L’incontro

«Non so se in Russia potrò ancora lavorare»

Il grande regista siberiano Aleksandr Sokurov a Locarno per la prima mondiale del suo ultimo film: «So che non avrà un destino facile, dobbiamo sapere che l’epoca dei valori in politica è finita»
Red. Online
08.08.2022 06:00

La vita «non è infinita. Io sono un cittadino russo e vivrò nel mio Paese quali che siano le circostanze. È la mia patria e sento di avere una responsabilità anche verso i miei studenti. Non è da escludere, però, che ai registi come me non sarà più possibile lavorare. Io, certamente, voglio continuare a farlo. Ho tante idee e cercherò in ogni modo di realizzarle». Non sono frasi di circostanza, quelle utilizzate ieri da Aleksandr Sokurov davanti ai giornalisti. Il grande regista russo, giunto a Locarno per la proiezione in prima mondiale del suo ultimo film, Skazka, selezionato per il concorso internazionale, non si è sottratto alle domande «scomode».

In realtà il Cremlino ha probabilmente tentato fino all’ultimo di impedire il viaggio di Sokurov in Svizzera. L’arrivo del regista a Locarno è stato incerto fino all’ultimo: allo stesso Sokurov - protagonista a dicembre di uno scontro televisivo con Putin per le diverse posizioni sull’indipendenza da concedere ad alcune regioni della Russia, in particolare del Caucaso - poche settimane fa era stato impedito di lasciare Mosca per partecipare alla Milanesiana.

«Ci sono, a volte, per i registi, circostanze più importanti di altre nelle quali mostrare i propri film. Questo, in particolare, so che non avrà un destino facile, ma essere qui in Ticino ha un significato particolare per me. Locarno è un festival importantissimo per il mio percorso artistico, che qui è cominciato e qui potrebbe concludersi».

Il riferimento è al Pardo di bronzo che Sokurov vinse nel 1987 con la sua opera prima, Odinokiy golos cheloveka («La solitaria voce dell’uomo»), ma anche al primo premio della sezione video vinto nel 1995 con Dukhovnye Golosa («Voci spirituali») e, ovviamente, al Pardo d’onore che gli fu assegnato nell’estate del 2006.

 Essere qui in Ticino ha un significato particolare per me. Locarno è un festival importantissimo per il mio percorso artistico, che qui è cominciato e qui potrebbe concludersi

L'accostamento a Dante

Molti critici, dopo aver visto Skazka, hanno accostato l’opera del regista russo alle cantiche dantesche. «La mia frequentazione della Divina Commedia è di lunga data - ha detto ieri il regista al Corriere del Ticino -, la leggo fin dai tempi dell’Università». Ma «c’è una differenza sostanziale. Nel mondo del poeta fiorentino venivano tutti puniti. I nostri personaggi, invece, sono impuniti. Pur avendo compiuto gesti orribili, non sono stati e non saranno puniti. E bisogna stare attenti, perché sono figure che al giorno d’oggi hanno tantissimi seguaci. Forse, servirebbe un nuovo Dante».

La guerra ieri e oggi

«La guerra è una categoria congenita del vecchio mondo e dell’Europa - osserva disilluso Sokurov -, è un circolo vizioso, un eterno ritorno dal quale non ci si riesce ad affrancare, tanto inevitabile quanto l’avvicendarsi delle stagioni».

E la situazione in Ucraina, commenta il regista russo, «è sfociata in conflitto dopo un lungo periodo, in maniera graduale, passo dopo passo, analogamente a quanto accadde alla fine degli anni ’30, prima della Seconda guerra mondiale. Dobbiamo capire che l’epoca in cui i politici possedevano valori è finita. Questa è l’epoca dei politici “passeggeri”, che hanno la tattica ma difettano delle strategie».

Nonostante il boicottaggio delle opere russe portato avanti da vari festival, Locarno ha deciso «di prendere in concorso Skazka perché è un film straordinario - ha detto all’ANSA il direttore artistico Giona Nazzaro - soprattutto per come tocca i punti nevralgici di quello che oggi non va nel mondo». Nella situazione in cui viviamo «soltanto la poesia e la creatività possono salvarci dall’abisso. E a Sokurov esprimiamo tutta la gratitudine per il suo lavoro e per questo film, che racchiude quella che ci sembra essere l’utopia rosselliniana, lavorare al servizio dell’umanità».