Grande schermo

I titoli imperdibili del 1941

Dall’esordio noir di John Huston a un «velenoso» Hitchcock, dalla coppia Vittorio De Sica-Anna Magnani all’elefantino di Disney
Noir, thriller, commedia e animazione.
Antonio Mariotti
03.04.2021 08:59

«Il mistero del falco»

Regia: John Huston. Con: Humphrey Bogart, Mary Astor, Peter Lorre, Sydney Greenstreet.(USA 100’)
Titolo originale: The Maltese Falcon.
Un brillante sceneggiatore di 35 anni riceve la proposta per la sua prima regia. Il budget è da B-movie, il cast è senza divi, la storia (tratta da un romanzo di Dashiel Hammett) è già stata portata sugli schermi con scarso successo per ben due volte. Nonostante ciò, John Huston non si scoraggia: non potendo girare in esterni, rende claustrofobiche le riprese in interni, per il personaggio dell’investigatore privato Sam Spade, alla ricerca di una misteriosa statuetta antica, ingaggia all’ultimo minuto Bogart trasformandolo nel loser per antonomasia. Il film ha successo, diventa un cult e getta le basi per una carriera eccezionale che lo porterà a conquistare ben due Oscar.

«Il sospetto»

Regia: Alfred Hitchcock. Con: Cary Grant, Joan Fontaine, Cedric Hardwicke, Nigel Bruce, Dame May Whitty. (USA 99’).
Titolo originale: Suspicion.

Il bicchiere di latte più famoso della storia del cinema? Quello che Johnnie (Grant) porta su un vassoio mentre sale le scale per dare conforto a Lina (Fontaine), la giovane moglie che giace a letto malata. La donna (e gli spettatori) sospettano però già che dietro all’immagine del marito premuroso si nasconda un losco personaggio pronto a tutto pur d’incassare il lauto premio dell’assicurazione sulla vita. E per rendere la scena ancora più «velenosa» il grande Hitch fa installare una lampadina all’interno del bicchiere. Il regista avrebbe voluto girare un finale diverso, più cinico e geniale, ma ciò non toglie che il film rimanga uno dei suoi imperdibili classici.

«Teresa Venerdì»

Regia: Vittorio De Sica. Con: Adriana Benetti, Vittorio De Sica, Anna Magnani, Irasema Dillian.(Italia 92’).
Con l’avvento del fascismo e della censura, il cinema italiano è ostaggio di quelle commedie acritiche, dette «dei telefoni bianchi», in cui tutto funziona a meraviglia. All’inizio degli anni 40 iniziano però a emergere alcuni dei protagonisti della successiva stagione del Neorealismo. È il caso di Vittorio De Sica (qui alla sua terza regia) che in questa commedia sentimentale non priva di una certa riflessione sociale, fa debuttare al cinema la grande Anna Magnani nei panni di una cantante di varietà che ha una relazione con il protagonista (lo stesso De Sica), medico in un orfanotrofio che si farà conquistare dall’ingenua e intraprendente Teresa: un’altra debuttante, Adriana Benetti, che diverrà poi «la fidanzatina d’Italia».

«Dumbo - L’elefante volante»

Regia: Ben Sharpsteen. Film d’animazione prodotto da Walt Disney. (USA 64’).
Titolo originale: Dumbo

Quarto lungometraggio prodotto da Walt Disney in appena 5 anni (dopo Biancaneve e i sette nani, Pinocchio e Fantasia), la storia dell’elefantino maldestro emarginato e umiliato dal mondo del circo che scoprirà di poter volare grazie alle sue grandi orecchie e diventerà una star, è il film più sottovalutato tra i classici disneyani di questo periodo. Notevole il perfetto equilibrio tra comicità e sentimentalismo e tra realismo e stilizzazione. Indimenticabile la sequenza in cui Dumbo, ubriaco, sogna gli elefanti rosa: un incubo ricco di allucinazioni che diventa l’occasione per geniali sperimentazioni grafiche e cromatiche. Rifatto nel 2019 da Tim Burton con tanta maestria ma poco pathos.