupieux e il suo surrealismo tagliente a Lav Diaz. Dall'umorismo sarcastico di Radu Jude alla poesia notturna di Sylvain George. Dalle folli invenzioni di Rainer Sarnert alla psichedelia astratta di Eduardo Williams. Dalla commedia agrodolce di Bob Byington alla rivelazione italiana di Simone Bozzelli. Dall’esordio di Leonor Teles ai sogni di Ena Sendijarević. Dalla Teheran minacciosa e cupa di Ali Ahmadzadeh ai resort turistici di Sofia Exarchou. Senza dimenticare l’elogio della diserzione di Dani Rosenberg e l’anarchia fiammante di Annarita Zambrano. E ancora: voci di donne nuovissime come la spagnola Laura Ferrés e l’ucraina Maryna Vroda, finalmente approdata al lungometraggio. La Svizzera è rappresentata da Basil Da Cunha, una delle voci più originali, protagoniste del rinnovamento del cinema elvetico».
«Vorrei inoltre far notare come il Locarno Film Festival si viva in città per 10 giorni, ma in realtà duri un anno intero – rivendica con orgoglio Giona A. Nazzaro –. I film presentati al Pardo girano poi in tutto il mondo con grande successo, accolti con grande amore e passione da pubblico e professionisti. Piazza Grande diventa quindi un epicentro artistico, tutta la Svizzera e tutti gli amanti del cinema si ritrovano e dove arte e cultura vengono propagate in tutto il mondo. Mi auguro che anche questa selezione possa riceve lo stesso affetto da parte di tutti gli appassionati».