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Dagli elefanti al mondo: i primi 20 anni di YouTube

Lanciato il 14 febbraio, le prime immagini dei placidi pachidermi vennero pubblicate all’ora di cena del 23 aprile 2005
©YouTube
Michele Castiglioni
23.04.2025 14:45

Chissà se gli elefanti dello zoo di San Diego sarebbero felici di sapere che rappresentano dei veri e propri simboli dell’evoluzione delle piattaforme sociali online nel corso degli ultimi 20 anni. Di fatto potrebbero essere considerati, insieme a Jawed Karim, che li ha filmati, degli emblemi del web, punto d’origine di ciò che oggi è diventata la rete, con l’immagine al potere, a prescindere dal contenuto. Stiamo parlando di YouTube, naturalmente, che ha compiuto 20 anni il 14 febbraio del 2025, ma il primo video venne caricato ad aprile del 2005. Opera di tre amici ed ex dipendenti di PayPal, oltre al citato Karim - che è anche il primo iscritto ufficialmente alla piattaforma, gli altri due sono Chad Hurley e Steve Chen - è il sito con il quale ha avuto origine il trend planetario del caricamento e della fruizione di video online, cominciata, appunto, con le immagini dei placidi pachidermi all’ora di cena del 23 aprile 2005.

YouTube è stato uno dei primi grandi esempi di recipiente per una tipologia di contenuti liquida in un web che si è progressivamente sempre più spostato con moto naturale verso questo tipo di distribuzione: l’organizzazione tassonomica, enciclopedica dei contenuti, simbolo ormai di «come si facevano le cose una volta» ha ricevuto una prima «spallata» proprio da YouTube che, complice l’apertura a qualsiasi tipo di accesso e contenuto (soprattutto nei primi tempi; già nel 2006, in seguito all’acquisizione da parte di Google, la piattaforma ha messo in atto un sistema di controllo in relazione al copyright molto più stringente) ha dato letteralmente il «via» alla modalità di comunicazione, informazione ed espressione indiscutibilmente dominante dalla nascita del cosiddetto web 2.0: il formato video.

Sarebbe pertanto se non errato, perlomeno impreciso sottostimare la nascita e l’evoluzione di YouTube relegandola ad «una delle tante» piattaforme web dove gli utenti possono caricare i loro contenuti personali. Fra l’altro, a questo proposito, i creatori furono lungimiranti nell’integrare fin da subito la possibilità di caricare video fatti con il cellulare, visto che poco dopo, nel 2007, arrivò sul mercato il primo iPhone che rivoluzionò letteralmente la fruizione e la produzione di contenuti da parte delle persone.

Con YouTube cambiò non soltanto la percezione di cosa era possibile fare sul web, ma diede inizio a cambiamenti profondi nella percezione degli eventi, dell’informazione, del mondo. Della nostra stessa realtà, che cominciò ad apparire più genuina se vista tramite immagini girate da persone comuni e non più dalle grandi istituzioni dell’informazione. Un successo enorme per un’idea in sé semplice: poter condividere direttamente sul web i nostri filmatini digitali e offrirli al mondo. Tant’è vero che già nel luglio del 2006 si quantificavano le visualizzazioni quotidiane in «100 milioni di video con oltre 65.000 video caricati ogni giorno» (fonte Wikipedia).

Oggi, a 20 anni dalle sue pionieristiche origini (in termini digitali 20 anni sono un’era geologica) Youtube non accenna a diminuire la propria importanza nel panorama digitale: già nel nel 2017 la piattaforma erogava più di un miliardo di ore/video al giorno, nel 2021 il solo servizio YouTube Music ha superato i 50 milioni di abbonati. A ottobre 2024 era solidamente secondo tra i siti più visitati al mondo con 72 miliardi di visite mensili.

Naturalmente questi risultati e soprattutto la consistenza nel tempo dell’importanza della piattaforma sono dovuti soprattutto alla capacità dell’azienda (sostenuta da Google) di seguire l’evoluzione tecnologica e di diversificare i prodotti offerti. Se l’attività «base» di caricamento e condivisione rimane la più importante, i vari servizi come YouTube Music, YouTube TV e la produzione di serie originali seguendo il trend dello streaming hanno sicuramente contribuito a mantenere YouTube nella top 5 dei siti più visitati al mondo fino ad oggi. Ma soprattutto una grandissima importanza la riveste la possibilità di monetizzare i video che vengono caricati: in soldoni – è proprio il caso di dirlo – ci sono utenti, o meglio «Youtuber», che hanno costruito vere e proprie fortune grazie al seguito che sono riusciti ad attrarre generando contenuti originali e pubblicandoli sulla piattaforma.

Certo, non è sempre tutto oro quello che …appare in video: dal «caso Chris Brown», alle accuse di permettere la diffusione di mode e comportamenti violenti, fino all’annoso (e mai risolto completamente) problema del rispetto dei diritti d’autore, YouTube ne esce in chiaroscuro – come del resto è lecito aspettarsi quando in ballo ci sono letteralmente miliardi di contenuti e di utenti.

In particolare la questione del copyright inerente i materiali, soprattutto musicali, utilizzati dagli utenti è tutt’oggi particolarmente delicata ed ha avuto un’oscillazione negli anni da un eccessivo lassismo, con conseguenti numerose cause legali a un altrettanto radicale controllo che oggi tende a censurare – «in dubio pro culpa» – anche più del necessario.

Eppure, al netto delle polemiche e delle controversie, è innegabile che oggi Youtube sia ormai consolidato come modalità di diffusione di contenuti parte fondamentale della società dell’informazione, rappresentando anche un archivio in molti casi prezioso di contenuti introvabili altrimenti. E spesso è anche una modalità per portare contenuti al di fuori di sfere di controllo coercitive istituzionali e non: in molte situazioni, ad esempio, rappresenta una delle poche possibilità per le dissidenze nei regimi dittatoriali per mostrare al mondo cosa succede in quei paesi.

Così, dopo due decenni Youtube, da piattaforma nata senza grandi pretese è diventato di fatto un elemento culturale trasversaleche fa sempre più parte delle nostre vite, tanto da non rendercene quasi più conto. Eppure, se sparisse domani, lascerebbe un vuoto molto più ampio di quello che pensiamo.