È morto Ennio Doris, fondatore di Banca Mediolanum

A un mese esatto dal Natale si è spento alle 2 e 12 di stamane all’età di 81 anni Ennio Doris, fondatore e presidente onorario di Banca Mediolanum.
Socio in affari di Silvio Berlusconi, è stato per 40 anni il ‘banchiere della porta accanto’ non solo per i correntisti, ma anche per i dipendenti e i collaboratori, in virtù dei rapporti cordiali che riusciva a intrattenere con chiunque, ricordando le proprie umili origini.
Inventore della banca italiana senza sportelli e multicanale, Doris è stato anche un protagonista della finanza. Mediolanum nasce nel 1985 come holding, cui fanno capo tutte le società del Gruppo. Si quota in Borsa nel 1996, trasforma Programma Italia in banca Mediolanum nel 1997 ed entra nel paniere del Mib30 delle blue chips nel 1998.
Dal 2000 al 2012 Doris è consigliere di amministrazione di Mediobanca e di Banca Esperia, condivisa in partnership e ceduta poi a Piazzetta Cuccia, di cui Mediolanum è socia al 3,3% dietro a Leonardo Del Vecchio e a Francesco Gaetano Caltagirone ed è primo azionista del Patto di sindacato.
Dal gennaio del 2020 la quota in Mediobanca non è più strategica, ma la famiglia Doris ha sempre escluso una possibile cessione e recentemente il figlio Massimo, amministratore delegato di Mediolanum, ha detto di aver declinato una proposta di integrazione avanzata dall’amministratore delegato Alessandro Nagel.
Nel 1996 Doris diventa amministratore delegato della holding Mediolanum fino al 2015, anno della fusione per incorporazione in Banca Mediolanum, di cui è stato presidente fino allo scorso 3 novembre per diventarne presidente onorario.
Una carica che ha mantenuto anche per la Fondazione Mediolanum Onlus. Come protagonista della Finanza ha anche prestato il proprio volto alla propria ‘creatura’, partecipando direttamente agli spot pubblicitari, cosa rara per una società finanziaria.
La camera ardente sarà aperta per due giorni Milano 3 (Basiglio, Milano), per poi celebrare sabato le esequie a Tombolo (Padova), paese natale dello stesso Doris. Chiedono «stretto riserbo» la moglie Lina Tombolato e i figli Sara e Massimo a nome dei nipoti Agnese, Alberto, Anna, Aqua, Davide, Luna Chiara e Sara Viola. Commossi i dipendenti e i collaboratori del Gruppo, noti anche come ‘family banker’, che piangono «un grande uomo e uno straordinario imprenditore».
Immediata anche la reazione di Silvio Berlusconi, con cui nel febbraio del 1982, dopo un incontro a Portofino, Doris fondò ‘Programma Italia’ con il «supporto imprenditoriale e logistico del Gruppo Fininvest» e con l’obiettivo di «diventare il punto di riferimento della famiglia italiana per il risparmio».
«Ci ha lasciato un grande uomo - ha commentato - un grande imprenditore, un grande patriota, un grande italiano. Un uomo generoso, altruista, sempre attento agli altri, sempre vicino a chi aveva bisogno». In sintonia le testimonianze dei figli Marina, presidente di Fininvest e Mondadori, e Pier Silvio, amministratore delegato di Mediaset.
Per Fininvest, socia di Mediolanum al 30,11% a fianco della famiglia (40,38%), Doris è stato un «partner di eccezionale correttezza, lealtà, disponibilità, la cui visione e le cui capacità manageriali». Unanime l’apprezzamento del mondo politico e imprenditoriale, con l’omaggio di Piazza Affari, che lo ha salutato col titolo salito del 2,9 per cento.