Curiosità

Da eroi a traditori, chi sono i «franchi tiratori»?

L’antica locuzione è tornata alla ribalta dopo che il Senato ha affossato il DDL Zan: rispolveriamo le origini e come un’espressione nata in Francia nel contesto bellico sia approdata nel gergo comune e quindi in politica
© Screenshot video
Red. Online
28.10.2021 16:49

A scrutinio segreto il Senato ha votato ieri a favore della cosiddetta «tagliola» proposta da Lega e Fratelli d’Italia che ha de facto bloccato l’iter per l’esame degli articoli di legge e ha affossato definitivamente il DDL Zan, il disegno di legge che mira(va) a contrastare discriminazioni e violenze in relazione al sesso, al genere o alla disabilità. Oltre alle esultanze da stadio del centrodestra trionfante dopo la votazione, si è tornato a parlare di «franchi tiratori» che si sono «palesati» al momento della conta cambiando le carte in tavola e ribaltando i rapporti di forza. Rispolveriamo le origini dell’espressione e di come una locuzione nata in Francia nel contesto bellico sia approdata in politica.

Sotto la voce «franco tiratore» fornita da Treccani si legge: «Guerrigliero che opera, per lo più isolato o in piccoli gruppi, contro forze regolari, soprattutto nei centri abitati che il nemico cerca di occupare o sta evacuando». La locuzione, vecchia di secoli, ha evidenti origini belliche ed è un calco del francese franc-tireur da cui riprende il significato storico. La prima traccia di questa espressione è verosimilmente riconducibile alla guerra franco-prussiana del 1870, anche se alcuni storici la individuano già nel Settecento.

La locuzione tornò agli onori della cronaca durante la battaglia di Firenze nella Seconda guerra mondiale, dove i cosiddetti cecchini si contrapposero alle forze di liberazione sparando dai tetti della città. Quando nel 1950 divenne un’espressione gergale, quindi spostandosi dal contesto bellico verso il linguaggio politico e giornalistico italiano, mantenne tuttavia l’accezione di cecchino che, nascosto e dunque imprevedibile, provoca danni a una parte. Da allora, «franco tiratore» viene utilizzato in senso figurato per indicare «il rappresentante di un partito o di uno schieramento che, in votazioni segrete di organi collegiali, vota in modo diverso da quello concordato o ufficialmente deciso dal proprio partito o schieramento».

In 150 anni, quindi, il franco tiratore è passato da eroe a traditore.