Elodie, un «progetto» che piace proprio a tutti

Si sarà anche classificata «solo» nona all’ultimo Festival di Sanremo, ma quella di Elodie Di Patrizi era indubbiamente una delle presenze più attese alla canora manifestazione. Due, la canzone in gara, era il biglietto da visita per questo nuovo album, il quarto della cantante romana, quello della maturità. Ha la rara capacità di mettere d’accordo le donne e gli uomini che, per usare un antico adagio sempre valido quando si parla di celebrità, rispettivamente vorrebbero essere come lei e vorrebbero... lei. E non è corretto slegare l’immagine dalla musica, perché Elodie non è solo un’artista, ma un progetto, un progetto multimediale costruito per fare di questa ragazza poco più che trentenne, emersa dal gran calderone del talent «Amici» una figura a 360 gradi nel panorama italiano con evidenti, e legittime, ambizioni espansionistiche.
Prima di arrivare a quest’opera ha strappato applausi al cinema con Ti mangio il cuore di Pippo Mezzapesa, in un ruolo confezionato apposta per valorizzarne le doti attoriali, fino ad allora sconosciute. Si è distinta conducendo programmi in televisione (del resto due anni fa era stata coconduttrice con Amadeus all’Ariston dove è, praticamente, di casa), regalando «feat.» alle persone giuste, come Elisa che le ha poi scritto tre brani per questo nuovo lavoro. Prossimamente sarà protagonista di una docu-serie dedicata a lei mentre la attende il suo primo grande concerto al Forum di Milano: probabilmente potrebbe permettersi già uno stadio, ma perché bruciare le tappe?
Il disco è stato anticipato da un lungo percorso se si pensa che Vertigine, il primo singolo, è stato pubblicato alla fine del 2021. Ne sono seguiti altri sei, su tredici canzoni contenute nel disco che, in pratica, è quindi una mezza raccolta di successi. Già sentite anche Bagno a mezzanotte, Tribale, costruita sulle percussioni (tribali, appunto), l’intensa Proiettili (canzone guida di Ti mangio il cuore) con Joan Thiele, la programmatica Ok, respira che avrebbe dato titolo all’album, Purple in the sky collocata in apertura e, naturalmente Due (a proposito: le ultime due canzoni citate sono state pubblicate a pochi giorni di distanza in concomitanza con il festival). I restanti brani confermano la confezione impeccabile del progetto: Elodie guarda a Madonna – quelle contemporanea – a Beyoncé, a Kylie Minogue, insomma, a chi ha segnato la strada di una dance pop che dall’altra parte dell’oceano definiscono «urban», con risultati assolutamente funzionali. Elodie segue i modelli, ma è già un modello da seguire.