Cent'anni fa

Il disarmo? Come sempre si predica bene ma si razzola male

Le notizie del 2 marzo 1924
© Shutterstock
Nicola Bottani
Nicola Bottani
02.03.2024 06:02

La Nota
La Conferenza per il disarmo navale è fallita. Dopo il clamoroso successo di tutte le altre conferenze internazionali per la pace e per il disarmo, la notizia ci trova quasi increduli. È il primo caso di una conferenza per il disarmo che faccia fallimento; tutte le altre, dalla prima alla penultima, hanno avuto dei successi trionfali. Non si è mai arrivati al disarmo, questo è vero, ma si è però sempre arrivati a lanciare in coro il grido: «Disarmiamo!». Pretendere di più è come pretendere che un peccatore, dopo essersi pentito dei suoi peccati ed aver giurato a Dio di non commetterne altri, non ricascasse più; ci sarebbero troppi Santi e il calendario diventerebbe come il listone fascista, con pochi posti e troppi candidati.

Eppure, se c’era una conferenza per il disarmo che doveva riuscire, era proprio questa indetta a Roma sotto i benefici auspici di quella insigne mascotte che è la Lega delle Nazioni. Ognuna delle Grandi Potenze vi si era recata animata dai migliori propositi, con una sporta e mezza di idealismi, decisa a conseguire quel disarmo navale che è il principio del disarmo generale e la base fondamentale della pace tra i popoli.

Ma le cose si misero male per una incresciosa serie di malintesi. Uno diceva: «Io sono svisceratamente favorevole al disarmo; anzi, dichiaro fin d’ora che accetto qualsiasi proposta di disarmo navale; nessuno però mi deve proibire di far costruire nuove corazzate per dare del lavoro ai miei disoccupati».

Un altro dichiarava a sua volta di essere stato un convertito della prima ora al disarmo navale, annunciava anzi solennemente di avere proclamato il principio del disarmo: «Solo mi permetto di osservare che la crisi siderurgica del mio Stato è così grave che per superarla devo necessariamente costruire delle corazzate e dei cannoni da marina». Un altro affermava che il disarmo era stato il suo primo credo e che se costruiva corazzate e cannoni, era solamente per fare le riviste navali che tanto fanno piacere al popolo e promuovo l’industria dei forestieri. Qualche altro ancora da convertire proponeva che il disarmo navale incominciasse dalla nazione a lui vicina.

Di guisa che non si può più dire che l’idea, anzi l’ideale, del disarmo sia andato a male; no, l’ideale ha trionfato alla conferenza per il disarmo navale, solo la conferenza non è riuscita a conciliare perfettamente la grande fede nell’ideale e i progetti militari che prevedono la costruzione di nuove flotte e di nuovi cannoni.

Per un’altra conferenza sarà quindi bene stabilire prima che gli ideali che sono i soli in discussione non devono essere confusi con la realtà della pratica. Le conferenze saranno naturalmente tenute sotto gli auspici di quell’insigne padre Zappata di cui si dice che predicasse bene e razzolasse male.

Gavroche

Piccola Pubblicità
Caffè centro Lugano dispone vasta sala comfort moderno, adatta per radunanze. Grassi & Co. indicheranno. 

Tutte le edizioni del Corriere del Ticino sono disponibili nell'Archivio Storico del CdT.    

In questo articolo: